POLITICAPRIMO PIANO

Quando una firma vuol dire “suicidio”

Le turbolenze che ogni tanto si registrano in seno ad alcune amministrazioni locali “sopite” da un dato che è emerso in maniera chiara anche nel corso degli ultimi due anni: i casi di Lacco Ameno e Serrara Fontana hanno insegnato che l’elettorato boccia chi sfiducia un sindaco. E spesso, chi ha apposto l’autografo fatidico ha finito col non essere rieletto

La storia e le statistiche di casa nostra lo insegnano sin da sempre, ma quanto accaduto negli ultimi due anni conferma la tendenza una volta di più. In un momento in cui la politica spesso fa registrare “scossoni” e probabili ribaltoni in alcuni Comuni isolani, arriva un monito che non può non essere tenuto in debita considerazione dai protagonisti della politica isolana. Le ultime due elezioni amministrative – che si sono svolte lo scorso anno nel Comune di Lacco Ameno e molto più recentemente in quello di Serrara Fontana – hanno fornito un’indicazione chiara, anzi due. La prima: i cittadini non soltanto non premiano chi manda a casa l’amministrazione in carica, ma addirittura nella quasi totalità dei casi gli artefici dello scioglimento dei civici consessi (e quindi i consiglieri che firmano davanti al notaio) pagano il loro gesto con la mancata rielezione. E attenzione, la volontà dell’elettorato è chiara, marcata e ineccepibile, come dimostrano i risultati emersi nelle competizioni di cui sopra. A Lacco Ameno è stato sconfitto un “mito” come Domenico De Siano, non certo l’ultimo arrivato: e i 150 voti di scarto rimediati da Pascale al ballottaggio sono un’enormità se si considera che il senatore è stato una potenza politica per decenni all’ombra del Fungo oltre a detenere un potere economico che non è mai compagno di viaggio da sottovalutare. Ma evidentemente il popolo non ha gradito lo sgambetto fatto al “Barone” e quando è entrato nell’urna ha inteso rendere pan per focaccia.

E che dire allora di Serrara Fontana? Alle pendici del Monte Epomeo, se vogliamo, la situazione era sulla carta ancora più complessa. Perché se a Lacco Ameno Giacomo Pascale poteva ricandidarsi, in quel caso Caruso – reduce dal doppio mandato – ha dovuto cedere il passo ad Irene Iacono. E anche in questa circostanza dall’altra parte c’era un pezzo da novanta come Cesare Mattera, uno che politicamente ha scritto la storia serrarese più e meno recente. Anche in questo caso la risposta dei cittadini è stata chiara ed esaustiva, con il povero Cesare che è stato travolto da un vero e proprio “tsunami” di consensi verso Irene, che ha così potuto indossare la fascia tricolore con un suffragio tanto netto che lei stessa non avrebbe mai immaginato. E attenzione, mettere una firma per sfiduciare un sindaco negli ultimi tempi significa di fatto suicidarsi. Non lo diciamo certo noi, ma i numeri. Ritorniamo a quanto accaduto nel 2020 a Lacco Ameno. I consiglieri che mandarono a casa Giacomo Pascale furono Michele De Siano, Antonio Di Meglio, William Vespoli, Salvatore Castagna, Antonio Monti, Carmine Monti, Giovanni De Siano, Aurelio De Luise e Antonio D’Orio. Ebbene il risultato delle votazioni ha prodotto una vera e propria ecatombe: basti pensare che sono stati rieletti soltanto Antonio Di Meglio e William Vespoli con la minoranza ed il “pentito” Giovanni De Siano con la maggioranza. E non pensate che le cose siano andate tanto diversamente a Serrara Fontana. A mettere l’autografo per sfiduciare Caruso sono stati Cesare Mattera, Aniello Mattera, Emilio Giuseppe Di Meglio, Daniele Trofa Palma Iacono, Roberto Iacono, Umberto Di Iorio. Non sono stati rieletti Daniele Trofa, Emilio Giuseppe Di Meglio e Roberto Iacono mentre Umberto Di Iorio non aveva nemmeno presentato la sua candidatura.

Insomma, segnali che certamente non faranno piacere a coloro che ogni tanto pensano di voler sovvertire con un “colpo di mano” la volontà popolare, che farebbero bene a fare i debiti scongiuri del caso. Il ragionamento, tanto per dirne una, vale nuovamente per Lacco Ameno, dove la maggioranza guidata da Pascale sembra non essere più così granitica come dopo la cavalcata elettorale del 2020. Qualcuno sostiene che le acque non siano così calme nemmeno in quel di Forio, specialmente dopo lo strappo che si è consumato tra Francesco Del Deo e Gianni Mattera: è vero che all’ombra del Torrione non si registrano altre scosse telluriche, ma a questo punto eventuali “rivoltosi” – se scaramantici – ci pensassero due volte sopra prima di provare eventuali ribaltoni. A Casamicciola le acque sembrano essere tornate chete nonostante la costituzione di un gruppo consiliare autonomo ad opera del consigliere Angela Di Iorio e dell’assessore Nuccia Carotenuto (fin qui pienamente organici alla maggioranza guidata dal sindaco Giovan Battista Castagna) mentre coloro che sembrano non doversi preoccupare né di cabala né di altro sono Enzo Ferrandino e Dionigi Gaudioso. Che, manco a farlo apposta, governano Ischia e Barano, le due municipalità che andranno alle urne il prossimo anno. Loro lo faranno senza alcuno “sgambetto”, poco ma sicuro. Poi, nel caso, ogni rito è autorizzato.

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