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Tentato omicidio, per la pubblica accusa è l’ora delle conclusioni

ISCHIA. Sarà il pubblico ministero, stamane, a discutere e a formulare le proprie conclusioni. Si avvia dunque alla fine il processo nei confronti del serrarese Domenico Iacono, accusato di tentato omicidio nei confronti del concittadino Salvatore Iacono. Conclusesi le testimonianze nell’udienza della scorsa settimana, con la deposizione del dottor Tarsitano come consulente della difesa, la pubblica accusa inaugurerà la discussione finale in vista della sentenza, che il collegio presieduto dal dottor Palumbo presso la sesta sezione del Tribunale di Napoli emetterà verosimilmente ad aprile. L’episodio contestato, molti lo ricorderanno, risale a due anni fa, quando una denuncia di Salvatore Iacono fece  scattare le indagini nei confronti dell’attuale imputato. Il processo, a sua volta, ha sofferto di un iniziale ritardo:  sarebbe dovuto iniziare a gennaio del 2017, ma il giudice dell’udienza preliminare, Claudia Picciotti, aveva assegnato la celebrazione del processo a un giudice in composizione monocratica (il dottor Paolelli). E, a norma di codice, i casi di tentato omicidio sono attribuiti al tribunale in composizione collegiale. L’incompetenza fu rilevata d’ufficio dallo stesso dottor Paolelli: gli atti tornarono così al Presidente del Tribunale per provvedere all’assegnazione del processo a un giudice in composizione collegiale. Di qui la successiva assegnazione al collegio A della sesta sezione. Il rinvio a giudizio era avvenuto il 9 novembre 2016, quando il Gup sciolse la riserva due giorni dopo lo svolgimento dell’udienza preliminare. Domenico Iacono fu chiamato dunque a rispondere dell’accusa di aver aggredito Salvatore Iacono con una roncola, quello che a Ischia è meglio conosciuto come “marrazzo”, con l’intenzione di uccidere. La difesa predisposta dai noti penalisti Arturo ed Enrico Froio non servì a evitare il processo per l’indagato, dal momento che il gup Picciotto accolse integralmente la ricostruzione del pubblico ministero Novelli. Nel procedimento, Salvatore Iacono si costituì parte civile. Assistito dall’avvocato Bruno Molinaro,  come persona offesa e danneggiata dal reato egli aveva affermato il suo interesse diretto, concreto e attuale a costituirsi, allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni “morali, patrimoniali, non patrimoniali e biologici” subiti in conseguenza dell’aggressione. Il processo quindi ripartì esattamente un anno fa, il 22 marzo. Nelle successive udienze sono stati ascoltati esponenti delle forze dell’ordine e alcune persone che avevano assistito alle fasi successive all’aggressione. Sul banco dei testimoni  è salita anche Palma Iacono, la figlia di Salvatore, che nel corso dell’udienza svoltasi due mesi fa ha illustrato le fasi di quella concitata giornata di inizio febbraio 2016. Il presidente Palumbo, d’accordo con le parti, ha fissato all’udienza del mese prossimo le conclusioni dei rappresentanti di parte civile e della difesa dell’imputato. Poi sarà il momento del verdetto.

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