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Condono e linciaggio mediatico, sarò… Chiara

DI CHIARA CONTI

È da un pò che sono diventate strenue sostenitrice del Comune Unico. Da 26 anni lavoro a Forio e da subito ho deciso di essere foriana. In questi anni ho visto l’isola arretrare. Ricordo il mio stupore nel constatare che sull’isola gli autobus passavano regolari anche di notte, cosa assurda per Napoli mia amata e talvolta odiata cittá di nascita. Spesso ho raccontato che invece a Milano tutto era perfetto, orari rispettati da metrò e bus, la cosa che mi stupiva che Ischia era come Milano. Oggi i nostri ragazzi sono costretti ad organizzarsi con bus privati o con genitori volenterosi. Ischia, isola felice, é arretrata. Perché? Ho preso in prestito per il mio post l’intervista a Camilleri. Lo conoscete? No? Si, lo conoscete il famoso scrittore di Montalbano. Le parole “sono pietre e possono trasformarsi in pallottole ,bisogna pesare ogni parola che si dice e far cessare questo vento dell’odio”, ci dice lo scrittore.

E la notte del 21 agosto 2017 le parole dette nelle edizioni straordinarie,specialmente Rai 1sono state per me pietre, macigni: Terremoto, Ischia, morti, abusivi. Linciaggio mediatico, lo stesso che tutte le emittenti stanno trasmettendo sulla villette in Sicilia che doveva essere abbattuta perché abusiva. E ancora macigni altro che pietre in Parlamento. Ischia Isola abusiva. Nelle grandi periferie, ha detto De Luca , come Marano, Casal di Principe ecc si potrebbe costruire ma in zone con problemi idrogeologici o zone di alto livello paesaggistico no. Ho scritto che tutto iniziò a Ischia perché i genitori volevano costruire una casa per i loro figli. Poi forse si é esagerato. Vorrei non essere fraintesa, non credo che si debba continuare ma credo che i nostri giovani debbano capire che é tempo di dire basta. Devono pretendere un piano paesaggistico rispettoso del territorio che consenta però zone dove é possibile costruire. In Parlamento invece di lanciare pietre di odio facciano leggi chiare e tolgano ai Sindaci la responsabilità degli abbattimenti. Le parole sono pietre é vero, e per noi su quest’isola splendida, sono pallottole e non serve schivarle da soli ma occorre che tutti insieme, a partire dalla Scuola, imparassimo a rispettare le regole, a comprendere che il territorio va tutelato e difeso, che l’acqua e il mare sono un bene prezioso.

Ultima osservazione: lo Stato ha una grande responsabilità, a mio avviso, nel silenzio legislativo di oltre 30 anni dal primo condono, si é consapevoli che pare ci siano 28 mila domande di condono inevase, bene, anzi male, cosa si é fatto? Il Sindaco siciliano che ha lanciato la notizia sulla villetta dichiarando che era abusiva cosa ha fatto? In fondo credo sia terribile lanciare sassi che potrebbero trasformarsi in pallottole e tornare indietro. Banalmente consiglierei al Parlamento di vietare lo sbarco sull’isola di enormi camion di cemento, ferro e mattoni che non abbiano destinazione certa e autorizzazione. Vorrei dire che le colpe sono di tanti e non solo degli “abusivisti” ed é quasi impossibile risalire ai veri colpevoli. Infatti perché dopo il terremoto di Casamicciola del 1883 si é ricostruito nelle zone il cui rischio sismico era acclarato? Perché nonostante i terremoti del 1762,1828,1841 e il più distruttivo 1883 a Casamicciola si é ricostruito nei medesimi luoghi?

“Ca pare casamicciola”, con queste parole il protagonista di Natale in Casa Cupiello, la celebre commedia scritta da Eduardo De Filippo tra il 1931 e il 1932, descrive il caos in cui si trova davanti entrando nella stanza dove poco prima, durante una furiosa lite tra la moglie e la figlia, sono finiti in pezzi stoviglie e mobili ed è stato “scassato” il presepe che stava costruendo con impegno maniacale. Perché De Filippo utilizza quel paragone per definire il putiferio causato dalla lite? In realtà, già a partire dagli ultimi anni dell’Ottocento, soprattutto del linguaggio popolare delle regioni dell’Italia centro-meridionale, il termine Casamicciola, derivato dal toponimo della cittadina distrutta dal terremoto del 28 luglio 1883, aveva assunto un significato figurato per indicare una situazione di caos, di grande sovversione e sconquasso.

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Dopo questo terremoto, gran parte degli studiosi di scienze della terra dell’epoca, in particolare Giuseppe Mercalli e Michele Stefano De Rossi, in seguito al ripetersi di effetti rovinosi localizzati nella parte superiore dell’abitato di Casamicciola, sconsigliarono la ricostruzione degli edifici distrutti nella stessa area. Tuttavia, lo stesso De Rossi, rispondendo nel luglio successivo a una lettera del sindaco di Casamicciola Giuseppe Dombrè, preoccupato per una leggera replica sentita in quei giorni, affermò che «l’esperienza storica insegna che il luogo il quale provò una recente catastrofe è per lungo tempo il più sicuro contro una simile ripresa» e che in un sito di recente colpito da un disastro sismico una scossa della stessa forza «ritornerà dopo un’intervallo che la stessa esperienza storica ci dice dover essere di lunghi anni». Sfortunatamente quanto accadde poco più di due anni dopo smentì clamorosamente tali affermazioni. Allora non vi era certezza, ma oggi? Oggi un famoso geologo ha detto “non c”é tempo ” Ed é questo che dico ai giovani dell’isola tutta non c’é più tempo ,studiate approfondite ,ricercate il passato e da quello ricostruite un ‘Isola migliore , non rifate gli stessi errori e collaborate per la nascita del Comune dell’isola di Ischia.

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* DIRIGENTE SCOLASTICO IC FORIO 1

 

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