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Corruzione a Procida, il processo slitta all’autunno

Slitta nuovamente la ripresa del processo ai venti imputati per l’inchiesta “Final Berth”, deflagrata quasi un anno e mezzo fa sull’isola di Procida. Lo scorso settembre, omissioni e difetti di notifica per alcuni degli imputati avevano indotto il giudice a disporre nuove notifiche e aggiornare il processo al 16 febbraio, giorno in cui un’astensione da parte degli operatori forensi aveva imposto il rinvio.  Stavolta invece è stata la volontà di riunire le posizioni processuali degli imputati a quella dell’indagato-chiave dell’inchiesta, l’ex colonnello della Polizia municipale Giuseppe Trotta, a indurre le difese e ovviamente lo stesso pubblico ministero a concordare col presidente della prima sezione, collegio A, del Tribunale di Napoli una data in cui chiedere la riunione dei due rami del processo scaturiti dalla stessa inchiesta. Tale data è stata individuata nel 28 settembre, quando verrà inoltrata una formale istanza di riunione dei procedimenti in corso. Trotta aveva visto stralciata la sua posizione quasi un anno fa, nell’udienza preliminare dello scorso 13 giugno, quando il Gup Tommaso Miranda dispose il ritorno degli atti al pubblico ministero. Fu infatti accolta l’eccezione sollevata dall’avvocato Guido Izzo:a marzo del 2016, come previsto dall’art. 415 bis del codice di procedura penale, venne inoltrata al pubblico ministero la richiesta del suo assistito di essere sottoposto a interrogatorio, a cui il p.m. deve obbligatoriamente procedere. Il mancato svolgimento dell’interrogatorio fu riconosciuto dal giudice Miranda come motivo per annullare la richiesta di rinvio a giudizio per il colonnello. Analogo provvedimento di stralcio fu disposto anche per Vincenzo Ruocco, a causa di un’imprecisione nell’invio dell’avviso di conclusione delle indagini.

Trotta e l’altra imputata principale del processo, Maria Grazia Costagliola Di Polidoro, erano stati nel frattempo liberati dalla restrizione della misura cautelare costituita dagli arresti domiciliari, revocati rispettivamente a fine maggio e a metà luglio del 2016. Nel frattempo, la Procura aveva rinnovato per Trotta  la richiesta di rinvio a giudizio, che era stata accolta dal Gup, il quale  fissò la prima udienza per questo mese. Proprio il fatto che entrambi i procedimenti si trovino sostanzialmente nella stessa fase iniziale potrebbe agevolare la loro riunione, anche se, di fatto, dopo diciotto mesi dall’emissione delle ordinanze cautelari non è ancora iniziato il processo che si innesta sulle indagini, coordinate dalla Procura di Napoli (sezione reati contro la Pubblica Amministrazione), nell’ambito dell’inchiesta  che deflagrò a gennaio 2016 scuotendo pesantemente l’intera comunità procidana. Secondo la ricostruzione operata dalla Procura di Napoli, il colonnello Trotta, avvalendosi soprattutto della collaborazione della Costagliola di Polidoro (considerata dagli inquirenti come l’alter ego del Comandante) avrebbe posto in essere una serie di condotte illecite nella gestione personalistica del delicato settore della Polizia Municipale, ufficio che, di fatto, nell’interpretazione della Procura sarebbe diventato una sorta di “feudo” del comandante.

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