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Corruzione a Procida, si (ri)parte da zero

Sono passati quasi due anni da quando l’inchiesta Final Berth scosse la comunità procidana, ma a livello processuale non è ancora accaduto praticamente nulla. Lo stralcio iniziale della posizione dell’ex colonnello della polizia locale di Procida, Giuseppe Trotta, e di Vincenzo Ruocco, rispetto agli altri venti imputati ha determinato una lunga stasi che si è prolungata fino a quando, poco meno di un mese fa, il Presidente del Tribunale ha accolto la formale istanza affinché venissero riuniti i due procedimenti, entrambi incardinati presso la prima sezione del Tribunale di Napoli, l’uno davanti al collegio A, l’altro al collegio C. Stamane il giudice dovrebbe dunque dichiarare formalmente la riunione, a meno di qualche ennesimo imprevisto, concretizzando ciò che le difese e lo stesso pubblico ministero avevano concordato, cercando il momento adatto.  La vicenda giudiziaria, come alcuni ricorderanno, trae origine delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli,sezione reati contro la Pubblica Amministrazione, nell’ambito dell’inchiesta  che “esplose” a gennaio 2016.

Secondo la ricostruzione operata dalla Procura, il colonnello Trotta, avvalendosi soprattutto della collaborazione della Costagliola di Polidoro (considerata dagli inquirenti come l’alter ego del Comandante) avrebbe posto in essere una serie di condotte illecite nella gestione personalistica del delicato settore della Polizia Municipale, ufficio che, di fatto, sarebbe diventato una sorta di dominio privato del comandante; ciò avrebbe determinato una netta spaccatura tra il gruppo dei fedelissimi denominato “la squadra” (gratificati da posizioni di privilegio) e il gruppo dei dissenzienti, emarginati all’interno del Comando e destinatari di vere e proprie attività di dossieraggio. Al colonnello Trotta e alla Costagliola di Polidoro vengono contestati plurimi episodi di falso in atto pubblico, nonché calunnia, peculato e corruzione; al Coppola invece i reati di corruzione e falso in atto pubblico.

Gli altri imputati sono Antonio Lucio Ambrosino, Assunta Ambrosino, Gaetano Buonanno, Luigi Buonanno, Leonardo Cordova, Pasquale Cozzella,  Luigi D’Orio, Margherita De Vellis, Giorgio Formisano, Rosa Gallo, Mario Laddanza, Salvatore Lubrano Lavadera, Domenico Mazzella, Gianluigi Porta, Vincenzo Ruggiero, Salvatore Ruocco, Vincenzo Ruocco, Pasquale Sano, Aldo Scotto di Perta e Domenico Scotto di Tella, tutti coinvolti a vario titolo nella lunga indagine effettuata con il coordinamento della Procura di Napoli ed effettuata mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti, acquisizione di documentazione amministrativa, nonché tramite la raccolta di dichiarazioni di persone a vario titolo coinvolte.

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