LE OPINIONI

IL COMMENTO Lotta al caro energia, ciò che spetta a noi

Lunedì scorso Il Golfo, attraverso Henry Camillo Bermudez, ha intervistato cinque personaggi locali, dal rappresentante di Confesercenti al C.E.O. del Regina Isabella, al Preside di Scuola, al Sindaco di Barano, al Dirigente dell’Agenzia Regionale per il Turismo, al fine di capire “Che cosa dovrebbe fare il Governo per Ischia” in merito all’asfissia economica causata dal caro bollette. A nessuno sembra venuto in mente che ci dobbiamo porre anche un’altra domanda: “Per questa emergenza energetica c’è qualcosa che noi ischitani possiamo autonomamente fare?” Abbiamo sentito decine di volte la citazione della frase di John Kennedy, dal discorso di insediamento del 20 gennaio 1961: “Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Questa frase fu considerata, dal sito American Rhetoric, il secondo miglior discorso di sempre, inferiore solo al notissimo “I have a Dream” di Martin Luther King. Siamo un’isola turistica di primaria importanza, che si avvicina ai 65 mila abitanti per non parlare della popolazione turistica che affolla l’isola per 4-5 mesi all’anno. Abbiamo risorse naturali invidiabili. Siamo sicuri che, da cittadini attivi, non possiamo affiancare a quelle che saranno misure e risorse stanziate dal nuovo Governo, sforzi e creatività endogeni?

Certamente dovremo contribuire alla campagna nazionale di risparmio familiare energetico, lanciata recentemente dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ben sapendo però che i limiti temporali dell’accensione degli impianti termici e l’abbassamento dei gradi della temperatura hanno più un valore etico (di partecipazione collettiva al risparmio) che non effetti pratici. Intanto dovremmo sforzarci di dimostrare ai rappresentanti del Governo che le isole minori scontano un doppio gap, quello della crisi energetica europea più l’aggravio dei costi marittimi che – a loro volta – fanno schizzare il costo dei carburanti alle pompe nonché il costo di tutte le merci importate, ben oltre quelli praticati sulla terraferma. Abbiamo la Presidenza dell’ANCIM (Associazione Isole Minori) fin qui retta abbastanza bene da Francesco Del Deo. Così come ci si sta battendo per la stabilizzazione del Tribunale e per la Sanità, al fine di disallineare i parametri validi per il resto del territorio italiano con quelli isolani in quanto “disagiati”, allo stesso modo bisogna far passare il concetto che i benefici e i ristori che verranno decisi a livello governativo dovranno avere un occhio di riguardo, una corsia preferenziale per le piccole isole. Poi i Sindaci, gli operatori economici, la Città Metropolitana e la Regione devono individuare quali strade sono percorribili per reperire fonti energetiche alternative ed endogene.

Stefano Pisani, sindaco di Pollica

In questa sede lanciamo qualche suggerimento. Segnalo alcune iniziative in atto in Italia, che potremmo estendere alla nostra isola, al fine di assicurarci una discreta dose di energia alternativa locale, certo non immediata, ma c’è da giurare che la crisi sarà lunga. La prima iniziativa è in via di esperimento a Pollica nel Cilento. Per attenuare il costo delle bollette della luce la locale Amministrazione ha deciso di installare un impianto di biometano che trasforma in risorsa energetica la Posidonia spiaggiata. E’ partito, in tal senso, un project financing e se son rose fioriranno. Il Sindaco si chiama Stefano Pisani e il progetto è sviluppato da Miras Energia Srl e approvato dalla Giunta comunale. All’impianto di lavorazione della Posidonia spiaggiata, che sarà installato ad Acciaroli, si affianca anche il compostaggio dell’umido. Per completamento d’informazione, precisiamo che la Posidonia, di cui il mare d’Ischia è ricco, mentre svolge una funzione essenziale in acqua, proteggendo gli organismi marini e incamerando CO2, per liberarla poi nei fondali e contribuendo così a frenare il moto ondoso, la Posidonia spiaggiata, che va a formare le cosiddette “ banquette”, può invece rappresentare un problema per gli arenili. Quindi nessuna perplessità, dal punto di vista ecologico, sull’impianto che produrrà 1,3 milioni di Kwh/anno, consentendo una tariffa agevolata per la popolazione locale. Nessuna contraddizione ci sarebbe per Ischia col Progetto di monitoraggio in corso a Punta Pioppeto a Procida, per assicurare che la Posidonia venga protetta e continui nell’opera di conservazione dell’ecosistema marino.

