«Così il nostro mare diventa una trappola»
Per l’isola d’Ischia il lungo ponte del 2 giugno è stata l’occasione per “mettere a referto” il primo sold out stagionale, che però si è registrato anche nelle acque antistanti l’isola con le immancabili invasioni nell’area marina protetta. Il direttore del Regno di Nettuno Antonino Miccio lancia monito e allarme…

L’isola può in parte sorridere ed in pare fare tesoro dei molti aspetti che ancora la rendono lontana da uno sviluppo razionale della sua vocazione turistica. Se da una parte Ischia pare confermarsi sul gradino più alto del podio in ordine al gradimento dei visitatori, quale metà prediletta, il primo test estivo ha messo anche in luce alcuni aspetti che in termini di vivibilità e tutela ambientale vanno rivisti. Il lungo ponte del 2 giugno ha rappresentato il vero e proprio debutto della stagione turistica 2024 per le isole del Golfo di Napoli, con numeri da record che confermano il crescente interesse verso la nostra terra, rivelatasi ancora una volta gettonatissima tra l’utenza vacanziera. Secondo i dati ufficiali forniti dagli uffici del TV Antonio Magi e dalla Capitaneria di Porto di Ischia, tra il 30 maggio e il 2 giugno sono sbarcate 44.485 persone sui porti isolani. A questi numeri si aggiungono 3.966 veicoli in arrivo – tra auto e moto, a testimonianza di un’intensa mobilità concentrata in pochi giorni.Eppure, in questa enorme mole di visitatori in movimento, come abbiamo avuto modo di denunciare dalle nostre pagine, sono bastate poche ore per mettere in luce i molti pregiudizi dell’assalto mordi e fuggi di queste. Niente campi boa, regolamenti disattesi e la necessità di effettuare massicce operazioni di controllo in mare. E’ questo, ad esempio, il caos che durante il weekend appena trascorso si registra all’interno del Regno di Nettuno, area marina protetta delle isole di Ischia, Procida e Vivara. Un mare affollato di barche e motoscafi e mezzi marini dove i bagnati, quelli che vorrebbero godersi la costa e quelli che si tuffano dai natanti stessi, finiscono, davvero “come un gatto in tangenziale”. Ma non solo mare preso d’assalto, ma anche un mega ponte del 1° giugno di polemiche, scarso senso civico e tanti, troppi rifiuti. Complice il clima estivo, come dicevamo, che ha spinto migliaia di persone a raggiungere l’isola e in spiaggia in moltissime località costiere d’Italia, con conseguenze in alcuni casi decisamente deleterie per l’ambiente,e non solo che anche nella fattispecie hanno fatto di Ischia il classico esempio di difficile sostenibilità. Tra i tanti elementi negati, qualche curiosa sorpresa ha caratterizzato,però, questo long week end. Questo deve spingerci a puntare sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale.A Lacco Ameno una simpatica famigliola di anatre naviga dinanzi al Lido Sombrero, tra il porto di Lacco Ameno e la Spiaggia della Fundera, in rotta verso una tana sicura per riappropriarsi del proprio habitat. Questo a testimonianza della necessità di fare qualcosa per raggiungere il giusto equilibrio tra i tanti aspetti che caratterizzano l’isola. Ne abbiamo parlato con Antonio Miccio direttore dell’AMP. E’stata l’occasione per “mettere a referto” il primo sold out stagionale.
« Negli ultimi anni il turismo diportistico è aumentato notevolmente. L’aumento è stato, a mio parere, eccessivo in tutto il Golfo di Napoli, non solo sull’isola di Ischia, generando oggettive difficoltà nella gestione della fascia costiera.– spiega Miccio che poi aggiunge-Vale una legge che tutti conosciamo: all’aumentare della quantità, spesso diminuisce la qualità. Con questo forte incremento del turismo nautico, accade sempre più spesso che le persone a bordo non conoscano il codice della nautica, le regole di distanza dalla costa, i limiti per l’ancoraggio e i principi basilari di sicurezza. Tutto ciò comporta inevitabili criticità, che non riguardano solo la tutela ambientale, ma anche e soprattutto la sicurezza delle persone in mare. L’ultimo episodio a Procida ne è un esempio, ma sono tantissime le segnalazioni da parte dei cittadini, anche su Varulo e altre baie. Su questa ultima baia siamo già intervenuti, in contatto con il Comune, e per il prossimo fine settimana sarà installata una cima di delimitazione per impedire l’ingresso delle imbarcazioni».
Miccio parla chiaro dinanzi all’evidenza dei fatti e sulla necessità di preservare dall’assalto indiscriminato altri tratti di costa isolani così come si prevede di fare all’ombra del Fungo e chiamando in “correità” molti altri enti come la Capitaneria e la regione Campania: «Credo che, su richiesta della Capitaneria, interventi simili verranno estesi anche ad altre baie. Il numero di presenze è davvero imponente, e servirebbe un intervento altrettanto significativo. Nonostante l’impegno della Capitaneria, è difficile gestire un’affluenza così elevata. Preciso che noi non gestiamo il turismo: il nostro compito è la conservazione. La gestione turistica è competenza di altri enti, come la Regione Campania, che al momento non mi pare si stia occupando adeguatamente del problema».
«Nel nostro piccolo, facciamo ciò che possiamo: richiediamo interventi alla Capitaneria, installiamo delimitazioni, ma i controlli spettano alle forze dell’ordine, non a noi. Tra dieci giorni inizieremo l’installazione del primo campo ormeggio a Lacco Ameno. Stiamo aspettando l’arrivo della camera iperbarica, indispensabile per il lavoro degli OTS data la profondità del fondale. Con il tempo installeremo i primi ormeggi, sperando in una maggiore attenzione da parte della Regione Campania. Possiamo realizzare migliaia di ormeggi, non solo centinaia. Ma contro la maleducazione e l’ignoranza, purtroppo, non c’è rimedio. Questa è la vera sfida: intraprendere un percorso che tenga conto non solo delle infrastrutture, ma anche dell’educazione e del rispetto delle regole.» – ha infine concluso Miccio provando ad elencare i dati del proprio impegno e gli auspici per il futuro sviluppo sinergico dell’AMP.