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Casamicciola, la Curia “destituisce” la politica dalla Chiesa

CASAMICCIOLA TERME.  Il Vescovo contro gli antichi privilegi comunali. Ovviamente siamo molto lontani, e non solo temporalmente, dalla cosiddetta “lotta per le investiture”, che attorno al 1100 oppose il Papato al Sacro Romano Impero Germanico: uno scontro politico che spesso però divenne anche militare, scatenato dalla  prerogativa, reclamata sia dal Papa sia dall’Imperatore, nella scelta e nomina dei vescovi, anche se oltre  all’ “investitura episcopale” il confronto intendeva dirimere una questione ben più importante: stabilire quale potere, tra quello temporale dell’Imperatore e quello spirituale del Papa, avesse la supremazia sull’altro. Niente di tutto ciò sta accadendo nelle contrade isolane, tuttavia la richiesta che il Vescovo Lagnese ha inviato, prima al Comune di Forio e poi anche a quello di Casamicciola Terme, fa ritornare d’attualità antiche norme che da secoli regolano i rapporti tra Chiesa e autorità amministrative circa le modalità di nomina del Parroco. Parliamo del diritto di “presentazione” che spetta all’amministrazione comunale. Quest’ultima ha il diritto di fornire una terna di nomi, tra cui il Vescovo sceglie poi il nuovo Parroco. Un diritto che, nel caso della Parrocchia di Santa Maria Maddalena Penitente a Casamicciola Terme, risale al decreto emesso nel 1540 all’allora Vescovo Agostino Falivenia, come spiega lo stesso Monsignor Lagnese nella missiva inviata all’ente del Capricho: dopo i convenevoli esprimenti riconoscenza per le conseguenze positive di tale diritto  derivate per la comunità casamicciolese, il Vescovo entra subito in “media res” e fa riferimento a due provvedimenti che in qualche modo supportano l’istanza volta a eliminare il diritto di “presentazione” detenuto dall’amministrazione civile, ritenuto sostanzialmente anacronistico.

Nel dettaglio, Monsignor Lagnese ricorda che «in relazione alla nomina dei parroci, giova innanzitutto ricordare il decreto del Concilio Vaticano II Christus Dominus (28 ottobre 1965), al n. 28, dove si legge che il Vescovo, come padre della famiglia del presbiterio, “per poter meglio e più giustamente distribuire i sacri ministeri tra i suoi sacerdoti, deve far godere della necessaria Libertà nel conferire gli uffici e i benefici.”
Conformemente a questo principio, la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966), all’art. 18 comma 1 afferma: “Il bene delle anime esige che il Vescovo goda della libertà richiesta per conferire con giustizia ed equità ai sacerdoti più idonei gli uffici e benefici, anche non curati. […] sono abrogate le consuetudine e ritirati i diritti quanto alla nomina, all’elezione, alla presentazione di sacerdoti ad un ufficio o beneficio parrocchiale”».  E ancora: «Recependo la volontà e le indicazioni del summenzionato Magistero, il Codice di Diritto Canonico del 1983 non fa più menzione del diritto di patronato e propone il libero conferimento come via ordinaria per la nomina dei parroci, considerando la presentazione e l’elezione come eccezioni (cf. can. 523 CIC)», per arrivare al dunque: «In virtù del Can. 83 comma 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno dire tardi la cessazione. Dopo aver consultato la Santa Sede e i membri del Consiglio presbiteriale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale è indicato a partire dal Concilio Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la parrocchia S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme, sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della Diocesi». Naturalmente il Vescovo precisa di “desiderare vivamente” che «ciò possa avvenire con il comune accordo delle parti interessate per proseguire il cammino congiunto tra comunità parrocchiale e comunità civile iniziato secoli fa. Per questo, prima di emettere un decreto di cessazione del suddetto privilegio, è mia premura chiedere a codesta amministrazione comunale di voler manifestare il proprio parere in merito, alla luce delle considerazioni fin qui esposte».

Come contropartita, la Diocesi si impegna a «rinunciare a quanto codesta amministrazione corrisponde alla parrocchia di S. Maria Maddalena e a conferire alla medesima amministrazione seguenti privilegi di nattura spirituale: celebrazione mensile di una S. Messa in favore del popolo di Casamicciola Terme; celebrazione annuale di una S. Messa in data da stabilire in suffragio gli amministratori comunali e benefattori della chiesa parrocchiale defunti; celebrazione annuale di una S. Messa in favore degli amministratori comunali pro-tempore». Il Vescovo attende una risposta entro il primo marzo. Il 10 gennaio scorso il sindaco di Casamicciola ha incontrato Monsignor Lagnese alla presenza di don Agostino Iovene, prendendo atto delle richieste, e impegnandosi a discuterne con i Consiglieri comunali. Spetterà dunque al civico consesso elaborare la risposta da dare al Vescovo, entro quaranta giorni o poco più. Dopo la lunga controversia per l’asilo alla Sentinella, conteso a colpi di ricorsi tra la Curia e il Comune, la missiva del Vescovo sembra gettare un pizzico di sale su qualche ferita ancora aperta. E c’è da scommetterci che, per Casamicciola così come per Forio (dove analoga richiesta è stata avanzata contro il diritto di patronato per la Chiesa di San Vito), sarà una bella impresa far “digerire” alla cittadinanza l’eventuale assenso alle istanze curiali.

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