Da Forio a Messina, la favola di Riccardo De Leon
Il giovane ischitano ha lasciato la sua isola per andare a giocare a Basket in Sicilia. E, al termine di un’annata trionfale, ha ottenuto la promozione in serie B. Un’emozione indimenticabile raccontata a Il Golfo in una inedita intervista
Forse non ci credeva nemmeno lui, Riccardo De Leon, quando ha lasciato la squadra di basket ad Ischia e la sua isola, portando con se la valigia, quella piena di sogni, Riccardo è figlio di quest’isola, era stato qualche anno fuori per studiare, allontanandosi dai suoi amici, ma non dal suo sport preferito, ha continuato a giocare anche al nord. Poi è arrivato il Covid, che ha scombinato i suoi piani e lo ha riportato su questo scoglio, intanto continua gli studi, lavora e gioca in una squadra serie C Gold, incollato al canestro, facendosi notare per i tanti punti che riesce a segnare ad ogni partita. Ed è qui che entra in gioco la squadra messinese che lo vuole acquistare, ed è così che comincia la sua avventura in Sicilia.
Riccardo, parlaci del tuo percorso sportivo.
“Ho iniziato a giocare a Forio a 12 anni, un po’ per gioco perché mamma diceva che dovevo fare uno sport e poi, mi sono innamorato di questo sport dopo il primo allenamento. Da li ho iniziato ad impegnarmi e a coltivare questa passione e il mio sogno. Pian piano sono arrivate le prime soddisfazioni, e negli anni, le prime convocazioni ai raduni della Campania E le prime convocazioni, con il Forio, dove ho iniziato a 15 anni. Poi mi sono trasferito a Pavia dove ho conosciuto il basket giovanile vero e ho giocato nella società principale di Pavia arrivando anche a fare i primi allenamenti con la serie B oltre a varie esperienze in serie D e C da under sempre in Lombardia. Il covid ha un po’ interrotto il mio percorso facendomi tornare a casa prima con la Cestistica Ischia e poi con il Forio in serie C quest’anno, fino alla chiamata di Messina che milita in un campionato di altissimo livello che è la C Gold Sicilia-Calabria. Questo è più o meno percorso che ho fatto fino ad oggi, chiudendo quest’anno nel migliore dei modi”.
Senza dubbio hai regalato una bella soddisfazione hai regalato alla tua famiglia.
“Si, sicuramente con questa vittoria mi sono tolto qualche sassolino dalle scarpe, posso dire che tutto il lavoro fatto negli anni passati alla fine ha ripagato”.
È il caso di dire che sei partito da una squadra cenerentola per trasformare il Messina in una principessa?
“In realtà quando sono arrivato in corsa a febbraio, il Castanea Basket Messina era già una squadra molto preparata che aveva sorpreso tutti, disputando un campionato anche sopra le aspettative . Con me diciamo che abbiamo chiuso questa favola nel migliore dei modi conquistando la serie B. Ho trovato una squadra piena di forti giocatori ma soprattutto splendide persone che mi hanno integrato subito nel gruppo permettendomi di essere utile alla causa”.
Per te adesso si aprirà un nuovo scenario, cosa preferiresti? Restare nel Messina oppure avvicinarti a casa, qualora ricevessi qualche offerta?
“A questo ancora non ci penso è ancora troppo presto ad ora mi sto godendo al massimo questo momento così speciale. Sarebbe sicuramente bello continuare il mio percorso a Messina e giocare nella categoria che abbiamo dimostrato di meritarci sul campo, anche perché il valore umano della società che mi ha accolto è altissimo. A tal proposito, mi sento di ringraziare Alessandro Saccà, Filippo Frisenda e Luigi Biondo che sono stati in grado di farmi sentire a casa. Il Castanea Basket Messina è veramente diventata una seconda famiglia per me in così poco tempo”.
Con i tuoi quasi 20 punti a partita ti sei fatto notare, e a dispetto di chi non credeva in te, hai mantenuto il trend iniziale.
“Sicuramente mi sono dovuto adeguare al fatto che in questa nuova realtà non ero più io il primo riferimento in attacco, ma anzi ho trovato due pilastri offensivi come Andrea Banin e Giordano Chakir che erano le nostre principali soluzioni. Nonostante ciò mi è stata data fiducia tanto da guadagnare il posto da titolare quasi da subito in un campionato di assoluto livello e ai miei primi playoff e questa è stata una grandissima soddisfazione personale”.
Oltre a giocare da professionista, sei uno studente universitario: come fai a coniugare le due attività?
“Nel coniugare le due cose bisogna essere consci del fatto che non si andrà al passo con gli altri studenti e che ci vorrà magari un po’ più tempo del normale. Se non ci si fa spaventare da questo, secondo me è perfettamente fattibile ritagliarsi uno spazio nella propria quotidianità tra un allenamento e un altro, sfruttando il tempo per studiare un po’, sicuramente non fa male anzi!”.
Chi gioca un ruolo fondamentale nella tua vita da sportivo?
“Mia madre in primis che è una Donna eccezionale e ha sempre creduto in me in qualsiasi cosa facessi, permettendomi sempre di inseguire i miei obbiettivi. A lei ho dedicato la vittoria in finale perché lei per me c’è sempre, è il motivo per cui ho sempre affrontato le difficoltà e i fallimenti con coraggio e speranza. E poi essenziali, sono i miei amici più stretti che hanno avuto il ruolo fondamentale di tirarmi su nei momenti difficili e mi affiancano da una vita in questa enorme passione che è la pallacanestro!”.
Insomma, non ci resta che concludere dicendo che questa volta i sogni sono usciti dal cassetto e si sono avverati: adesso Riccardo ha davvero una grande e bella responsabilità, quella di sorprenderci ancora, da un’isola ad un’altra non importa, intorno c’è sempre il mare. Nel frattempo, il più sincero in bocca al lupo.