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Sedici scrittori per il libro omaggio a Pino Daniele

Gianluca Castagna | Ischia – Sedici canzoni per sedici storie. Un tributo al mascalzone latino della canzone italiana, ma anche un progetto di resistenza e vitalità editoriale che getta un ponte verso le espressioni culturali di una città mai a corto di ispirazione. E’ stato presentato sabato pomeriggio, all’Alchemie Friends Club di Ischia l’antologia “Ho sete ancora”, raccolta di racconti dedicata a Pino Daniele, una voce, che, pur partendo da una città violentemente viva e appesantita da milioni di immagini, suoni e sedimentazioni, si è imposta come formidabile strumento di crescita ed emancipazione. Finendo per superare la sua stessa storia personale, e quel dolore, intimo e profondo, che marchia a fuoco tutti coloro che vengono fuori da un contesto di malessere e inquietudine.
Foto secondariaPer rendere omaggio al grande artista scomparso lo scorso gennaio, “Iocisto”, la prima libreria d’Italia ad azionariato popolare (1000 soci, sede in Piazza Fuga al Vomero), ha chiesto a sedici protagonisti della scena letteraria e giornalistica italiana, tutti napoletani o a vario titolo legati alla capitale partenopea, di lasciarsi ispirare da una canzone di Pino Daniele, traendone liberamente un racconto. Ognuno di loro ha scelto un titolo, per costruirci attorno una storia personalissima che intreccia elementi autobiografici, suggestioni ispirate dalla città, ricordi o visioni fantastiche.
«Non è stato difficile mettere insieme sedici autori – ammette Amedeo Borzillo, socio volontario della libreria “IoCiSto” – perché tutti questi narratori frequentano la libreria e ne sostengono le iniziative. Maurizio De Giovanni, ad esempio, è uno dei soci più costanti e attivi, ha presentato tutti i suoi libri da noi. Con Titti Marrone è stato abbastanza semplice aggregarli tutti nel nome di Pino. Un artista che racchiudeva tutte le contraddizioni della napoletanità, tipicamente “atipico”, certamente trasversale nella sua ricerca musicale, contaminata da mille suggestioni e interessi. Pino Daniele – aggiunge Borzillo – non può avere eredi, come tutti i personaggi eccezionali che hanno realizzato qualcosa di unico. Penso a Troisi, a De Filippo. Lasciano forte un senso di appartenenza alla nostra cultura, perché ne sono state grandissime espressioni».

Il musicista Ubjik e l'attore Roberto Scotto Pagliara nella performance della serata (foto Ischiacity)“Ho sete ancora”, nelle librerie e nelle principali edicole dell’isola d’Ischia, è un caleidoscopio letterario che riflette molti aspetti di Napoli, la sua bellezza, le ferite aperte, la sua forza evocativa, i suoi paradossi. Gli stessi cui Pino Daniele seppe dare voce e musicalità in un momento storico in cui la città tentava di lasciarsi alle spalle la cecità della “cartolina” per affacciarsi alla modernità industriale, economica e sociale mai rinunciando – anzi, ribadendone – peculiarità e famigerata ecletticità. Un esperimento destinato a fallire, come oggi siamo costretti ad ammettere.
Gli autori che hanno partecipato gratuitamente al progetto sono: Maurizio Braucci (“Bella ‘Mbriana”), Antonella Cilento (“Terra mia”), Marco Ciriello (“Notte ca se ne va”), Maurizio de Giovanni (“I so’ pazzo”), Diego De Silva (“Sulo pe’ parlà”), Francesco Durante (“Chiove”), Francesco Forlani (“E cerca ‘e me capì”), Enrico Ianniello (“Appucundria”), Peppe Lanzetta (“Donna Cuncetta”), Lorenzo Marone (“Alleria”), Titti Marrone (“Quando”), Antonella Ossorio (“Lazzari felici”), Silvio Perrella (“Santa Teresa”), Angelo Petrella (“Maluviento”), Luciano Scateni (“Sotto o’ sole”), Brunella Schisa (“Napule è”).
Nel corso della serata, l’attore Roberto Scotto Pagliara ha letto i racconti di Maurizio De Giovanni e Antonella Cilento, mentre il musicista Daniele “Ubjik” Stasio ha eseguito “Libertà” e “Suonno d’ajere”, due canzoni tratte dal primissimo album di Pino Daniele, “Terra mia”, pubblicato nel lontano 1977.
Custode di un’anima profonda, inafferrabile, di quella“filosofia di vita” così creativa, fertile, nella quale il napoletano, pur nel disincanto, ha spesso individuato l’unica strada per mettersi in pari col mondo e con i miti della contemporaneità, Pino Daniele rivive in questa antologia di storie tutte diverse. Nei toni, nei temi, nei registri espressivi e in quei personaggi spesso radicali così simili a quelli celebrati nelle sue straordinarie canzoni. “Ho sete ancora” è un volume arricchito da un ricordo dell’attore italoamericano John Turturro e un’introduzione a cura del giornalista musicale Federico Vacalebre.