L’altro suggerimento ci arriva da un’indagine avviata da INGV e Regione Sicilia alle Eolie. Come si sa la Sicilia è terra di vulcani (l’Etna e Stromboli), allora si è pensato che soprattutto Stromboli e Vulcano possono essere siti per lo sfruttamento dell’energia geotermica. Come si vede, siamo – per adesso – alla fase di studio perché è ovvio che dobbiamo essere sicuri delle caratteristiche delle fonti e della loro potenzialità, senza compromettere eventuali equilibri precari del sottosuolo. Lo scopo è di assicurare alle isole Eolie, e più in generale alla Sicilia, un’energia alternativa e rinnovabile sia come fonte di energia elettrica sia come fonte di calore, con il processo della “cogenerazione”. Ad Ischia abbiamo un eminente vulcanologo, il prof. Giuseppe Luongo, che potrebbe dare il giusto supporto scientifico ad un’eventuale studio per la nostra isola. Sappiamo, naturalmente, la storia di tutti gli studi fatti in precedenza, le differenze tra bassa ed alta entalpia, le titubanze per alcuni progetti privati di escavo già presentati e bocciati, tuttavia la scienza ha fatto altri passi avanti e, nel frattempo, quella che poteva apparire solo un’energia aggiuntiva, oggi è diventata essenziale in un quadro emergenziale. Pertanto anche questa strada va ripresa con la dovuta cautela, ma probabilmente col favore in più dei finanziamenti del PNRR. C’è ancora da sfruttare di più il fotovoltaico, col limite che il paesaggio unico della nostra isola impone il massimo discernimento e il massimo controllo della Soprintendenza sulla opportunità di collocare i pannelli su tetti che non comportino stravolgimenti paesaggistici. E infine vorrei segnalare un’altra iniziativa virtuosa che, solo apparentemente, non c’entra nulla col fabbisogno energetico, col caro bollette, con l’insostenibilità del costo della vita. Parliamo della nascita, presso l’Università Federico II, della SPM (School of Public Mangement). Una scuola di alta specializzazione per futuri manager pubblici. Oggi, al Sud, anche nell’isola d’Ischia, come siamo messi? Che il Governo è costretto a nominare uno-due tecnici specializzati nell’istruire pratiche di finanziamento per fondi europei, da distaccare presso i nostri Comuni, data la scarsa competenza degli enti locali. Con un limite, però, che non tutti gli aspetti delle pratiche sono standardizzabili e rispondenti a parametri universali.

Ci sono peculiarità locali che solo chi conosce e pratica quotidianamente il territorio è in grado di individuare. Per cui la soluzione migliore è quella di convincere alcuni tra i nostri giovani migliori ad iscriversi e frequentare la Scuola Pubblica di Management. La vita e la gestione della cosa pubblica si fanno sempre più complesse, come ci ha insegnato la pandemia, come ci sta insegnando il conflitto bellico che minaccia paurosamente di allargarsi, come ci insegna la conseguente crisi energetica. Occorrono perciò soluzioni tecniche (e per questo ci vuole il supporto della scienza) ma ci vuole anche il massimo di competenza burocratica, amministrativa e gestionale. Le adunate di piazza, i roghi delle bollette inscenate da sindacati come l’USB, d’ accordo con trasmissioni televisive interessate allo show mediatico,e in ultimo le “brigate” pentastellate, non offrono soluzioni, chiedono ristori e il facile ricorso agli scostamenti di bilancio. Che brutto nome “brigate”, fa pensare alla banda di soldati di ventura o a una banda di buontemponi! Gli invocati scostamenti di bilancio non fanno altro che alimentare ulteriormente la speculazione internazionale sui prezzi e inficiare il futuro dei nostri discendenti. Abbiamo già segato il ramo dell’albero della vita su cui dovevano sedere le nuove generazioni. Vogliamo arrivare a sradicare del tutto quell’albero? Non ne nascerebbe un altro al posto suo!

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