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Come ti vesti ?

Dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei. Dimmi come ti vesti e scoprirò se sei felice. Dimmi come ti vesti e ti dirò cosa otterrai. Quante volte su Facebook o su altri social abbiamo letto queste affermazioni? Ma non ci avevano insegnato che “L’abito non fa il monaco”? Sicuramente l’insegnamento chiave di questo proverbio è legato al non giudicare le persone per il loro aspetto esterno, in quanto, non sempre ciò che si vede esternamente corrisponde al valore interiore di una persona. Ma una cosa che ho imparato nel tempo è che in realtà “l’abito fa il monaco”.

Il tuo look anticipa le parole che dirai, cambiando non solo la percezione che hai di te stesso ma anche il modo in cui ti percepirà il tuo interlocutore.  L’abito può rispecchiare, ma allo stesso tempo nascondere il modo in cui ti senti realmente. Un po’ come il costume di scena per un attore, ti aiuta a “sentirti nella parte”.  Il look è un biglietto da visita e uno strumento per sentirsi accettati, omologati alla massa o in alternativa per differenziarsi da essa, può farci sentire forti, ma anche inadeguati.  Quindi il modo in cui ci vestiamo può influenzare la nostra mente, modificando il nostro umore, il modo in cui ci sentiamo, ci comportiamo e persino le nostre performance.

Due ricerche condotte da alcuni psicologi (una in Gran Bretagna e un’altra in Turchia) dimostrano come i vestiti che indossiamo influenzano gli altri. Sono molti i pregiudizi sull’aspetto esteriore immaginate di trovarvi alla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi, è sera, siete soli, vi ricordate degli avvertimenti dei vostri genitori riguardo alle stazioni e alle persone poco raccomandate che di notte frequentano quelle zone, diventate più “guardinghi”, ad un certo punto appaiono due figure che vanno nella vostra stessa direzione.
Una è quella di una donna ben vestita con una ventiquattrore, la quale cammina sul marciapiede di destra. L’altra è quella di una donna dagli abiti sporchi e polverosi.  Anche lei va nella vostra stessa direzione, ma sul marciapiede di sinistra.  Dal momento che non potete camminare in mezzo alla strada, dovete decidere quale marciapiede scegliere.  Con chi andrete?

Con buone probabilità seguirete la donna distinta, perché vi ha comunicato: “Ha un bell’aspetto, sarà sicuramente buona – e quindi non sarà certo lei a farmi del male“. Quando vediamo qualcuno, bastano pochi secondi alla nostra mente per formulare un giudizio. In passato questa abilità ci è servita per sopravvivere. Prendere decisioni veloci poteva rivelarsi fondamentale per evitare di imbattersi in bruti, banditi o predatori sanguinari.  Insomma, gli abiti che indossiamo possono dire molto sulla nostra indole e sul nostro status sociale. Statisticamente parlando, gli studenti che indossano abiti raffinati sono considerati più bravi dei loro compagni peggio vestiti.

Questo pregiudizio infondato non è dettato dalla cattiveria o dal classismo dei docenti.
E’ un fenomeno automatico e incontrollabile che riguarda tutti noi. Meglio sarebbe dunque indossare la divisa.    “Se ti vesti provocante, sicuramente non sarai una persona affidabile e competente”. La ricerca che ha avuto luogo in Turchia, condotta da Neil Howlett aveva l’obiettivo di dimostrare che le donne vengono giudicate meno competenti (sia dai colleghi maschi che dalle colleghe femmine) in base al loro abbigliamento. Sono stati chiamati 129 partecipanti, ai quali sono state mostrate delle foto che ritraevano una figura femminile. L’abbigliamento della modella fotografata era sobrio, ma variava leggermente. I partecipanti hanno dovuto valutare l’intelligenza, la sicurezza, l’affidabilità, la responsabilità, l’autorevolezza e l’organizzazione della donna fotografata. I 129 partecipanti che dovevano esprimere il proprio giudizio sulla donna tendevano a dare voti più bassi quando la modella appariva in abiti più “provocanti”.

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Altri studi si sono invece focalizzati sul rapporto tra abbigliamento e performance. Ad esempio, una ricerca ha scoperto che indossare una t-shirt di Superman poteva dare alle persone una marcia in più… si ritiene che tali risultati siano attribuibili ad un effetto “priming”, secondo cui i nostri processi mentali e le nostre percezioni sono influenzati dal significato simbolico che attribuiamo inconsapevolmente ad uno stimolo che abbiamo appena visto, in questo caso alla nostra t-shirt. Insomma, affinché i vestiti possano avere un effetto sulle nostre performance mentali sembra necessario attribuire loro dei significati simbolici. Tale fenomeno è noto in letteratura come “cognizione incarnata”. Dunque, quando avete bisogno di una “spinta” di qualche tipo, indossate abiti che simboleggiano l’effetto che desiderare ottenere: creativo, professionale, seducente, casto, serio, divertente. Che ci piaccia o no, le persone giudicano dall’apparenza.
Non lo fanno perché sono cattive, ma perché il loro cervello – come quello di tutti – tende a creare questi pre-giudizi in maniera automatica. Gioca d’anticipo e comunica l’immagine di te che desideri mostrare, piuttosto che lasciare che se ne creino una loro, magari errata.

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“Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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