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I Comuni e i siti web: Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno poco trasparenti o fuorilegge

DI GIOVANNA FERRARA

Nell’era della trasparenza amministrativa, dei social network e delle comunicazioni che corrono sul web, i siti internet istituzionali dei Comuni dell’Isola di Ischia sono tra gli ultimi in Italia in tema di conformità. Il dato è di bussola.magellanopa.it ovvero la bussola della trasparenza dei siti web. Un sito creato dal Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione a supporto dell’attuazione e della governance della trasparenza degli spazi internet delle pubbliche amministrazioni. I risultati degli indicatori relativi alla sezione ‘Trasparenza’ non lasciano spazio a dubbi: i Comuni dell’Isola di Ischia nella comunicazione internet non sono trasparenti. Non rispettano la legge. Dovremmo dire sono illegali ma non vorremmo urtare la suscettibilità di qualcuno che magari sta già provvedendo o provvederà.
ll primato in termini negativi lo raccoglie il sito del comune di Casamicciola. Su 94 requisiti richiesti in termini di trasparenza la pagina web istituzionale ha solo un dato positivo quello relativo alla “Presenza della Pubblicità legale”. Con una scritta in bella vista ‘Sito in allestimento’ i gestori dello spazio provano a salvarsi. Scorrendo la pagina non c’è alcuna traccia delle sezioni imposte dall’Anac – Autorità nazionale anticorruzione – che costituiscono obblighi di pubblicazione per tutte le pubbliche amministrazioni. In pratica il sito del Comune di Casamicciola Terme non rispetta la legge, o, per dirla con gergo tecnologico, è off topic. Scorrendo tra pagine non più linkabili, con attenzione e con una buona lente d’ingrandimento troviamo una pagina dedicata all’Amministrazione Trasparente. Si tratta di una parte esterna al sito e per questo non rilevata dai controllori del Ministero nella quale sono fornite alcune, seppur poche, scarne e datate, informazioni sulla Pubblica Amministrazione. Su tutte compare la scritta “Le sezioni sono in corso di aggiornamento da parte degli uffici competenti”. Un alibi per lasciare le pubblicazioni ferme ad anni fa.  Resta l’assenza di numerose sezioni, sia quelle obbligatorie che facoltative, che possano dar vita ad un’amministrazione partecipata tra cui una sezione dedicata al consiglio comunale in streaming.

Salva l’apparenza ma non punta alla sostanza il sito del Comune di Lacco Ameno. Sono solo due le sezioni che hanno riscontrato il bollino rosso da parte del Ministero per la Pubblica Amministrazione su 94 presenti. A prima vista sembra perfetto. Mancano solo le informazioni su “Amministratori ed Esperti” e “Amministratori ed esperti ex art.32 d.l. 90/2014”. Poco male considerando che, anche in questo caso, il sito presenta un avviso che avverte gli  utenti che “il sito di Lacco Ameno è in fase di aggiornamento. In particolare si sta procedendo all’ottimizzazione dei servizi di Amministrazione Trasparente e Albo Pretorio: i dati pertanto potrebbero non essere sempre disponibili”. Fatta la legge, però, trovato l’inganno. Le pagine previste obbligatoriamente dalla legge ci sono, ma sono prive di contenuti.  Numerose sono le sezioni vuote. Le informazioni ambientali, strutture sanitarie, burocrazia zero e tante altre unità sono presenti seppur prive di contenuti.

Un caso a sé è il sito del Comune di Ischia. Il dominio ufficiale www.comune.ischia.na.it è irraggiungibile dal web dopo che è stato sostituito dal sito www.comuneischia.it. Un sito vecchio, poco leggibile prim’ancora che accessibile. La Bussola della Trasparenza dei Siti Web boccia sonoramente il sito del Comune più grande dell’isola. Andando a fondo si scorgono alcune sezioni seppur non riconosciute dalla bussola del Ministero perché collegate ad un sito esterno non di proprietà del Comune.

I primi tre siti internet istituzionali che abbiamo analizzato hanno ricevuto una sonora bocciatura. Non rispondono ai criteri dettati dai principi dell’ open government ed ai requisiti di trasparenza, partecipazione ed accessibilità. L’Anac potrebbe dar luogo a sanzioni amministrative pecuniaria da 500 a 10mila euro. Al di là delle sanzioni il dato rilevante che è manca l’accessibilità e la possibilità di partecipazione alla vita amministrativa. La trasparenza non deve essere un fatto straordinario. Poter conoscere come vengano gestite le risorse pubbliche, i dati, i documenti, le informazioni possedute dall’amministrazione pubblica deve essere un fatto normale. Lo prevede anche la legge. Chi vuole conoscere le attività delle pubbliche amministrazioni ischitane, al momento, non può farlo dal web. 

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