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Countdown verso il corteo, resta il timore dei “separati in casa”

Ormai ci siamo. Domattina si svolgerà la manifestazione di protesta a sostegno della popolazione colpita dal terremoto che lo scorso 21 agosto ha impresso un segno indelebile sull’intera comunità isolana. O almeno così potrebbe sembrare, perché in realtà pare che il sisma abbia contribuito a far emergere alcune differenze, se non proprio divisioni, tra i cittadini isolani. Non solo (e non tanto) tra gli abitanti di Comuni diversi, ma anche tra coloro che nell’ambito di uno stesso paese sarebbe naturale che portassero avanti in maniera compatta le rivendicazioni comuni a tutti. L’auspicio è che domani le divisioni, a volte anche profonde ed emerse in questi giorni, vengano messe da parte per dare una dimostrazione di unità nel momento in cui davvero il tempo stringe. Uno degli obiettivi principali che il variegato fronte della protesta sta perseguendo è quello di ottenere un provvedimento legislativo per la fase della ricostruzione, con la nomina di un commissario. Carica che secondo le fonti più accreditate delle ultime settimane dovrebbe essere assegnata al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Proprio i rapporti con De Luca da parte delle amministrazioni isolane sono state messe sotto accusa durante la scorsa settimana da gran parte della cittadinanza più attiva.

Il Comitato “Risorgeremo nuovamente” ha ribadito che se adesso è stato aperto un canale esplicito di dialogo con la Regione il merito quasi esclusivo è della pressione che i cittadini hanno esercitato sui sindaci nel precedente summit del 31 ottobre, quando gli sfollati hanno preteso di conoscere dettagliatamente quanto fatto finora dalle amministrazioni, ai vari di livelli di interlocuzione con gli enti sovraordinati. Un summit dove oltre ai Comuni di Lacco Ameno e Casamicciola era intervenuta soltanto l’amministrazione di Barano tramite il vicesindaco. Una “diserzione” che aveva indispettito gli sfollati, i quali l’avevano percepita come un ulteriore segnale che anche sulla stessa isola d’Ischia il sisma era considerato una disgrazia riguardante soltanto coloro che abitavano le zone vicine all’epicentro.  La manifestazione prenderà le mosse da piazza del Capitello a Lacco Ameno alle ore 10, per poi procedere verso Casamicciola e concludersi a Piazza Marina nei pressi del Capricho, dove Giovan Battista Castagna e Giacomo Pascale dovrebbero relazionare alla folla, si spera più ampia possibile, in merito ai canali istituzionali attivati per arrivare al riconoscimento delle istanze che finora non hanno trovato posto nei provvedimenti legislativi alle porte, nonostante le tante belle parole spese da vari esponenti politici (e non solo) venuti a rendersi conto di persona dei danni causati dal sisma.

Alcuni avrebbero voluto che la manifestazione passasse attraverso le due “zone rosse” nella parte alta di Casamicciola e Lacco Ameno, perché secondo gli sfollati la stragrande maggioranza della popolazione isolana non ha ancora la dovuta contezza delle dimensioni dei danni provocati dalla scossa di due mesi e mezzo fa. Nella movimentata riunione di sabato scorso al Capricho, sono riemersi vecchi e nuovi dissapori tra le diverse anime della protesta casamicciolese, scopertasi ancora profondamente divisa tra fazioni e ben lontana da quella compattezza più volte invocata e auspicata, al punto da domandarsi se la varietà associativa sia un valore o piuttosto un altro motivo di frammentazione in vista della durissima sfida posta dalla ricostruzione. Una sfida che a detta degli stessi sindaci impegnerà il territorio per anni. Sarà allora importante, almeno per domani, mettere da parte coltelli e rancori per mostrarsi uniti in marcia in una manifestazione che sembra fare da pungolo involontariamente tempestivo all’incontro che il presidente De Luca ha fissato per il giorno successivo a Palazzo Santa Lucia con i sei sindaci isolani.

Nonostante l’accordo sulla protesta di piazza, gran parte dei cittadini sfollati nutre dubbi sulla sua reale efficacia relativamente alle richieste che a Roma faticano a soddisfare e, come abbiamo anticipato ieri, alcuni hanno esplicitamente proposto di alzare qualitativamente il livello della protesta, organizzando un’operazione di blocco dei porti isolani, che avrebbe un’eco mediatica di sicuro impatto, viste le conseguenze dirette sull’economia locale e non solo. Si vedrà. Adesso si pensa alla buona riuscita della manifestazione di domani: la fine dell’anno, e della legislatura, è ormai vicina, e ogni giorno è prezioso.

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