CRONACA

Covid all’Ibsen, la dirigente: «Tenere alta la guardia, ma evitiamo isterismi»

A Il Golfo Marilisa Mancino racconta le fasi concitate successive alla positività al coronavirus riscontrata su una docente. E non ha dubbi: «La socializzazione e la presenza sono fondamentali per l’insegnamento, dover ricorrere nuovamente alla didattica a distanza non sarebbe il massimo». Stamane i tamponi per le tre classi in isolamento

Con quello che sta succedendo è certo eccessivo parlare di fulmine a ciel sereno. Però ci sembra di capire che il problema sia stato affrontato con prontezza ed efficacia. Può riassumerci l’evolversi degli eventi?

«Nella serata di ieri (mercoledì per chi legge, ndr) abbiamo ricevuto la comunicazione da parte di una docente che dichiarava di essere risultata positiva al Covid dopo aver effettuato un tampone. L’insegnante era assente da martedì mattina perché, avendo riscontrato dei sintomi preoccupanti da lunedì sera, ha contattato il suo medico e si è posta immediatamente in isolamento e in malattia. Dunque ha prestato servizio a scuola fino a lunedì. Immediatamente abbiamo attivato la procedura prevista dal Dipartimento di Prevenzione e dal protocollo “Scuola Sicura” contattando celermente il referente dell’Asl Salvatore Castaldi. Lo stesso ci ha prontamente risposto, poi si è consultato anche con altri colleghi, e poi in tarda serata ci è stato riferito di mettere in quarantena i contatti stretti della docente».

Una misura adottata a che scopo?

«Esclusivamente precauzionale, dal momento che in ambito scolastico tutte le misure di sicurezza quali distanziamento, utilizzo dei dispositivi di protezione individuale eccetera erano stati ampiamente rispettati. Ma la misura è stata adottata tenendo presente la giovane età dei bambini, è stato preferito l’isolamento delle tre classi in cui lunedì l’insegnante era stata in servizio. Si tratta di classi della scuola primaria Perrone: la Prima A, la seconda B e la Quarta A. Successivamente ci è stato detto di effettuare delle indagini interne col personale in servizio per verificare se ci fossero anche degli adulti che erano state a stretto contatto con la docente, per quindici minuti almeno e senza che fossero adottate tutte le precauzioni del caso».

E cosa ne è emerso?

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«Che soltanto due docenti nella giornata di lunedì sono stati a contatto con la collega risultava positiva. Hanno osservato tutte le precauzioni ma anche in questo caso, per ragioni prudenziali, il dipartimento di prevenzione ha preferito disporre l’isolamento. Anche loro, al pari dei bambini, effettueranno il tampone nella giornata di domani (oggi per chi legge, ndr) nell’apposito casello allestito all’esterno dell’ospedale Rizzoli. I tempi sono stati rapidissimi, c’è stato un lavoro sinergico che ha dato i suoi frutti, e devo ringraziare davvero tutti. A seguito della positività della docente abbiamo provveduto ad effettuare una sanificazione dei locali del De Gasperi, che è stata svolta attraverso l’utilizzo di prodotti certificati ed eseguita dai nostri collaboratori scolastici».

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Allargando gli orizzonti, le scuole sono diventate oggetto di dibattito. Tra molti suoi colleghi che tendono a sottolineare che una serie di comportamenti sbagliati dei giovani porti il Covid dall’esterno all’interno delle scuole e non accada certo il contrario, e chi invece sostiene che forse sarebbe il caso di far ricorso alla didattica a distanza, posso chiederle qual è il suo pensiero su una tematica tanto delicata?

«Sicuramente sarà necessaria una rimodulazione dell’insegnamento in generale, con un’organizzazione e regolamentazione della didattica a distanza. Perché, se dovessero aumentare i casi nelle scuole e gli studenti in quarantena, sarà necessario – al fine di assicurare il diritto allo studio – utilizzare quello strumento. Noi da subito partiremo con la somministrazione di modalità didattiche sincrone e asincrone sia nelle classi interessate. Fondamentalmente, però, voglio che sia chiaro un concetto: i risultati che si ottengono con la socializzazione ed in presenza, non potranno mai essere eguagliati dalla didattica a distanza. In alcuni casi può essere integrativa ed essere d’aiuto, ma da sola non è positiva per i bambini: quindi, speriamo di arginare il fenomeno».

Il suo probabilmente vuole essere un invito alla prudenza e non solo, almeno credo.

«La prudenza è d’obbligo, così come vanno assolutamente evitati isterismi ed allarmismi che certo non apportano alcun beneficio ad un momento già di suo decisamente complesso. Ripeto, a scuola protocolli di sicurezza e procedura vengono rispettati sempre e poi anche gli alunni sono molto attenti, specialmente quelli più grandi. Pensare al rischio zero era impossibile, tutto quello che facciamo è di ridurre il rischio al minimo, ci auguriamo che tutto vada per il meglio. Niente psicosi, allora, ma che la guardia resti alta».

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