Cpl Concordia, si chiude il cerchio: assolto Massimo Ferrandino
La Corte di Cassazione cancella la sentenza della Corte d’Appello di Bologna: nessun tentativo di corruzione da parte di Casari, Verrini, e del fratello dell’ex sindaco di Ischia negli appalti per la metanizzazione dell’isola. Si chiude quindi definitivamente la vicenda deflagrata sette anni fa
Si è definitivamente chiusa la lunga vicenda giudiziaria relativa agli appalti per la metanizzazione a Ischia. La Corte di Cassazione, dopo oltre quattro ore d’udienza e altre sette ore d’attesa, ha assolto l’avvocato ischitano Massimo Ferrandino da ogni accusa di corruzione, ribaltando così la sentenza d’appello. Con lui anche l’ex presidente della società cooperativa Cpl Concordia, Roberto Casari, e il dirigente Nicola Verrini, sono stati assolti: secondo la Corte, nessuno dei tre aveva mai tentato di corrompere l’ex sindaco di Ischia Giosi Ferrandino, fratello di Massimo, e il dirigente dell’Ufficio tecnico Silvano Arcamone. Per questi ultimi infatti lo scorso luglio l’assoluzione già decretata dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Napoli era diventata definitiva dopo la rinuncia della Procura a ricorrere in Cassazione. Adesso, la Suprema corte ha annullato la sentenza di secondo grado dello scorso autunno, quando la Corte d’Appello di Bologna aveva condannato Casari a due anni, sei mesi e venti giorni (derubricando l’accusa che da corruzione divenne quella di istigazione alla corruzione), a otto mesi l’ex dirigente di Cpl Nicola Verrini e nove mesi per l’avvocato Ferrandino.
È stato quindi riconosciuto lo stridente contrasto tra la doppia assoluzione napoletana e le accuse che erano rimaste in piedi nel ramo modenese della vicenda, dove gli avvocati avevano più volte rimarcato che non può esserci “corruttore senza corrotto”. Infatti Casari fu condannato a quattro anni e due mesi per gli stessi fatti per i quali Giosi Ferrandino a Napoli era stato assolto in via definitiva.
Finisce così una lunga odissea, per Casari, assolto lo scorso anno anche dalla pesante accusa di concorso in associazione camorristica, ma anche per Verrini e per Massimo Ferrandino, il quale finalmente dopo sette anni può tirare un sospiro di sollievo nel vedere pienamente riconosciuta la propria innocenza e l’estraneità agli addebiti in relazione all’opera di metanizzazione sull’isola negli anni tra il 2004 e il 2009 che secondo i giudici di Cassazione fu svolta dalla Cpl senza alcun comportamento corruttivo né con altro tipo di abuso.
Il verdetto della Cassazione sancisce la conclusione dell’iter giudiziario di una vicenda deflagrata nella primavera del 2015 e sfociata nel processo che ebbe inizio sei mesi più tardi. Questioni procedurali finirono per dividere il processo in due rami, uno celebrato presso il Tribunale di Modena e l’altro a Napoli. Nel filone modenese rimase incardinata la posizione di Massimo Ferrandino (difeso in Cassazione dagli avvocati Coppi e Vignola) a cui vennero contestati contratti di consulenza con la Cpl, secondo l’accusa funzionali all’ottenimento di facilitazioni nella commessa isolana della metanizzazione e della sua estensione al resto dei comuni limitrofi. Una divisione processuale che nella pratica è stata spesso fonte di rallentamenti e anomalie dibattimentali, come si è avuto modo di constatare nei casi di testimoni che contemporaneamente erano imputati in rami paralleli della vicenda. Due giorni fa, finalmente l’epilogo con la tripla definitiva assoluzione.