LE OPINIONI

Commento LETTERA APERTA AL COMMISSARIO LEGNINI

DI ELENA WHITEHEAD

Il terremoto che,quasi cinque anni fa, si abbatté sulle nostre contrade, fu devastante. Gli effetti si videro subito in alcune zone dei territori di Forio, Lacco Ameno e soprattutto a Casamicciola Terme. Qui, nella zona del Maio, vi furono vittime e crolli spaventosi che generarono panico e desolazione, non solo tra gli abitanti del luogo, ma anche tra i molti turisti che vi trascorrevano le vacanze. Nella zona, infatti, oltre agli alberghivi erano diverse soluzioni ricettive per chi voleva trascorrere qualche giorno di riposo nel verde. La comunità locale è composta da gente laboriosa, di provenienza contadina che sa vivere con parsimonia, mettendo sempre da parte qualche risparmio per ogni evenienza, compreso il sogno tenuto segreto, per non apparire ingordi, di migliorare, appena possibile, lampiezza della propria abitazione e consentire ai figli che vorranno sposarsi, un primo appoggio. Si può dire che nelle zone pedemontane del nostro comune non cè persona che non sia impegnata in qualche attività lavorativa, dalle faccende domestiche, al lavoro stagionale negli alberghi, nei ristoranti o nelle terme.

Una volta, già alla fine di febbraio il civettuolo via vai della gente dava il segnale che linverno era passato. Gli alberghi erano pronti a riaprire i loro battenti e ricevere, per lo più, i turisti di sempre. Anche nelle case vicine si sciorinava la biancheria, si dava una mano di colore dove serviva e ci si preparava ai fitti estivi. Era la festa della vita che riprendeva dopo il grigiore dellinverno. Era lorgoglio di essere in grado di accogliere, come in un piccolo albergo, quelli che una volta venivano chiamati i signori, poi i forestieri ed oggi i villeggianti. Chi fittava si mostrava compiacente di appartenere ad uno stato sociale più elevato: se era in grado di ricevere, non viveva in una stamberga ma in una casa dignitosa. Nella nostra isola dove le tradizioni sono ancora radicate, la casa rappresenta un bene primario insostituibile. Essa infatti è: Il sogno di chi desidera realizzarla; Il posto sicuro per chi lha finalmente costruita e vi può abitare giorno per giorno; Un ricordo struggente, per chi è costrettodalle vicende della vita, a starsene lontano per sempre. Perciò, in occasione di un terremoto così grave, ognuno guarda in modo protettivo le sacre pietre delle sue rovine, non vedendo lora di ricomporle nellabitazione di un tempo.Questa ha la preziosità di essere stata testimone di una vita, custode di ricordi che, pur presenti nel proprio cuore, hanno bisogno di una fisicità che li faccia rivivere là dove si sono formati.
Qualunque sia stata la loro consistenza fanno parte del fabbricato che non sa distinguere tra morti, nascite, incontri e perfino matrimoni che talora, in tempi andati, si festeggiavano in casa. Esso è come un sacrario dove le reliquie diventano sempre più coinvolgenti, man mano che il tempo passa ed i capelli cominciano ad imbiancarsi. Eppure, sembra che tutto sia ancora immobile, come se un sortilegio, in quella sera di agosto, avesse cristallizzato ogni cosa. Tuttavia, la voglia di risalire è tanta, ma da solo nessuno può farcela. Ognuno si vede e si misura come una piccola cellula della società. Occorrono organi preposti che impediscano il comodo ciurlarsi nel manico e diano in tempi brevi le giuste direttive. Mentre eravamo così perduti, è accaduto un fatto inatteso. Si è parlato dellarrivo, a breve termine, di un nuovo commissario. È bastata questa voce per riaccendere nel cuore la speranza! Come un tamtam, la notizia si è diffusa in un grigio pomeriggio di fine febbraio, tra gente stanca di sperare che giaceva nellinerzia, oppressa da somatizzazioni, solitudine ed insopportabili malinconie. Si è poi saputo che il nuovo commissario per la ricostruzione era lon. avv. Giovanni Legnini, persona stimata che ha già dato e sta dando il suo contributo ai sinistrati del centro Italia, mostrando competenza e capacità organizzative. A lui si vorrebbe, già da ora, sottolineare la necessità di venire incontro alla popolazione.

Sebbene lo Stato, non sia stato assente nellemergenza ed abbia, fin dagli inizi, dato disposizioni per appropriati interventi, è accaduto che a causa delle lungaggini della nostra burocrazia vi sono stati dei rallentamenti che hanno creato a più livelli equivoci e incomprensioni. È accaduto, infatti, che i cittadini si sentissero trascurati, nonostante limpegno, ai vari livelli, delle Autorità preposte e dei tecnici che operano sul territorio. Tutti si augurano una rapida pianificazione delliter burocratico che consenta di ritornare alla tanta desiderata normalità. Si spera che al più presto, i fondi già impegnati per la ricostruzione, vengano utilizzati per consentire il ritorno delle famiglie, se tecnicamente possibile, nelle proprie abitazioni, riattivando anche le strutture di pubblica utilità e gli annessi servizi. Per quanto detto, vorremmo tanto che iniziasse una nuova pagine della nostra vita. Le premesse ci sono e nellaugurare un buon lavoro al neo Commissario,gli porgiamo il nostro più caloroso benvenuto.

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