Condoni “pezzotti”, sequestro in municipio
Su delega della Procura della Repubblica, dal palazzo di via Salvatore Girardi è stato portato via il computer che utilizzava il tecnico Luca Imparato, l’uomo sorpreso a disfarsi di documenti legati a pratiche di condono e che ha dato il via ad un’indagine che è ancora nel vivo. Dall’analisi minuziosa del supporto tecnologico potrebbero arrivare ulteriori spunti investigativi. E poi…

La fase di stasi, nell’ambito di un’attività investigativa tanto delicata, non poteva durare più di tanto. E così, dopo un periodo nel quale evidentemente l’autorità giudiziaria ha lavorato sotto traccia acquisendo nuovi elementi (anche perché pare che nel frattempo gli orizzonti della Procura della Repubblica si siano “allargati”, se ci passate il termine) riecco che torna prepotentemente d’attualità la vicenda legata alle pratiche sottratte dagli uffici comunali di Casamicciola e di cui il tecnico Luca Imparato avrebbe provato a disfarsi in fretta e furia gettandole nelle acque di Forio, tentativo non riuscito per l’intervento degli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re. Proprio i poliziotti, su delega della Procura, si sono recati presso gli uffici municipali di via Salvatore Girardi ed hanno eseguito il sequestro del pc sul quale lavorava proprio Luca Imparato, supporto tecnologico che peraltro dal Comune avevano già provveduto a mettere “sotto chiave” subito dopo l’inizio dell’inchiesta. Adesso il computer sarà analizzato da esperti del settore e la prima domanda che ci si pone è cosa si voglia scoprire. In primis analizzare tutti i dati ed i file contenuti nello stesso, che andranno minuziosamente spulciati ma non è tutto: le moderne tecnologie infatti consentiranno di capire anche se determinati file sono stati trasferiti su supporti esterni. Non solo, se determinate sezioni risulteranno poi addirittura vuote, significa che l’abitudine del professionista era proprio quella di lavorare sui predetti supporti esterni e questo è chiaro che non deporrebbe a suo favore, dal momento che diventa facile fare il più cattivo dei pensieri, legato alla volontà di nascondere qualcosa. In ogni caso, un dato è certo: il sequestro del pc disposto dall’autorità giudiziaria conferma come dietro questa vicenda si nasconda qualcosa di grosso. E detto, per inciso, di molto più grosso di quanto sia lecito credere.
Si va facendo sempre più strada, infatti, la percezione che si voglia estendere l’indagine non limitandola ai casi di specie riscontrati a seguito della vicenda che ha visto protagonista Imparato. Gli inquirenti non escludono che ci si possa trovare davanti ad un metodo consolidato e radicato che parte da lontano, prima ancora che il tecnico in questione si trovasse suo malgrado coinvolto in questo clamoroso caso. Sembrerebbe infatti che, spulciando in una serie di pratiche (attività tuttora in corso e che come è facilmente intuibile durerà ancora a lungo, essendo tutt’altro che agevole ricostruire tutta un serie di passaggi alle volte anche “storici” contenuti in ogni singolo fascicolo) siano emerse anche alcune di queste già evase ma che poi avrebbero contenuto informazioni falsi e difformi rispetto allo stato dell’arte. Insomma, il sospetto è quello di un “sistema”, di un “metodo” ed è chiaro che a questo punto l’obiettivo degli investigatori non può che essere uno: rimettere insieme i tasselli di un complicato mosaico, provando a ricostruire una rete che porti all’individuazione innanzitutto del mandante o dei mandanti, ma che renda anche possibile comprendere quali possano essere stati gli interessi e i vantaggi (questi ultimi invero abbastanza intuibili) che si nascondono dietro questo intreccio davvero particolare. Ritornando al caso di specie ed alla stretta attualità, non sembra aver trovato conferma la circostanza secondo cui Luca Imparato sarebbe stato ascoltato. O meglio, non sarebbe di certo transitato dalle parti degli uffici di via delle Terme, non è dato sapere però se lo abbia convocato direttamente la Procura o se il diretto interessato abbia chiesto per il tramite del suo legale di essere sentito. Ma è chiaro che le sue “parole”, quando e laddove dovessero arrivare, rischierebbero di aprire uno squarcio in questa indagine. Forse quello decisivo.
La genesi di questa storia risale alla fine dello scorso anno solare e la ricostruzione dei fatti (per quanto a nostro avviso decisamente rivedibile almeno nella forma, nella sostanza ci siamo) è ormai nota a tutti. Nel corso di un normale servizio di controllo sul territorio, gli agenti del commissariato di polizia – guidati dal vicequestore Ciro Re – si imbatterono in un soggetto nervoso e che si muoveva con fare frettoloso per disfarsi di una serie di carte gettate in mare nella zona denominata “Scogli Innamorati” in quel di Forio. Si pensa ad un reato di natura ambientale e a un gesto poco ortodosso ma in realtà quell’uomo sta gettando nelle acque isolane documenti che riguardano pratiche di condono portate via dal municipio di Casamicciola. Carte che poi verranno quasi completamente recuperate mettendo in moto tutto quanto è ancora in atto.

