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Da Ischia a Bruxelles, i sarcofagi egizi sono pronti a lasciare l’isola

di Isabella Puca

foto Enzo Rando |

ISCHIA – É stato davvero un lungo inverno per l’istituto Europeo del Restauro presieduto dal dott. Teodoro Auricchio. L’attenzione sul lavoro dell’istituto è stata infatti costante grazie all’arrivo, era il 14 ottobre scorso, di due sarcofagi egizi di appena tremila anni, recuperati dalla necropoli di Deir El-Bahari. A giorni partiranno per Bruxelles dove finalmente verrà compiuta l’opera di restauro in collaborazione con il Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles. «É stato un inverno bellissimo ma anche molto lungo, – ci ha spiegato la dott.ssa Annalisa Pilato – credo che oltre alla soddisfazione di averli qui, quella più grande ci è arrivata dalle scolaresche, hanno dimostrato tantissima curiosità,  venivano qui  molto preparati e sono rimasti davvero affascinati. Peccato che non abbiamo avuto lo stesso entusiasmo da parte delle istituzioni. Eppure, era questo il turismo culturale di cui tanto si parla». In effetti, dei sarcofagi egizi approdati qui al Castello Aragonese se n’è parlato davvero tanto, l’ultimo servizio qualche settimana fa al Tg 5 mentre le cronache nazionali continuavano a collegare all’immagine dell’isola a qualcosa di negativo. «Non nascondo – ha continuato la Pilato – che siamo in netta difficoltà.

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Portarli qui non è stato facile eppure ci siamo riusciti contando sulle nostre forze. Non siamo stati aiutati da nessuno, le istituzioni sono state assenti, a partire dalle realtà comunali a quelle regionali. Avremmo voluto un appoggio maggiore per un’iniziativa del genere. Per l’isola d’Ischia è stato un privilegio, di solito prima del restauro non vengono esposti e poi l’anno scorso era qui l’ambasciatore del Belgio e non abbiamo avuto un’istituzione da presentargli». Il restauro vero e proprio avverrà dal 15 ottobre al 30 aprile e sarà l’egittologo a dare indicazioni su come intervenire. «A Bruxelles eseguiremo il restauro archeologico e conservativo sotto le indicazioni dell’egittologo,  ci sono dei sollevamenti della pellicola pittorica e lavoreremo lì per far sì che vengano conservati il più possibile. La capsula Europa, brevettata da noi, fatta da maestranze ischitane, ci consentirà di  poter operare lì a Bruxelles dove  verrà raddoppiata.  Lavoreremo in pubblico e ci presenteremo come Istituto Europeo del Restauro Isola d’Ischia. Sarà un momento importante anche per Ischia, Bruxelles è a un’ora e mezza da tutte le città metropolitane europee e avremo la possibilità di rappresentare il territorio».ASA_6886

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Fino ad ora, l’intervento dell’ istituto Europeo del Restauro è stato relativo alla diagnostica, alle radiografie e alle analisi ultraviolette,  chimiche  e fisiche, per capire i pigmenti costitutivi dei sarcofagi. «Il nostro obiettivo – ci ha spiegato ancora Annalisa Pilato –  era quello di capire i materiali che compongono i sarcofagi e dare risposta al problema più grave legato a una resina che è stata posizionata su. Non ce l’avremmo fatta senza l’aiuto di sponsor come Auricchio, Spiezia e tutti gli altri che ci hanno sostenuto in questa avventura. E grazie anche all’Arma dei Carabinieri di Ischia che ha scortato i sarcofagi e che li ha tenuti in custodia così come anche a  Ischiambiente». Grazie a questa iniziativa fortemente voluto dal dott. Auricchio, Ischia ha avuto un forte richiamo culturale, di chi è arrivato qui e non si aspettava di trovare un pezzo d’Egitto e di chi invece ha avuto la possibilità di ammirare così da vicino due sarcofagi ricchi di dettagli decorativi e una maschera funeraria talmente bella che ha affascinato tutti i bambini delle scolaresche ischitane che tanto avrebbero voluto trovarvi anche le mummie. Altra grande soddisfazione è stata la medaglia conferita  dal Presidente della Repubblica alla cerimonia di presentazione del progetto di restauro. In queste ore è sull’isola una responsabile arrivata direttamente da Bruxelles che chiuderà i lavori e riprenderà i sarcofagi che viaggeranno via terra. «I sei mesi che verranno – ha concluso la dott.ssa Pilato – sono importanti, avvertiamo molto la responsabilità. Forse ci mancherà averli a Ischia,  ma hanno tremila anni e vogliamo farli andare».

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