CRONACAPRIMO PIANO

CISI, si è dimesso Antonio Di Costanzo

Era diventato presidente del consorzio a gennaio dello scorso anno in quota Comune di Serrara Fontana. Ufficialmente lascia per motivi personali e professionali, dietro però ci sarebbero operazioni “border line” che non si è sentito di avallare

Era diventato amministratore del Cisi quasi grazie a un gioco di incastri. Quando si decise all’Evi di abbandonare la formula del liquidatore e dunque dell’amministratore unico (un’era che si chiuse con la gestione di Pierluca Ghirelli) si decise di optare per il consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto essere composto complessivamente da 6 membri, in modo di consentire ad ognuno dei sei Comuni isolani di piazzare la propria pedina. Ma la norma era chiara, con il CdA che non poteva superare le 5 unità e così alla fine a Serrara Fontana, che accettò a malincuore di fare un passo indietro, fu assegnata la casella di amministratore del Cisi che venne occupata per l’appunto da Antonio Di Costanzo. Correva il gennaio 2024 e a distanza di poco più di un anno la gestione Di Costanzo è di fatto già terminata. Il professionista ha infatti rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico e fin qui nulla di strano fa parte del gioco. Il problema, stando ad alcune indiscrezioni provenienti da ambienti bene informati, è che alla base della decisione potrebbe esserci qualcosa di diverso rispetto alle motivazioni addotte di natura personale e professionale.

Alcuni rumors spiegano che Di Costanzo sarebbe rimasto particolarmente perplesso dinanzi ad una serie di non meglio precisate operazioni di natura contabile nell’ambito dei rapporti dare-avere tra il Cisi e l’Evi, che come è noto sono indissolubilmente legate a filo doppio. Operazioni che evidentemente l’ormai ex presidente avrebbe ritenuto border line e forse per questo – dopo aver capito che c’era chi spingeva in maniera forte per portarle a compimento – ha preferito alzare bandiera bianca e gettare la spugna. Ma non occorre la sfera di cristallo per ipotizzare che evidentemente Antonio Di Costanzo, che tali operazioni avrebbe dovuto avallarle visto il suo status, abbia preferito fare un passo indietro temendo magari di incappare anche in responsabilità contabili di cui avrebbe poi dovuto rispondere in prima persona. Si pone adesso il problema della successione ma da capire non è solo se – come la logica imporrebbe – il nome da indicare spetti sempre al Comune di Serrara Fontana, quanto piuttosto capire quali siano le perplessità che hanno indotto il Di Costanzo a dimettersi. E soprattutto chi spinge perché certe operazioni vadano in porto. Anche perché a quel punto è chiaro che bisognerà presumibilmente puntare anche su un profilo disposto ad avallarle. E non è detto che trovarlo sia così scontato. Intelligenti pauca…

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