CRONACA

«Con meno bambini positivi calano anche gli infetti tra gli over 60»

Ecco il report dell’Unità di Crisi alla base della scelta di De Luca sulle scuole: «Troppi morti tra over 70. Bisogna consolidare i risultati in vista dell’arrivo del vaccino»

«Qualsiasi evento, aldilà dell’imprevedibilità, che può essere mitigato o evitato al fine di ridurre le possibilità di diffusione ulteriore di SARS-COV-2 deve essere intrapreso». È quanto mette nero su bianco l’Unità di Crisi della Regione Campania nel report inviato al presidente Vincenzo De Luca nella valutazione dell’impatto che avrebbe potuto avere la riapertura completa delle scuole elementari e medie nel territorio.

Su questa si è basata la scelta del governatore campano di permettere la didattica in presenza solo ai bambini della scuola dell’infanzia e delle prime e seconde classi delle elementari, tenendo a casa gli altri. Ciò che emerge dal report dell’Unità di Crisi è interessante per capire anche le scelte adottate a Napoli e che tanto hanno fatto discutere i genitori. «Nelle ultime settimane – si legge – si è finalmente avuto una costante riduzione del numero dei contagi sebbene vi sia stato un incremento di mortalità nei soggetti appartenenti a categorie fragili quali over 70 anni la cui fascia rappresenta di fatto la media dei decessi registrati.  L’andamento delle varie fasce di età e le correlazioni tra queste in termini di decremento, mostrano chiaramente come la riduzione nelle fasce di età scolare dell’infanzia e primaria si associa ad una riduzione del numero degli infetti over 60 anni». Gli esperti della task force regionali sottolineano inoltre: «Dall’inizio di novembre i dati mostrano una stabilizzazione della curva epidemica in quasi tutte le fasce d’età e che, fatte salve le differenze tra i diversi tassi d’incidenza sino all’epoca registrati, confermano la minore diffusione del contagio per le fasce d’età 1-5 anni e 6-10 anni e che la percentuale del tasso di positività sui tamponi effettuati in Campania, a partire dall’8 novembre, si è allineato alla media italiana. La pregressa situazione peggiore della Campania oggi tende ad allinearsi anche grazie, pertanto, ai provvedimenti assunti». Ma nonostante il dato «ottimale in termini di nuovi positivi e diffusione dell’epidemia, raggiunto con tutte le misure di contenimento messe in campo, si è purtroppo registrato un progressivo aumento della mortalità dall’inizio della seconda ondata e anche nella seconda frazione del mese di novembre. Appare utile, al fine di non vanificare quanto sino ad ora ottenuto in termini di diffusione del contagio e per non incrementare ulteriormente la mortalità nelle categorie fragile, di valutare con attenzione la riapertura delle scuole in presenza mantenendo in essere le attuali misure di contenimento. In particolare, tale misura risulta ancora più indispensabile, relativamente all’apertura in presenza delle scuole per le fasce in oggetto, per il numero elevato di studenti il cui effetto moltiplicatore sulla diffusione del virus, come già testimoniato all’inizio della seconda ondata, potrebbe impattare enormemente sul Sistema sanitario regionale».

La relazione, contenuta nell’ordinanza numero 95 del presidente De Luca, conclude rappresentando che i «dati riportati, con le relative misure di contenimento messe in campo dalla Regione Campania mediante le ordinanze restrittive, hanno chiaramente dimostrato come una strategia preventiva, e quindi di analisi previsionale basata anche sulla non presenza nella scuola, abbia avuto un significativo impatto in termini di diminuzione non solo sui casi positivi nella fascia di età scolare, ma anche sui soggetti adulti. Pertanto, le misure poste in essere sino ad ora hanno determinato nell’immediato, dopo una seconda ondata di COVID19, i seguenti punti fondamentali: mitigazione dell’infezione con riduzione della crescita esponenziale; riduzione della diffusione dell’infezione tra categorie fragile quali anziani over 60 che risultano i più suscettibili di peggioramento di condizione clinica e prognosi infausta; riduzione della diffusione del virus nelle fasce di età scolare con relativa connessa diminuzione del contagio tra gli over 60». Tali risultati, aggiunge l’Unità di Crisi, «necessitano di essere ulteriormente consolidati anche in considerazione di una paventata terza ondata che potrebbe ulteriormente impattare sul SSR impedendo, quindi, un veloce ritorno ad una condizione di normalità necessaria per tutti gli altri soggetti affetti da patologie croniche non a carattere di urgenza e non COVID19 correlate. In particolare, nel caso di una ripresa della patologia, si prospetterebbero scenari con una possibile escalation di casi così come preventivato nella metà di ottobre. Inoltre, e soprattutto in considerazione della prossima campagna vaccinale per Covid-19 che potrebbe essere messa in pericolo da una nuova ondata, le attuali misure appaiono necessarie per garantire, in relazione anche al contesto geografico, demografico e sociale di questa regione, il miglior scenario possibile, affinché si possa avviare la vaccinazione di massa».

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