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QUANDO IL CUORE PUO’ PIU’ DELLE PAROLE

Di tutti gli “scienziati” vantati da Casamicciola,  che si ritrovano quasi quotidianamente seduti ai tavoli del Bar Calise di piazza Marina –per buona parte già “morti” e “sepolti”- si è dovuto scomodare un anziano (ma sempre pimpante) maitre d’Hotel, già presidente dell’associazione professionale alberghi e terme e  storico gestore del Wunderbar (all’epoca c’erano i Tedeschi!), nel popoloso rione di Perrone.

Raffaele Calise (ma Franco da sempre) ha voluto spendere una parola accorata, ad un anno dal terremoto, in favore del suo paese e ha affidato a Il Golfo una lettera molto precisa e dettagliata indirizzata al commissario alla ricostruzione Carlo Schilardi, allo scopo di richiamarne l’attenzione su di un tema centrale quale appare il problema della casa legato all’abusivismo edilizio.

E’ una storia logora e consunta dal tempo, ma con il terremoto è tornata di viva attualità non fosse altro  che per via di un Puc (Piano Urbanistico Comunale) che va approvato entro l’anno corrente ma che vede il comune di Casamicciola latitante e non certo per il terremoto,  e infine per un piano di intervento ricostruttivo delle abitazioni danneggiate dal sisma che chiameremo per comodità “piano di dettaglio urbanistico”. Franco ha preliminarmente passato in rassegna l’intera fase di emergenza che Casamicciola attraversa nei settori dell’industria alberghiera, termale e commerciale, puntualizzando molti aspetti incoerenti della politica locale in tema di abusivismo edilizio e leggi di condono collegate, che sono alla base di una gravissima situazione normativa, procedurale e legale dei tre comuni colpiti dal sisma dello scorso anno.

Io non so se il commissario Schilardi si sia espresso nei termini riportati da Franco e cioè che le case realizzate abusivamente non saranno ammesse ad eventuali contributi dello stato nella fase ricostruttiva, ma mi ha colpito l’appello e le relative considerazioni di Franco su ciò che rappresentano le case per necessità, i sacrifici di una vita delle laboriose famiglie dell’isola d’Ischia, le assenze e i colpevoli ritardi nell’approvazione di un piano regolatore e di piani di Dettaglio di  una classe politica inqualificabile e la fuga di responsabilità  su numerose proposte di legge relative all’adozione di una normativa urbanistica definitiva atta a “sanare” una volta per tutte i modesti interventi edilizi per “necessità abitativa” (non quelle scandalose proposte di abbattimenti con priorità differenziate), con esclusione assoluta degli “ecomostri” di gravissimo impatto ambientale e con caratteristiche speculative del tutto evidenti.

Chi scrive ha dedicato un’intera esistenza alla difesa del Territorio e alla Tutela dell’Ambiente dell’isola d’Ischia, coinvolgendo anche il Fondo Mondiale per la Natura e Italia Nostra, ben consapevole che non è concepibile costruire in modo dissennato, al di fuori della legalità e indirizzando le realizzazioni edilizie abusive ad un mero  carattere speculativo, peraltro favorito da un mercato del Turismo in grande espansione fra gli anni Settanta e Novanta. Ebbene, dai risultati ottenuti, si può dedurre che la speculazione ha avuto partita vinta sullo stato di necessità e che –fatto gravissimo- ha trovato anche udienza nei palazzi di giustizia, nei comuni, province e regioni, ma soprattutto nella famigerata sede della Soprintendenza dove si sono consumate le più grosse carognate a scapito delle famiglie deboli e a tutto vantaggio dei potenti!

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Valga per tutti una iniziale disponibilità dei funzionari di Palazzo Reale, a Napoli, che di accordo con i sindaci dell’isola d’Ischia “licenziarono” centinaia di pratiche riguardanti quelli del “bottone”. Alle prime denunce,  i rubinetti si  chiusero e si passò al famigerato art. 9 della legge regionale n.10/2004, vera bruttura incostituzionale secondo cui le pratiche di condono (dei raccomandati!) potevano essere esaminate soltanto dalla Commissione integrata comunale, evitando il…”passaggio” alla Soprintendenza! Un orrore giuridico che svuotava delle prerogative di legge l’organo periferico del Ministero dell’Ambiente, appositamente delegato a fornire il nulla osta alla pratica di condono! Molti magistrati hanno preso posizione su decine e decine di “condoni pilotati” e che riguardano nella maggioranza dei casi enormi speculazioni edilizie (tipo mostro di Fuenti e bruttura di Alinuri!) protette dai caporioni locali e da diverse autorità corrotte del continente.

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I pochi abbattimenti che abbiamo seguito, monitorato e annotato sono stati eseguiti ai danni di povera gente indifesa, e senza…santi in paradiso! I cuori di pietra dovranno pur presentarsi al cospetto del padreterno per rendere conto dei loro misfatti. Al commissario Schilardi, che non conosce la realtà isolana, suggeriamo di documentarsi perbenino prima di “salvare” i delinquenti e affossare i più deboli. Franco Calise –da uomo di mondo- ha messo le mani avanti per richiamare l’attenzione del potere sull’intricatissima jungla edilizia nostrana.

Ecco perché in un articolo precedente ho parlato di legge speciale per la ricostruzione e non per la demolizione dei fessi! Dopo quarant’anni di omissioni e bestialità compiute dai sindaci nel campo minato dell’edilizia, sembra sia giunto il momento, “grazie” al terremoto, di rendere finalmente giustizia agli abusivi del cratere, applicando semplicemente le norme dei due condoni, ovvero varando velocemente un decreto per Ischia, anche perché solo con una leggina speciale sarà possibile superare una volta per tutte il gravissimo immobilismo degli uffici tecnici e delle commissioni integrate nell’esame delle pratiche di condono.

Sarebbe auspicabile limitare gli effetti “benefici” della sanatoria –come fu fatto d’altra parte con le leggi di condono pregresse- ad una superficie coperta predefinita (massimo 130 metri quadrati) e un’altezza pari a due piani fuori terra, per facilitare le opere di mitigazione sismica e non vanificare gli interventi d messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma. Franco Calise ha parlato col cuore, ma, si sa, i commissari di governo ragionano con le leggi alla mano e i numeri dei finanziamenti. Stanno lì per questo.

GIno Barbieri

 

 

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