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Cuotto, che caos: ingorgo nella curva del Belvedere

La contrada Cuotto, soprattutto negli ultimi anni, si è trasformata in un piccolo autodromo di Monza. In realtà il paragone, che ai più potrebbe apparire iperbolico, calza a pennello. Se siete ancora scettici, sarebbe opportuno che osservaste la fotografia realizzata da Pietro Coppa. Il videomaker di “Ischia Reporter”, negli scorsi giorni, ha infatti scattato un’istantanea che testimonia perfettamente non solo le pessime condizioni del fondo stradale, ma anche gli ingorghi che sovente si verificano in un tratto specifico della strada provinciale, ovvero la curva del Belvedere. Questa lingua d’asfalto – assurta agli onori delle cronache per l’incidente della povera Adriana Serpico e del suo fidanzato – è quotidianamente percorsa da centinaia tra automobili, motorini e mezzi pesanti, tra i quali bisogna annoverare anche i pullman privati e di linea.

Ne deriva che in questa autentica babele di ferro spesso e volentieri si registrino dei notevoli rallentamenti della circolazione veicolare, che generano i malumori degli utenti della strada, che qualche volta perdono le staffe rendendosi autori di “performance” assai poco edificanti. La problematica pocanzi descritta è dura a morire, dal momento che gli ischitani sono morbosamente attaccati ai propri mezzi di trasporto. La situazione, com’è ovvio che sia, non tende a migliorare, e c’è da ritenere che non migliorerà finché gli isolani non perderanno il proprio “vizio”. Ma l’esame di coscienza non dovrebbero farselo soltanto i cittadini (che mediamente dispongono di almeno due o tre mezzi a famiglia), ma anche le amministrazioni comunali. Per mitigare il fenomeno, sarebbe opportuno che i sindaci dell’isola e gli addetti ai lavori si sedessero attorno a un tavolo per trovare mezzi di trasporto alternativi all’auto e ai motorini. Le cosiddette zone a traffico limitato sono una buona idea, ma la loro istituzione – in assenza di un efficiente servizio di trasporto pubblico su gomma – è più un male che un bene. Intelligenti pauca…

foto Pietro Coppa

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