ISCHIA. È iniziata ieri mattina l’udienza preliminare nel procedimento che vede coinvolti Giovangiuseppe Ferrandino , Antonello D’Abundo e Ciro Castiglione. I tre sono difesi rispettivamente dagli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro, Gianluca Maria Migliaccio e Michelangelo Morgera. Le strade scelte dai difensori sono state differenti: l’avvocato Migliaccio ha chiesto e ottenuto per D’Abundo il rito abbreviato: dunque, nella prossima udienza, fissata a fine novembre, per quest’ultimo ci sarà già il verdetto finale. Per gli altri due, invece, dopo la discussione il Gup Enrico Campoli deciderà se rinviarli a giudizio o dichiarare il non luogo a procedere. Nel primo caso, il processo per Ferrandino e Castiglione si svolgerebbe ovviamente secondo il rito ordinario. Si divide dunque il sentiero giudiziario per i tre protagonisti della vicenda originatasi da una serie di controlli effettuati presso una delle strutture alberghiere della Casthotels, controlli focalizzati sugli scarichi fognari. Secondo la pubblica accusa, Ferrandino e D’Abundo avrebbero goduto di una serie di favori in cambio di “soffiate” nell’imminenza dei controlli stessi. Tutti i tre indagati sono gravati dall’accusa del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Altre accuse sono rivolte verso i due indagati “originari”, Antonello D’Abundo e Vanni Ferrandino. Al primo, in particolare, viene contestato il reato previsto dall’art. 346 del codice penale, il millantato credito. A carico di Vanni Ferrandino e Antonello D’Abundo si ipotizza anche il reato previsto dall’art. 326 del codice penale, ovviamente in concorso, e cioè quello di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. Il reato di induzione indebita è a “concorso necessario”: vedremo tra un mese e mezzo se la decisione nel rito abbreviato potrà spiegare effetti anche per gli altri due indagati.
