CRONACAPRIMO PIANO

LA PRIMA VITTIMA

Giosi riassegna i decreti per gli assessori ma dagli atti scompare Loredana Cimmino che di fatto rimane senza deleghe: entro 48, massimo 72 ore dovrà inevitabilmente dimettersi dalla carica altrimenti sarà il sindaco a rimuoverla. Il sindaco di Casamicciola si prende la delega alla ricostruzione

Lo schema era già bello e pronto, il piatto doveva solo essere servito a tavola e al massimo sarebbe bastata una passata nel microonde. Ciò nonostante la rivoluzione voluta dal sindaco di Casamicciola Terme Giosi Ferrandino e culminata con l’azzeramento delle deleghe ai assessori e degli incarichi ai consiglieri siglato lunedì (firmato e protocollato nella serata di lunedì) nasconde in realtà un disegno ben più complesso e articolato. Ci vuole poco per capirlo, basta andare a vedere in che modo sono state ridisegnate le deleghe stesse dall’europarlamentare e primo cittadino termale. La ricostruzione, in primis, vera e propria priorità per un paese ferito a morte e devastato dapprima dal sisma del 2017 e successivamente dall’alluvione del 2022, passa di mano: non più ad Ilaria Ferrandino ma allo stesso Giosi Ferrandino il quale così tiene per sé un’altra delega importante e di sostanza, forse l’unica che aveva delegato a terzi. Per il resto la stessa Ferrandino acquisisce le politiche sociali da Antonio Pisani che a sua volta eredita la Pubblica Istruzione. Ma prima di proseguire nella nostra analisi ecco distribuzione di incarichi per i quattro assessori.

ANTONIO CAROTENUTO – Bilancio, tributi, programmazione economica, Pianificazione strategica per lo sviluppo del territorio, Infrastrutture e trasporti, Affari legali, Fondi PNRR, Agricoltura, Caccia, Pesca.

IGNAZIO BARBIERI – Lavori Pubblici, Edilizia scolastica, Demanio, Politiche dello sport, Fiere e mercato, Pubblica illuminazione, Protezione delle coste.

ILARIA FERRANDINO – Politiche Sociali, Pari opportunità, Energie e fonti rinnovabili, Informatizzazione e digitalizzazione dell’ente, Gemellaggi. 

LOREDANA CIMMINO – NESSUNA DELEGA

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No, tranquilli, quello che state vedendo non è affatto un errore di battitura. A Loredana Cimmino non sono state assegnate deleghe, nessuna. Ma come, direte voi? Giosi Ferrandino si è tolto i paccheri da faccia rispetto ad un atto di insubordinazione che nessuno avrebbe mai messo in preventivo: quando la geologa fu nominata assessore, si rifiutò di firmare il conferimento delle deleghe che aveva ricevute,ritenendole poca roba rispetto allo spessore della figura ed evidentemente al contributo dato alla causa in campagna elettorale. Insomma, di fatto è come se quelle deleghe non le avesse di fatto mai avuto e quindi il sindaco può oggi tranquillamente affermare (per quanto detta così potrebbe apparire paradossale) di non aver fatto altro che esaudire i “desiderata” dell’assessora. Alla quale, tra l’altro, pare vengano rimproverati anche una serie di atteggiamenti e promesse non onorate, tra cui quella di essere stabilmente presente sull’isola. Un impegno che Loredana Cimmino non avrebbe onorato al punto tale da essere a Casamicciola in pianta stabile al massimo un giorno a settimana: troppo poco per poter svolgere un incarico delicato come quello di assessore in un particolare momento storico per la comunità termale. Che cosa succederà adesso? E’ molto semplice, la logica vorrebbe che in virtù di una simile umiliazione pubblica la Cimmino rassegni immediatamente le dimissioni: mostrarsi ancorata alla poltrona dopo essere stata “spogliata” di ogni funzione sarebbe mortificante, oltremodo mortificante. Secondo quanto filtra dal convento dei Passionisti, Giosi Ferrandino spera ancora che la sua ormai ex esponente della giunta segua questa strada. Altrimenti, come si dice da quelle parti, “cap n terr e pass appriess”, nel caso che Loredana sarà rimossa e resterà nella “giocata” solo nei panni di consigliere comunale.

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E che cosa succederà adesso? Bisogna pensare alla successione, che sicuramente sarà una quota rosa. Le riconferme di Antonio Carotenuto e dell’intoccabile Ignazio Barbieri lasciano intendere chiaramente che le due caselle maschili resteranno immutate. Il primo nome che balza alla mente è senza dubbio quello di Annalisa Iaccarino, che di certo è la favorita numero uno per la successione della Cimmino. Dalla minoranza all’indipendenza al matrimonio con la maggioranza il percorso sarebbe completo. E poi Annalisa muore dalla voglia di occuparsi di ricostruzione, è un suo vecchio pallino, e la delega tornata in capo a Giosi potrebbe valere più di un lasciapassare a riguardo oltre che un indizio significativo. Attenzione però perché a debita distanza incombe l’ombra di Nunzia Piro. L’avvocato, tra coloro che firmarono nel 2022 la sfiducia a Giovan Battista Castagna, si era vista promettere la poltrona di vicesindaco già quando saltò sull’altra sponda del fiume, a prescindere da quale fosse stata la sua performance alle urne. Poi, però, arrivò una delle proverbiali “disconnessioni” che caratterizzano l’ex presidente del civico consesso che ebbe la “brillante” idea (per chi non l’avesse capito stiamo parlando in tono ironico) di scagliarsi nel bel mezzo della campagna elettorale contro Giosi Ferrandino, assumendo su una serie di tematiche una posizione estremamente critica. Risultato? Dopo il battesimo, Giosi ha celebrato anche l’estrema unzione dio Nunzia Piro lasciandola passare a miglior vita (elettoralmente parlando) nell’urna. Adesso l’avvocato potrebbe chiedere perdono e per la verità avrebbe nuovamente bussato alla porta dell’Hotel Le Querce, ma in maniera che non convincerebbe del tutto il sindaco dal momento che di tanto in tanto partendo da Lacco Ameno sbaglia strada e si ferma a Perrone. 

A chiudere questa carrellata, ci consentirete un’ultima considerazione. L’impressione è che con questo riassetto Giosi Ferrandino stia anche ridisegnando una squadra che – come è nei suoi auspici – dovrebbe governare Casamicciola ancora per i prossimi quattro anni e mezzo ma che, in caso di esito favorevole ad Abramo De Siano di ricorso al Tar potrebbe anche riportare il paese al voto nella prossima primavera. E allora tanto vale serrare le fila e portarsi avanti col lavoro. Come dire, la prudenza non è mai troppa.

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