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Corruzione a Procida, il pm chiede la riunione dei processi

Ieri mattina dinanzi la prima sezione, collegio C, del Tribunale di Napoli è ripreso il processo originato dall’inchiesta denominata Final Berth. In realtà, visto l’iniziale stralcio della posizione dell’ex colonnello della Polizia locale di Procida, Giuseppe Trotta, e di Vincenzo Ruocco, il Pubblico Ministero ha presentato al collegio giudicante la formale istanza affinché il Presidente del Tribunale valuti l’opportunità della riunione con l’altro processo incardinato presso il collegio A della stessa sezione. Un anno fa, omissioni e difetti di notifica per alcuni degli imputati avevano indotto il giudice a disporre nuove notifiche e aggiornare il processo al 16 febbraio, giorno in cui un’astensione da parte degli operatori forensi aveva imposto il rinvio. Adesso si è finalmente giunti a concretizzare ciò che le difese e lo stesso pubblico ministero avevano concordato col presidente della prima sezione, collegio A, del Tribunale di Napoli, vale a dire il momento adatto per chiedere la riunione dei due rami del processo scaturiti dalla stessa inchiesta. Tra le file della difesa viene data per scontata la riunione dei due processi da parte del Presidente del Tribunale, che deciderà durante la prossima settimana. In caso positivo, la prima udienza del processo “riunificato” è già fissata al 23 novembre.

La vicenda giudiziaria, come alcuni ricorderanno, trae origine delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli,sezione reati contro la Pubblica Amministrazione, nell’ambito dell’inchiesta  che deflagrò a gennaio 2016 scuotendo pesantemente l’intera comunità procidana. Secondo la ricostruzione operata dalla Procura, il colonnello Trotta, avvalendosi soprattutto della collaborazione della Costagliola di Polidoro (considerata dagli inquirenti come l’alter ego del Comandante) avrebbe posto in essere una serie di condotte illecite nella gestione personalistica del delicato settore della Polizia Municipale, ufficio che, di fatto, sarebbe diventato una sorta di “feudo” del comandante; ciò avrebbe determinato una netta spaccatura tra il gruppo dei fedelissimi denominato “la squadra” (gratificati da posizioni di privilegio) e il gruppo dei dissenzienti, emarginati all’interno del Comando e destinatari di vere e proprie attività di dossieraggio. Al colonnello Trotta e alla Costagliola di Polidoro vengono contestati plurimi episodi di falso in atto pubblico, nonché calunnia, peculato e corruzione; al Coppola invece i reati di corruzione e falso in atto pubblico. Uno dei campi di intervento del colonnello Trotta sarebbe stato quello delle demolizioni di manufatti abusivi, disposte dalla Procura Generale della Repubblica di Napoli nell’ambito di diverse procedure denominate R.e.s.a., affidate per l’esecuzione proprio al Comando della Polizia Municipale di Procida: attraverso false attestazioni elaborate con l’ausilio di altri dipendenti comunali, nelle quali si dava atto, a seconda dei casi, della impossibilità di procedere alle demolizioni ordinate dall’autorità giudiziaria, ovvero dell’avvenuta demolizione, il colonnello Trotta di fatto avrebbe consentito agli autori degli illeciti edilizi di conservare la disponibilità dei manufatti abusivi, per poi tentare di scaricare le responsabilità sul sindaco di Procida.

Sempre secondo gli inquirenti, il colonnello Trotta e l’impiegata Costagliola di Polidoro si sarebbero adoperati anche per favorire l’attività edilizia della “Paco beach” mediante la consapevole omissione di controlli sui lavori in fase di esecuzione, l’adozione di una pluralità di provvedimenti di favore. Trotta e Costagliola di Polidoro si sarebbero poi appropriati di somme di denaro destinati al Consorzio di gestione dell’area marina protetta Regno di Nettuno. Ulteriori favoritismi sarebbero stati realizzati da Trotta nell’affidare indebitamente e senza alcuna selezione preventiva lavori pubblici  per un totale complessivo di oltre 50.000 € ad una ditta amica, priva dei necessari requisiti e peraltro cancellata dal registro delle imprese. Per evitare la diffusione di notizie sull’illecita gestione del Comando di Polizia Municipale, il colonnello Trotta avrebbe creato false dichiarazioni, facendole poi firmare da alcuni componenti della Polizia Municipale (con la prospettiva che, in caso contrario, avrebbe fatto perdere loro il posto di lavoro), con le quali costoro accusavano l’agente Vincenzo Intartaglia di aver sottratto timbri e verbali dall’ufficio, e conseguentemente minacciava l’Intartaglia di usare contro di lui tali dichiarazioni per indurlo a non denunziare le appropriazioni di denaro. Trotta avrebbe anche disposto attività di dossieraggio ai danni del segretario generale del comune di Procida, seguito e fotografato mentre si allontanava dall’isola a bordo di un traghetto in orari di lavoro, nell’erroneo convincimento che questi fosse rigidamente vincolato agli orari di entrata e uscita dall’ufficio.

Francesco Ferrandino

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