CULTURA & SOCIETA'

Cresime nella Chiesa dello Spirito Santo nel Borgo Antico: il Vescovo Pascarella unge la fronte di 22 giovani “preparati“ da Don Carlo in un clima di Comunione e fratellanza

ISCHIA PONTE SEDE DEL VESCOVADO, DELLA CATTEDRALE E DEL SANTUARIO DI SAN GIOVAN GIUSEPPE DELLA CROCE IL CENTRO DELLA SPIRITUALITA’ DELL’ISOLA - La cresima è il sacramento che permette al fedele di accogliere lo Spirito Santo nel proprio cuore e ricevere i suoi sette doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio

La prima volta del nuovo vescovo di Ischia Sua Ecc. Mons. Gennaro Pascarella per le cresime a Ischia Ponte. Ventidue sono stati i beneficiari fra cresimande e cresimandi, in età giusta per ricevere il santo sacramento. Il quale conferma la definitiva appartenenza del battezzato al corpo mistico della Chiesa, imprimendogli il carattere indelebile di cristiano; detto anche confermazione. Il sacramento della Cresima è normalmente amministrato dal vescovo, che lo conferisce con l’imposizione delle mani e l’unzione della fronte del fedele col sacro crisma. Esattamente ciò che è accaduto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria dell’Assunta – Spirito Santo a Ischia Ponte. La cerimonia bella e festosa ha avuto luogo in una chiesa Santuario di San Giovan Giuseppe della Croce al Borgo affollata e lieta, il tutto secondo anche il rispetto delle regole anticovid.

L’attivita’ pastorale del Vescovo Pascarella da quando ha preso possesso della Diocesi isolana, non si è concesso un solo giorno di pausa. Ha visitato tutte le chiese dellì’isola, piccole e grandi, ha incontrato tutti i parroci delle 25 parrocchie della Diocesi e loro parrocchiani dai quali nel corso delle sue attese e gradite visite ha ricevuto accoglienze di simpatia ed affetto come i figli l’hanno per il proprio padre. Il Vescovo Pascarella è contento della sua nuova sede vescovile ove sta toccando con mano la sua storia passata e presente,più quella presente di cui oggi Egli è parte primaria di una chiesa che a Ischia, attraverso iniziative di comunione, condivisione e fratellanza, si impegna per costruire il suo rilancio. La santa cresima trasmessa  è il sacramento che permette al fedele di accogliere lo Spirito Santo nel proprio cuore e ricevere i suoi sette doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. La sua importanza viene sottovalutata troppo spesso. Questo accade soprattutto dai giovani ragazzi che non possiedono i giusti strumenti per seguire la strada di Gesù. In questo hanno un ruolo essenziale i genitori e i padrini. È proprio grazie a loro che il giovane cristiano può comprendere cosa significa ricevere il sacramento della cresima e confermare il proprio amore per Gesù. Per spiegare il vero significato della cresima vanno prese in prestito le parole di Papa Francesco. Chi meglio di lui può aiutarci a comprendere l’importanza di questo sacramento? La cresima si lega al battesimo in modo indissolubile.

Confermazione, battesimo ed eucaristia “formano un unico evento salvifico, nel quale veniamo inseriti in Gesù Cristo morto e risorto e diventiamo nuove creature e membra della Chiesa. Ecco perché in origine questi tre sacramenti si celebravano in un unico momento, al termine del cammino catecumenale, che era normalmente nella Veglia Pasquale. Così veniva suggellato il percorso di formazione e di graduale inserimento nella comunità cristiana che poteva durare anche alcuni anni. Si faceva passo per passo, per arrivare al battesimo, poi alla cresima e all’eucaristia”.Il suo nome, confermazione, “ci ricorda che questo apporta una crescita della grazia battesimale: ci unisce più saldamente a Cristo; porta a compimento il nostro legame con la Chiesa; ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere la fede, per confessare il nome di Cristo e per non vergognarci mai della sua croce”. Papa Francesco continua dicendo: “Per questo è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi abbiano questo sacramento. Tutti noi abbiamo cura che siano battezzati: e questo è buono! Ma forse non abbiamo tanta cura che ricevano la cresima: restano a metà cammino”. La Santa Cresima all’inizio non aveva un nome specifico e veniva identificato con rito con cui si amministrava, l’imposizione delle mani. Per un certo periodo veniva invece indicato con il termine greco che significa sigillo, in latino signaculum o consignatio. Così facendo si voleva ricordare il segno di Cristo, impresso in modo simbolico con l’olio santo sulla fronte del cresimato all’inizio del rituale di fede. Questo voleva significare la “proprietà” di Cristo sulla persona.Nel V secolo inizia a diventare d’uso comune il termine confirmatio, che in greco significa confermazione, usato per simboleggiare il completamento e il perfezionamento del battesimo. Dopo la cresima, il fedele sarà più forte e in grado di proseguire il suo percorso da cristiano.Il termine cresima invece arriva in tempi più recenti e indica in parte il gesto dell’unzione e in parte la materia usata per compiere il gesto, il crisma. Come abbiamo detto, le prime tracce della confermazione sono presenti nel Nuovo Testamento.

