CRONACAPRIMO PIANO

Così ebbe inizio l’indagine sull’assenteismo all’asl

Era il 13 dicembre 2017 quando uno dei dipendenti (che, ironia della sorte, finirà egli stesso per essere indagato) vuota il sacco in un esposto indirizzato alla Procura. Il Golfo ve ne svela il contenuto e le accuse che di fatto hanno portato all’attività investigativa condotta dalla guardia di finanza

Adesso emergono nuovi e interessanti particolari, che il nostro giornale vi svela nel dettaglio. Ha una genesi l’indagine condotta dai militari della guardia di finanza di Ischia, guidati dal cap. Gerardo Totaro, e dalla Procura della Repubblica di Napoli e che ha visto in campo il pubblico ministero Antonello Ardituro. Tutto nasce dalla denuncia che un dipendente dell’Asl trasmette al procuratore capo, all’ANAC e per conoscenza all’ispettorato per la funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’autorità giudiziaria riceve a protocollo l’esposto in data 13 dicembre 2017, prima di svelarvene i dettagli giova sottolineare come alla fine l’autore dello stesso farà la fine del pifferaio.

Partì per suonare e fu suonato, dal momento che poi ritroverà egli stesso iscritto nel registro degli indagati. L’oggetto della denuncia era abbastanza esplicito: “Segnalazione di assenza ingiustificata dal servizio di molti dipendenti della struttura Villa Romana in via Antonio Sogliuzzo 60, della ASL Na 2 Nord ad Ischia nella fascia oraria 13.30-15.30”. Ecco cosa scrive in premessa il denunciante: “Premetto che in data 15 novembre 2016, mentre ero in servizio da solo in ufficio, sono stato vittima di un infortunio sul luogo di lavoro che ha reso necessario il mio trasferimento in ospedale, in stato di incoscienza, mediante il 118. Durante l’assenza dal lavoro per decorso post infortunio apprendevo da indiscrezioni che il dott. (omissis), incaricato dal mio capo servizio dott. Enrico Bianco di sostituirmi, si recava in visita presso altri uffici ASL presenti nel presidio ove presto servizio chiedendo informazioni sul mio infortunio e ponendo domande capziose e tendenziose sull’evento occorsomi.

Anche appuravo, sempre da indiscrezioni, che colleghi dipendenti di uffici adiacenti a quello dove presto servizio erano stati convocati a Frattamaggiore (sede centrale della ASL NA 2 Nord) da una commissione costituita in tempi record e composta, come riportatomi, da almeno due dirigenti cioè il direttore amministrativo dott. Balivo Francesco e il dirigente del servizio ispettivo avv. Aponte Roberto. Detta commissione, oltre alle informazioni già raccolte precedentemente, procedeva a interrogare il personale, anche in questo caso dubitando dell’infortunio occorsomi e ponendo domande supponenti e capziose. Il modus operandi di detta commissione tendeva ad avvalorare una ipotesi di mia simulazione di infortunio”. Ed a quel punto il firmatario dell’esposto cita una serie di note e corrispondenza che sembrerebbero andare chiaramente in questa direzione al punto tale che nell’ultima missiva trasmessa il 19 gennaio 2017 si parla apertamente di un infortunio che sarebbe stato simulato.

L’impressione è che il firmatario dell’esposto inizialmente scriva per difendersi da possibili accuse che gli potrebbero essere rivolte contro ma poi dalla difesa passa all’attacco, sancendo di fatto l’apertura di un’indagine. A un certo punto infatti scrive: “Naturalmente il giorno dell’infortunio non avrei dovuto essere solo in servizio, in ufficio. Pertanto senza neanche tanto esporsi, il dott. Bianco chiedeva, tramite terzi al dott. Di Sarno e all’amministrativo Alberto Grifo (miei compagni di struttura) di relazione sui motivi della loro assenza dal mio ufficio. Questi hanno relazionato ma, come poteva essere facilmente riscontrabile, erano assenti ingiustificati. Il dott. Bianco ha però accettato la loro versione, sfacciatamente non veritiera, non verificando che quanto riportato nelle loro relazioni era palesemente falso. E senza doverosamente approfondire i motivi dell’assenza ha archiviato il tutto. L’interesse del dott. Bianco è stato quello di archiviare in modo da consentirgli di poter dichiarare che il mio evento era inattendibili, non veritiero. Ero solo, ingiustificatamente solo, quindi non potevo provare alcunché”. Insomma, accuse e affermazioni gravi che certo non potevano passare inosservate agli occhi della Procura anche perché poi il firmatario della denuncia rincara la dose in maniera a dir poco clamoroso aggiungendo: “D’altronde, ciò che sto segnalando si riferisce a un modus operandi (l’allontanarsi dall’ufficio nella fascia oraria 13.30-15.30 molto ben conosciuto dal mio dirigente superiore, già oggetto di varie altre mi segnalazioni a codeste autorità, il quale pertanto non può da me essere informato di quanto sto con la presente segnalando. Né posso procedere a segnalare il tutto al delegato anticorruzione dell’azienda il quale riveste contemporaneamente anche l’incarico di responsabile del servizio ispettivo amministrativo e cioè uno dei componenti della commissione ‘inquirente’. Infatti, poiché precedenti episodi hanno evidenziato una sintonia tra i due, ogni mia segnalazione verrebbe sicuramente artatamente spenta e resa inattendibile. Non sarebbe infondata l’ipotesi di un previo avvertimento a tutti i dipendenti del presidio ove lavoro al fine di ottenere la presenza garantita durante una eventuale ispezione di facciata. E poiché quindi la segnalazione lambirebbe anche esso responsabile della prevenzione della corruzione, provvedo a inviarla direttamente a codesta autorità”. Insomma, il denunciante lascia intendere chiaramente di essersi rivolto alla Procura perché convinto che dall’interno nulla si sarebbe mosso rispetto a comportamenti non ortodossi.