Alla presentazione dell’antologia è intervenuto anche l’ing. Giancarlo Carriero, da qualche mese promotore di un’iniziativa che intende intitolare al musicista napoletano una via o un largo a Casamicciola Terme, dove Daniele trascorreva le sue vacanze estive da ragazzo. Un’iniziativa che vedrebbe d’accordo anche il sindaco della cittadina termale Giovan Battista Castagna.
L'ing. Giancarlo Carriero (foto Luigi Trani)“Ho sete ancora” è un progetto editoriale a più voci per mostrare quanto le canzoni di Pino Daniele siano entrate nella vita dei napoletani. Lei si ricorda quando lo ha conosciuto musicalmente?
«Lo ricordo benissimo, perché era il periodo a cavallo fra la fine della scuola e l’inizio dell’Università. Prima di Daniele, c’era stata in verità un’altra esperienza assai innovativa, quella della Nuova Compagnia di Canto Popolare. L’insieme di queste due esperienze furono molto significative per me e quelli della mia generazione. All’epoca ero un ragazzo abituato all’ascolto del napoletano nella sola canzone classica, improvvisamente riscoprivo come questa lingua potesse prestarsi in maniera efficace a un’interpretazione musicale totalmente diversa, rielaborata in maniera moderna dalla Nuova Compagnia per le canzoni della tradizione e, nel caso di Pino Daniele, in maniera sorprendentemente contemporanea per canzoni nuove e moderne. Fu una vera rivoluzione».
Pino Daniele è stato l’artista della dialettica tra due grandissimi mondi musicali: il folk napoletano e il blues. Cos’è rimasto di questa sintesi così mirabile nel panorama musicale italiano e partenopeo? Ci sono eredi?
«Pino Daniele è stato un artista di livello straordinario, non ne nascono tutti i giorni. Lui ha dato una svolta alla musica che ha prodotto delle conseguenze anche sulla scena partenopea: penso ai 99 posse, gli Almamegretta…anche i rapper di oggi sono su quella strada, anche se seguono percorsi musicali e cifre espressive diverse. Secondo me è possibilissimo che il pensiero di Pino continui a evolversi, facendo emergere altri personaggi che portino avanti questa idea di rinnovamento della musica e della cultura napoletane».
Lei da qualche mese è promotore di un’iniziativa che mira a far intitolare una strada di Casamicciola a Pino Daniele. Perché?
«Quando l’ho conosciuto personalmente, purtroppo tardissimo, a fine agosto 2013 in occasione di un concerto per Piano&Jazz, rimasi colpito dall’affetto con cui lui ricordava le sue vacanze estive a Casamicciola da ragazzino. Pino Daniele ricordava tutti i luoghi, pur non essendo più sicuro di saperci tornare. Ci diede delle indicazioni e siamo arrivati al belvedere del Paradisiello. O’ Paravesiello, come lo chiamava lui. Raccontò di quando andava su quel belvedere, si sedeva su una panchina e strimpellava la chitarra in cerca di ispirazione. Il panorama era così bello, diceva, che ci tornava di proposito. Mi è piaciuta molto l’idea che alla sua formazione musicale e alla successiva maturazione artistica abbia in qualche modo contribuito anche l’isola d‘Ischia, quindi ritengo giusto che gli dedichiamo quel luogo».
E’ questo il suo ultimo ricordo?
«Ahimè sì, lui voleva tornare a Ischia. Gli dicemmo che avevamo trovato quel posto, gli mandammo delle foto e lui al telefono lo riconobbe “E’ proprio quello”. Aggiunse: “Non dimenticate come ci si arriva, perché la prossima volta che vengo mi ci dovete portare”. Purtroppo non è stato possibile».
Qual è la sua canzone preferita di Pino Daniele e perché?
«Sarò banale ma credo “Napul è”, perché, per quell’epoca, parlava di Napoli in maniera sincera e completamente nuova».
(grazie a Ischiacity e Luigi Trani per le foto della serata)

 

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