LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola è un patrimonio da custodire

DI ANTIMO PUCA

Gli avvenimenti degli ultimi tempi hanno scaturito un malessere generale derivato dallo stato di totale abbandono di alcune frazioni che per la loro storicità potrebbero essere un fiore all’occhiello per un rilancio turistico. Partiamo dai cantieri a cielo aperto ormai abbandonati da tempo, iniziati e non ancora portati a termine, anzi, sono attivi per pochissimo tempo e poi lasciati abbandonati. Si  evincono situazioni totalmente caotiche che il degrado aumenta col trascorrere del tempo, non solo per le criticità delle intemperie ma per la mancata manutenzione, latitante, tant’è che la manutenzione da ordinaria ormai è divenuta straordinaria per il lassismo che si è creato. Alcune strade, non avendo i tombini collegati alla rete fognaria, si allagano. Bisogna ricordare la Siena. Hanno distrutto un luogo stupendo con acque curative per creare un parcheggio  dimenticando che Ischia è un isola. Poi l’opera d’arte al liceo. Ma Ischia non è Scampia. Ischia è l’isola più bella del mondo che tutti invidiano,non è Scampia e quello scempio all’ingresso della scuola è una vergogna pagata a caro prezzo ai danni di un minore, espulso e a cui è stata creata terra bruciata intorno dalle autorità di turno solo per aver avuto il coraggio di esprimere la propria opinione.

Simboli identitari isolani sono le pinete, i pini, la natura con i suoi specifici profumi, i sentieri,i mirabili belvedere, le mulattiere. Il murales meritava altro luogo, altro spazio, lontano dall’isola perché non ci rappresenta neanche un po’. Dio ci ha donato, opera d’arte, la natura. È compito degli amministratori custodirla gelosamente. L’illuminazione di alcune frazioni e borghi  è totalmente insufficiente, e spesso talune strade rimangono  completamente al buio. Le poche luci che rimangono attive di sera sono quelle dei privati. Lo sfalcio del verde pubblico è inadeguato e insufficiente tanto che i cittadini ed i privati provvedono al lavoro non avendo un servizio del Comune. Questi disagi sono  sotto gli occhi di tutti i cittadini e verosimilmente anche delle giunte comunali, che non solo non danno messaggi di interessamento ma sostanzialmente non hanno mai dato nemmeno il miraggio di una soluzione. La maggioranza politica di Ischia ti soddisfa? Niente equivoci, dunque. Ma una chiara presa di posizione: “Sei soddisfatto? Vieni, mettici la faccia e cominciamo un percorso comune”. Un amico mi ha detto: “Sai, non ci si può sbilanciare…”. Gli ho risposto: “Ah, capisco. Però a lamentarvi siete tutti bravi. Dovremmo provare ad invertire le parti: qualcun’altro a metterci la faccia ed io a lamentarmi. Sarei bravissimo, te lo assicuro.” Un altro amico, invece, perplesso, mi confessava: “Sai, c’è troppa tendenza a destra…” . A lui ho risposto: “Dove, scusa? Magari ce ne fosse. La destra e la sinistra sono morte da tempo. Pensare ancora a queste categorie significa morire con loro.”

Ecco, non voglio morire. È bella la vita. E la vita, comune e quotidiana, è anche politica. Dunque, è necessario interessarsene. Altrimenti non serve lamentarti per il se, il come ed il perché essa si occuperà di te. La politica è cambiata. Con essa, è cambiato il ruolo dei gruppi organizzati; quelli che per intendersi si chiamano ancora – ma inopportunamente – partiti e che, in effetti, sono “partiti”, nel senso che non esistono più. Lavorare per l’alternativa è complicato. Perché richiede un impegno costante e determinato nella costruzione di una nuova proposta politica: convincente, condivisa, precisa, fatta di obiettivi e progettualità da raggiungere. Troppo complicato. Meglio e più facile favorire clientele. Salvo, poi, a non ricordare se è nato prima l’uomo o la gallina: se è la richiesta di aiuto che favorisce il sistema clientelare o il sistema clientelare che vive di bisogni. Peccato che questo tipo di bisogni non sia quasi mai di interesse generale, ma si tratti quasi sempre di bisogni singoli, specifici, individualistici.

Una cosa è certa: se si intende lavorare per una alternativa seria per il futuro, è ora di togliere le maschere, senza alibi di appartenenze o schieramenti. Altrimenti non ci sarà più motivo di lamentarsi. Il che può anche essere una scelta di vita, condivisibile o non che sia. La  politica è la forma più alta di carità. Dalla fatica individuale al beneficio collettivo. Per recuperare la politica, bisogna chiedersi se “Democrazia”è termine abusato o travisato. Bisogna Lavorare per l’alternativa. Basta con i venditori di fumo. Sono necessarie Deontologia ed educazione per il fare politica tra “opinio optimi” e “voluntas populi”. Il problema del “e poi?”. Serve affinare in ogni momento, attraverso ogni azione, il proprio “vivere”, che è essenzialmente “vivere sociale”.

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mauriziobrandi53@gmail.com

Belle e solo parole…!!!!!!..bla..bla.bla..!!!!!…di fatto non c’è giorno che non venga ferita e abusata per avidità e connivenze di potere…!!!!

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