Negli Atti degli Apostoli 8:14-17 troviamo scritto: “Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.” Il rituale della cresima nella Chiesa cattolicaIl sacramento della cresima, sia nella chiesa cattolica che in quella ortodossa, è uno strumento di grazia. Un’occasione per il fedele di chiedere l’aiuto del divino per condurre la propria vita da credente. È uno dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, così come il battesimo e l’eucarestia. Nel caso del battesimo, il fedele entra a far parte della chiesa, del popolo di Dio. Con l’eucarestia Gesù sostiene il cammino del cristiano verso la città celeste. La cresima invece, conferma il credente e il suo cammino nella fede e nell’essere testimone della parola di Dio.Come ci ha insegnato il catechismo, sappiamo che la cresima è ciò che ci rende perfetti cristiani e soldati di Gesù. Questa espressione si ricollega al rituale dello schiaffo, gesto molto comune in ambito militare. L’esercito romano era solito dare la alapa militaris, uno schiaffo che simboleggiava una prima ferita, allo stesso modo il vescovo da un piccolo schiaffo sulla guancia destra, nonché uno dei rituali più identificativi del sacramento.Il rituale della cresima nella chiesa cattolica dispone che “il sacramento della confermazione venga conferito ai fedeli all’incirca all’età della discrezione, a meno che la Conferenza episcopale non abbia determinata un’altra età o non vi sia il pericolo di morte oppure, a giudizio del ministro, non suggerisca diversamente una grave causa” (codice di diritto canonico del canone 891).

In generale però, i ragazzi che arrivano a ricevere questo dono di solito si trovano dal primo anno di scuola media al primo anno di scuola superiore e arrivano a questo traguardo dopo un periodo di preparazione di due o tre anni di catechismo. In genere il numero dei cresimandi è inferiore rispetto a quanti fanno la prima comunione. L’errore diffuso è quello di pensare che la cresima sia un sacramento “minore”. Il ruolo dei genitori e dei padrini è essenziale per guidare il ragazzo verso la comprensione dell’importanza di questo sacramento.Anche per questo motivo, per rendere valido il rito è necessaria la presenza di un padrino o di una madrina. Questa figura deve essere un cristiano già cresimato, che sappia accompagnare con coscienza il cresimando a ricevere il sacramento. A conferire il sacramento generalmente è il vescovo o un sacerdote autorizzato, che unge la fronte del ragazzo, dopo aver chiesto allo stesso di assumere l’impegno ad una vita cristiana coerente con i valori evangelici.Il rituale della Cresima è molto semplice ma ricco di importanza. Una volta terminata la celebrazione, il cristiano sarà in possesso di tutti gli strumenti per professare la sua fede e diventare portavoce di Gesù.Come ogni evento importante, anche la cresima va festeggiata con le persone più care per gioire insieme di questo grande dono ricevuto. Ormai è consuetudine riunirsi con parenti e amici dopo la celebrazione per festeggiare in comunione. Come sempre, in queste occasioni, è buona consuetudine ricordare che l’attenzione va riposta sul sacramento e non sul buffet o sui regali. Ciò che conta è la condivisione del momento di felicità.Per ringraziare i propri cari di aver partecipato alla celebrazione, la tradizione vuole che il cresimato offra un piccolo ricordo a tutti i partecipanti. Alla fine della festa, vediamo sempre comparire le bomboniere: grandi, piccole, colorate o funzionali. La scelta può farsi molto difficile! (Fonte: Myriam)

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