CRONACA

Crisi dei bar in Italia ma non in Campania e Sicilia

Per Fabrizio Luongo, vice presidente vicario della Camera di Commercio di Napoli, la Campania ha, una classe imprenditoriale giovane, dinamica e motivata, che non si lascia abbattere e che ha saputo dare carattere ai propri locali

Le conseguenze della pandemia si abbattono, tra gli altri, sui bar italiani, settemila in meno negli ultimi due anni, in base a quanto riportato nelle elaborazioni di Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese che riguardano il periodo dei due anni del Covid.

Dei 169.839 bar presenti a fine 2019, infatti, ne sono rimasti aperti 162.964 a fine 2021, 6.875 in meno (-4,05%). Una riduzione rilevante, che ha colpito prima di tutto il Lazio, dove questi esercizi pubblici sono diminuiti del 10,09% pari a 1.860 strutture in meno. La Lombardia, invece, ne perde più di 1.500, vedendo così ridurre i suoi bar del 5,49%. Molte le regioni che registrano variazioni superiori alla media. La Valle d’Aosta (-9,07%), Marche e Friuli Venezia Giulia, che segnano riduzioni dell’ordine del 6%, Toscana, Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige con cali superiori al 5%, Piemonte, che si assesta al -4,99%.

Maurizio Frantellizzi

In senso opposto procedono la Campania e la Sicilia, dove in questi due anni si è registrato un incremento del numero dei bar compreso tra l’1 e il 2%.

“La crisi dei bar italiani nasce con la pandemia – afferma Maurizio Frantellizzi di Casartigiani Napoli – i lockdown e i rigidi protocolli che si sono alternati nel tempo, uniti ad un rincaro dei fitti, hanno decretato la chiusura di molte attività nel settore bar e anche della piccola ristorazione”.

“La Campania in controtendenza invece vede resistere le sue imprese con Napoli capofila, il capoluogo vede addirittura un incremento in tale settore, ciò è dovuto anche da un’attenta e lungimirante politica di assistenza alle imprese messa in campo dalla CCIAA guidata da Ciro Fiola che ha saputo aiutare migliaia e migliaia di imprese con contributi a fondo perduto per adeguamento tecnologico, nuove attrezzature, macchinari e arredi, ma anche abbattimento a zero dei tassi di interesse” – afferma Casartigiani.

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“Abbiamo, una classe imprenditoriale giovane, dinamica e motivata, che non si lascia abbattere e che ha saputo dare carattere ai propri locali, l’avventore vuole un buon servizio ma anche la giusta atmosfera e gli imprenditori napoletani hanno dimostrato, come sempre accade nel momento di maggiore difficoltà, il meglio di se – afferma Fabrizio Luongo vice presidente vicario della Camera di Commercio di Napoli. Ciò non ci fa però dimenticare le tante imprese ancora in difficoltà o gli imprenditori che hanno con grande rammarico dovuto cessare la propria attività. Non resteranno soli e li aiuteremo a restituirgli la loro vita imprenditoriale che in molti è ragione di vita per passione e amore nel lavoro che svolgono”.

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Ogni imprenditore a Napoli svolge la sua attività con professionalità ma soprattutto con sana passione – afferma Casartigianinapoli – questa la vera forza campana che vede nella sorella Sicilia una comunione di intenti condivisa da centinaia di anni.

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