Da qui la successiva parte dell’esposto nella quale il firmatario dello stesso aggiunge: “Con la presente, quindi, con la tutela riservata al dipendente che effettua le segnalazioni, chiedo che quanto da me riferito sia trattato garantendomi la protezione che, diversamente, dovrebbe essermi fornita dallo stesso delegato anticorruzione dell’amministrazione in cui presto servizio assicurando la riservatezza della mia identità. Vorrei infatti scongiurare altre ritorsioni nell’ambito del mio rapporto di lavoro ed evitare ulteriori esposizioni a misure discriminatorie e vedere ulteriormente compromesse le mie condizioni di lavoro”. Insomma, il denunciante manifesta anche una serie di preoccupazioni di natura personale e professionale prima di proseguire: “La mia sfiducia nella procedura interna di segnalazione deriva da una mia precedente denuncia all’ANAC che ho avuto modo di constatare che è stata paradossalmente partecipata a vari uffici all’interno dell’azienda con divulgazione della mia identità cui è seguita un’intensa attività ritorsiva attualmente al vaglio dei giudici aditi. Chiedo quindi, che la mia segnalazione sia riservata e disaccoppiara dal mio nominativo”.

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E poi si passa alle accuse, che vengono esposte in maniera chiara, precisa e dettagliata:”La mia segnalazione riguarda: l’omissione (strategica) del dott. Bianco di procedere alla contestazione ai dipendenti che sono risultati essere ingiustificatamente (con riscontri facilmente verificabili) assenti nell’ufficio ove ho subito un infortunio sul lavoro; l’assenza quotidiana della quasi totalità dei dipendenti del dipartimento di prevenzione di stanza nel presidio sanitario di Villa Romana, negli orari 13.30-15.30; un’assenza ingiustificata dal servizio, in alcuni casi maliziosamente giustificata da fantomatici servizi esterni facilmente verificabili come inesistenti. Io invece continuo a restare fisicamente in servizio in ufficio solo e privato quindi della possibilità di essere soccorso in caso di malori o infortuni sul luogo di lavoro, dei quali dovrei addirittura giustificarmi”. Di fronte a questi ultimi dettagli forniti, ovviamente, era inevitabile l’apertura di un’indagine da parte della Procura della Repubblica, che come i più attenti lettori ricordano, ha portato all’avviso di chiusura indagini per 32 dipendenti dell’ASL che rischiano adesso il rinvio a giudizio. Nella parte finale dell’esposto, il denunciante si dimostra quasi profetico al punto tale che sarà effettivamente accontentato giacché saranno poi proprio le Fiamme Gialle ad occuparsi della delicata questione. Il medico infatti scrive: “Sarebbe auspicabile, presso il presidio Villa Romana di Ischia, un controllo terzo (della Guardia di Finanza per esempio) al fine di verificare la fondatezza di quanto da me segnalato. Nel caso si ravvicino elementi di non manifesta infondatezza dei fatti segnalati e se ne dia seguito, per l’adozione dei provvedimenti conseguenti, o con la trasmissione degli atti a chi di dovere per il prosieguo, reitero la mia richiesta che si abbia cura di evidenziare che la segnalazione è pervenuta da un soggetto cui l’ordinamento riconosce una tutela rafforzata della riservatezza”.Questa denuncia mise in moto un complesso meccanismo di pedinamenti, appostamenti, intercettazioni ed anche riprese video e fotografiche che hanno visto a lungo impegnati i militari della guardia di finanza di Ischia, autori di una indagine davvero lunga e complessa soprattutto per il numero di personaggi che vedeva coinvolti. E sui cui dettagli vi relazioneremo nelle prossime edizioni del nostro giornale. Capendo anche come sia potuto accadere che la denuncia stessa si sia finita col ritorcere anche contro colui che l’ha firmata, essendo egli stesso destinatario del provvedimento di chiusura indagini.

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