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Arrestati con un chilo e mezzo di hashish, il Gip concede i domiciliari

Le difese riescono a ottenere l’alleggerimento della misura cautelare per i tre giovani isolani Curci, Anastasio e Pone accusati di spaccio di stupefacenti

Sono usciti dal carcere di Poggioreale gli ischitani Salvatore Curci (25 anni) e Alessandro Anastasio (20) e il lacchese Raffaele Pone (21), accusati del reato di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Il Gip ha infatti disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per tutti e tre dopo l’interrogatorio di garanzia svoltosi ieri mattina. Sia il primo, assistito dagli avvocati Cristiano Rossetti e Gianluca Pantalone, che gli altri due, difesi dall’avvocato Luigi Tuccillo, hanno mostrato un atteggiamento collaborativo durante l’interrogatorio dinanzi al Gip e ciò presumibilmente ha influito nella decisione che ha stabilito l’alleviamento della misura cautelare. I tre rimangono agli arresti, ma come detto hanno potuto abbandonare la casa circondariale.

Si tratta di un risultato effettivamente al di sopra delle aspettative, tenuto conto degli ingentissimi quantitativi di sostanza stupefacente rinvenuti dai Carabinieri durante le operazioni di pedinamento e controllo conclusesi nella serata di lunedì scorso con l’arresto dei tre giovani isolani.

Proprio la giovane età, insieme alla condizione di incensuratezza degli indagati, ha contribuito alla decisione, quasi insperata anche per lo schieramento difensivo. Soprattutto, la circostanza che i tre non si siano avvalsi della facoltà di non rispondere, ammettendo di fatto che talvolta una parte della sostanza venisse ceduta ad altri, non a fini di spaccio ma nell’ambito della propria cerchia di amici, ha ben impressionato il Gip Cervo.

Convalidati gli arresti di Curci e Anastasio, ma non di Pone vista l’assenza di flagranza. I tre hanno risposto alle domande spiegando che la sostanza era per uso personale

Salvatore Curci ha riconosciuto di essere possessore del quantitativo di sostanze rinvenute presso la sua abitazione, spiegando che era per uso personale, mentre  ha riferito che il “grosso” dello stupefacente che le Forze dell’Ordine hanno trovato nel terreno di Cartaromana non era suo.

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Da parte loro, Alessandro Anastasio e Raffaele Pone hanno riconosciuto il possesso dell’hashish, anche in questo caso per uso personale, lasciando invece intendere che la cocaina rinvenuta in uno dei siti della località ischitana non appartenesse a loro, ma a Curci. I due hanno anche spiegato di aver un “fornitore” di fiducia sull’isola. In sostanza, una condotta in parte “confessoria” e in parte collaborativa che ha portato, ieri pomeriggio, alla loro uscita dal carcere, a dispetto della richiesta di custodia in carcere invocata dal pubblico ministero. Il Gip, tra l’altro, ha convalidato gli arresti di Anastasio e Curci, mentre la difesa è riuscita a ottenere la non convalida per Pone, vista la mancanza di flagranza di reato.

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Quando parliamo di ingentissimo quantitativo, non esageriamo: i Carabinieri avevano infatti rinvenuto complessivamente oltre un chilo e mezzo di sostanza. Quantità lontanissima da quelle, enormemente più modeste, con cui i militari sono abituati a fare i conti durante le indagini nell’attività di repressione dello spaccio sulla nostra isola. La vicenda in questione ha avuto origine lunedì scorso quando all’esito di un controllo stradale a Casamicciola sulla Smart guidata da Salvatore Curci i militari decisero di procedere a una perquisizione prima personale, e poi domiciliare, al termine della quale veniva trovato un pezzo di hashish dal peso di 0.60 grammi oltre alla somma di denaro contante, poi nell’abitazione un  altro pezzo di hashish del peso di 41.70 grammi; uno di 2.50 grammi; uno di 1.90 grammi; una bustina termosaldata contenente 0.30 grammi di cocaina; un bilancino di precisione elettronico funzionante; quattro coltelli intrisi di sostanza stupefacente;  materiale di varia natura per il confezionamento.

Nel frattempo, l’ispezione dello smarphone di  Curci consentì di accertare all’interno della messaggistica whatsapp una serie di messaggi vocali tra lo stesso e Anastasio, relativi al taglio ed al confezionamento dello stupefacente destinato alla cessione a terzi. Le successive indagini, poi, permettevano di localizzare un’area situata Ischia nei pressi della Torre di Guevara in cui era nascosto ulteriore stupefacente: la zona in questione è un edificio storico, circondato da un ampio giardino di proprietà demaniale. Gli uomini guidati dal capitano Mitrione, arrivati in zona notarono nei pressi dell’ingresso al giardino della Torre un giovane appoggiato ad una Fiat Panda, poi identificato in Raffaele Pone, verosimilmente nel ruolo di “palo” a guardia dell’ingresso dell’edificio. A distanza c’era poi Alessandro Anastasio il quale, avvicinandosi al Pone, dopo aver confabulato entrò nella sua macchina per mettersi in marcia verso il Piazzale di Cartaromana. A questo punto i militari dell’Arma intervennero fermando i due che venivano sottoposti a controllo. Immediatamente venivano ispezionati alcuni anfratti e parti del giardino dove verosimilmente poteva essere stata occultata sostanza stupefacente e l’intuizione dava esiti positivi: sotto una zolla di terreno segnalata dalla presenza di un bastone venivano rinvenuto un involucro di colore verde contenente complessivamente un chilo di hashish (dieci panetti del peso di 100 grammi ciascuno) e altri 500 grammi sempre di hashish occultati in un’altra busta aperta (cinque panetti da 100 grammi ciascuno). Come detto, un chilo e mezzo di “roba”, un vero e proprio tesoro pronto a essere immesso su un mercato, come quello isolano, dove la richiesta è sempre più fiorente. A quel punto l’Anastasio e il Pone si vedevano alle strette e così il primo si rendeva anche collaborativo dinanzi ai Carabinieri. Era lui stesso a condurre i militari dietro un muretto dove gli stessi recuperavano un quantitativo di cocaina pari a 51 grammi, un ennesimo panetto di hashish del peso di 97.20 grammi e una busta postale di colore giallo contenente 54 grammi di caffeina che veniva utilizzata per il taglio della cocaina. Dopo aver valutato l’ordinanza del Gip, i difensori valuteranno eventuali motivi di ricorso al Riesame.

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