POLITICA

Palazzo Merlato, nuova interrogazione del consigliere Menico Scala

A distanza di quasi cinque anni dall’inizio dei lavori, la riqualificazione del Palazzo Merlato continua ad animare il confronto politico dell’isola di Graziella

A distanza di quasi cinque anni dall’inizio dei lavori, la riqualificazione del Palazzo Merlato, che sia affaccia sul porto commerciale, continua ad animare il confronto politico dell’isola di Graziella. Negli ultimi giorni, infatti, Menico Scala, capogruppo consiliare di “Per Procida” ha inviato una interrogazione al Sindaco, all’Assessore Lavori Pubblici, al Segretario Comunale e al Presidente del Consiglio Comunale, nota che di seguito riportiamo, nella quale chiedono risposte ad una serie di quesiti.

“Il sottoscritto consigliere Comunale Scala Menico interroga l’Amministrazione Comunale in quanto in questi giorni si sta provvedendo ad effettuare l’ennesimo intervento riparatorio al Palazzo Merlato per risarcire i danni provocati da uno pseudo-restauro.

Considerato che sono in corso a tutt’oggi lavori di risistemazione e pitturazione del Palazzo Merlato, biglietto da visita per coloro che sbarcano sulla nostra isola, ma il dubbio che mi assale è come è stato condotto l’intero intervento che doveva essere di restauro conservativo in quanto si tratta di un fabbricato sottoposto a tutela speciale cioè a vincolo storico artistico di cui al “decreto legislativo del 42/04 parte seconda dei beni culturali”, e proprio su questo argomento “ vincolo” voglio porre l’attenzione degli addetti ai lavori su un argomento in cui la legge è chiara. Su tali lavori, anche una semplice pitturazione deve essere sottoposta al preventivo parere della Soprintendenza quale organo periferico del Ministero dei beni culturali, affinchè possa espletare l’alta sorveglianza al restauro, in quanto si tratta di un restauro del restauro e non sappiamo quando terminerà questa storia.

Visto che i Dirigenti Comunali del settore che nell’edilizia privata chiedono documentazione, anche al di sopra della legge, per poi non rilasciare nulla e invece non si preoccupano degli interventi su un bene culturale senza alcuna autorizzazione ministeriale, ma oltre a questo bisogna interrogarsi come è stato condotto l’originale intervento, poiché dagli atti presi in visione in passato, si parla di un’indagine preventiva e sappiamo che le indagini servono per far applicare prodotti compatibili con l’originale natura costruttiva del bene. Certo che questa continua sovrapposizione di materiali senza rimuovere quelli inappropriati non fa altro che aumentare il degrado nel tempo del bene provocando distacchi e caduta di materiale che potrebbero cagionare anche pericoli alla pubblica incolumità, senza non considerare il continuo disagio che si provoca alle attività commerciali sottostanti a seguito delle riparazioni. Inoltre va evidenziato che a titolo di “sicurezza” un tale mezzo utilizzato per questo intervento non può operare senza una zona di rispetto a garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone che transitano per dirigersi verso la spiaggia.Interrogo per conoscere

  1. Se esistono pareri soprintendenza in merito a questi lavori;
  2. Eventuali riserve poste in essere dagli apparati tecnici preposti ai controlli;
  3. Quanto è stato impiegato come spesa per l’indagine preventiva;
  4. Documenti obbligatori per quanto riguarda i successivi interventi, compreso quello in atto, relativo alla sicurezza;
  5. Ordini di servizio relativi a tutti gli interventi riparatori indirizzati all’impresa;
  6. Verbali di contestazione dei tecnici incaricati e responsabili per tutti gli interventi “riparatori” effettuati nel corso degli anni;
  7. Se è stata svincolata la cauzione fideiussoria visto che il problema si è presentato prima dell’emissione del collaudo e continua a persistere”.
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