Concessioni demaniali, Draghi fa ancora sperare Perrella
Il testo del disegno di legge sulla concorrenza approvato in Senato, che fissa al 31 dicembre 2023 la durata delle concessioni prima della messa a gara, sembra fornire un nuovo appiglio al gestore del porto turistico di Lacco Ameno
Il Senato ha approvato nei giorni scorsi il disegno di legge sulla concorrenza. Come è noto, la procedura legislativa in atto è sotto i riflettori perché tra le varie norme comprende anche un articolo secondo cui le concessioni balneari andranno riassegnate attraverso gare pubbliche entro due anni, con varie prescrizioni particolari tese a premiare i gestori che attualmente detengono tali concessioni.
All’articolo 3 del ddl si legge che continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023 le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio delle attività turistico-ricreative e sportive,e “quelle per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti d’ormeggi”
La materia è di quelle che scottano, e non solo metaforicamente: i balneari hanno già annunciato azioni legali perché coloro che si erano visti concedere la maxi-proroga fino al 2033 dovranno invece accontentarsi di proroga molto ridotta, fino al 2024, quando le concessioni dovranno essere messe a gara.
Ma se questo scenario rappresenta una iattura per gli imprenditori che attualmente gestiscono le concessioni demaniali, in qualche caso particolare ci potrebbe essere addirittura qualche concessionario che festeggia. Ad esempio, Perrella e la sua ormai scaduta concessione sul porto turistico di Lacco Ameno. L’ipotesi sembra azzardata, ma cerchiamo di spiegarci meglio: l’articolo 3 del disegno di legge in questione detta le “disposizioni sull’efficacia delle concessioni demaniali e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive”, e al primo comma dispone che “continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023 [..]: a) le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio delle attività turistico-ricreative e sportive, [..]” e – si badi bene – “quelle per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti d’ormeggi”, e, al punto b),“i rapporti aventi ad oggetto la gestione di strutture turistico-ricreative e sportive in aree ricadenti nel demanio marittimo per effetto di provvedimenti successivi all’inizio dell’utilizzazione”.
Secondo alcuni qualificati addetti ai lavori, la disposizione legislativa si applicherebbe anche al projectfinancing varato sul porto lacchese, col risultato che la società Marina del Capitello manterrebbe il controllo della struttura anche dopo il 30 giugno, giorno della scadenza del
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Tenendo presente queste parole, secondo l’interpretazione di alcuni addetti ai lavori tale disposizione si applicherebbe anche all’approdo diportistico di Lacco Ameno, col risultato che l’infrastruttura, invece di tornare al 1° luglio nelle mani del Comune dopo la scadenza dell’ennesima proroga-covid (dopo che la concessione era già scaduta il 9 giugno di un anno fa), potrebbe invece rimanere nella disponibilità della società Marina di Capitello almeno per un altro anno e mezzo.
Si legge infatti al secondo comma dell’articolo 3 che “le concessioni e i rapporti di cui al comma 1, lettere a) e b), che con atto dell’ente concedente sono individuati come affidati o rinnovati mediante procedura selettiva con adeguate garanzie di imparzialità e di trasparenza e, in particolare, con adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento, continuano ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo titolo e comunque fino al 31 dicembre 2023 se il termine previsto è anteriore a tale data”.
Dunque, anche se la proroga a favore del concessionario scadrà il 30 giugno, secondo questa interpretazione egli potrebbe mantenere il controllo dell’approdo fino al termine dell’anno prossimo. La definizione legislativa sembra infatti adeguarsi all’affidamento che venne varato oltre sei anni fa con la formula del projectfinancing proposto dalla società Marina di Capitello.
Non è tutto: è noto infatti che gli stessi balneari giudicano irrealistico riuscire a organizzare le gare per entro l’inizio del 2024, e infatti il terzo comma dell’articolo in questione prevede che “in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2023, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa, l’autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024. Fino a tale data l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima anche in relazione all’articolo 1161 del codice della navigazione”.
Naturalmente l’ipotesi di una nuova proroga – l’ennesima – a favore della società Marina di Capitello sin qui illustrata, si fonda su basi interpretative del testo appena approvato in Senato, che presto sarà all’attenzione della Camera dei deputati per la definitiva approvazione prima di agosto, e che sarà seguito da un decreto attuativo col quale saranno definiti nei particolari i criteri con cui varare le gare ad evidenza pubblica e determinare gli indennizzi per i concessionari uscenti.Vedremo in ogni caso a brevissimo termine quanto sia realistico uno scenario con Perrella ancora al timone del porto anche dopo il primo luglio.