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Concussione, prima svolta: liberi i due indagati

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA.  La notizia è arrivata tra il tardo pomeriggio e la serata di ieri: il Tribunale del Riesame ha scarcerato il maresciallo Vanni Ferrandino e Antonello D’Abundo, i due indagati nell’inchiesta per concussione ai danni dell’albergatore Ciro Castiglione. Due giorni dopo l’udienza tenutasi innanzi alla X Sezione del Tribunale, il collegio composto dal presidente La Posta e dai giudici a latere Fallace e Sessa  ha infine emesso il verdetto sulla misura cautelare emessa dal Gip, annullando gli arresti domiciliari, che il pubblico ministero Luigi Alberto Cannavale avrebbe invece voluto veder confermati. Ferrandino e D’Abundo tornano quindi in completa libertà dopo oltre dieci giorni di detenzione. Un risultato importante per l’intero procedimento, perché infligge un severo colpo all’impianto accusatorio che, se non è da considerare totalmente travolto, vede comunque fortemente minato il quadro indiziario. Le motivazioni verranno depositate nei prossimi giorni, ma intanto c’è da registrare la piena e giustificata soddisfazione dell’avvocato Bruno Molinaro, appena appresa la notizia dell’annullamento della misura: «Il provvedimento del Tribunale del Riesame non mi sorprende affatto», ha dichiarato l’avv. Molinaro, difensore del Ferrandino insieme all’avvocato Tuccillo, «Ho sempre creduto nella assoluta innocenza di Vanni Ferrandino, da tutti conosciuto, non solo sull’isola, come persona perbene e pubblico ufficiale integerrimo». Secondo il noto professionista, «l’annullamento della misura ristabilisce la verità, non solo processuale ma anche sostanziale, e restituisce al mio assistito la stima e la dignità che ha sempre avuto e che ha sempre meritato nel privato e nel pubblico. Vanni Ferrandino anche nei momenti più dolorosi di questa surreale vicenda, ha sempre espresso, piena e incondizionata fiducia nell’operato dei magistrati, convinto che la verità sarebbe presto venuta fuori. Così è stato, infatti. Come si dice in questi casi? Ci sarà pure un giudice a Berlino! Noi l’abbiamo trovato nel Tribunale del Riesame di Napoli e non possiamo che esserne soddisfatti», ha concluso Molinaro, citando il grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht. Evidentemente i giudici “della libertà” hanno accolto le argomentazioni che gli avvocati hanno dispiegato nelle articolate memorie difensive depositate nei giorni scorsi, dapprima davanti al Gip (nel caso di D’Abundo, la cui memoria redatta dall’avv. Pettorino è stata illustrata da questo giornale nell’edizione del 19 aprile), poi davanti al Riesame.

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