CRONACA

Procida e le magagne dell’assistenza sanitaria

Il racconto di un episodio accaduto nel pronto soccorso dell’isola di Arturo e che ha visto protagonista una paziente, le sue figlie e il medico di turno

Di Basilio Luoni

L’emergenza Covid non deve farci sottovalutare il corretto funzionamento degli altri servizi sanitari sull’isola di Procida, tutt’altro che efficienti anche in epoca pre Covid.

Per questo segnalo un episodio grave e riprovevole accaduto un paio d settimane orsono fa ad una mia parente. Lunedì scorso, 9 novembre, questa mia familiare, che soffre gravemente di diabete, si è sentita male ed è svenuta. Sono le 21 e l’ambulanza subito chiamata dalle figlie è arrivata alle 21,30. Al pronto soccorso giungono attorno alle 22,10. Mentre la paziente, che ha ripreso conoscenza, viene ricoverata all’interno, le figlie, secondo le procedure anticovid, rimangono all’esterno e qui inizia tra loro e il medico di guardia una discussione surreale.

Il medico vorrebbe, senza neppure verificarne le condizioni, trasferirla a Pozzuoli. Le figlie trasecolano e chiedono che sia eseguita la Tac, come da prassi. Il sanitario risponde che il personale qualificato, il radiologo, non è presente e arriverà solo l’indomani. Le figlie ribattono che ricoverarsi a Pozzuoli per una Tac, per dipiù all’indomani è assurdo, gli animi si riscaldano, la discussione si accende e una delle figlie minaccia denunce. Il medico di guardia rientra nel Pronto Soccorso sdegnato ed offeso. Trascorre circa mezz’ora senza che nessuno ricompaia per informare su quel che sta avvenendo. Infine, una delle figlie, spazientita s’azzarda ad affacciarsi per sbirciare, come una ladra, all’interno della struttura. E, con sua grande sorpresa, constata un miracolo: il personale specializzato è presente e la madre proprio in quel momento viene sottoposta alla Tac.

Che per fortuna darà un esito negativo permettendo alla paziente di ritornare a casa.

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In conclusione mi pare assurdo che occorra minacciare denunce per avere l’assistenza dovuta e senza scadere in accuse generiche contro il personale sanitario, in questo periodo sottoposto ad una eccezionale pressione, credo che come cittadini dobbiamo attivarci per il necessario controllo perché un’assistenza già di per sé sull’isola problematica e scadente non peggiori ulteriormente. Mi chiedo anche se non sia il caso che si svolga un Consiglio Comunale straordinario che faccia il punto della situazione a Procida, sulle misure anti pandemiche, quelle presenti e quelle possibili da attivare onde evitare quel che sta succedendo a Napoli e al contempo ragionare su come preservare i servizi di assistenza essenziali, anche con l’aiuto dei medici di base e dei tecnici sanitari presenti sul territorio, in modo da limitare per quanto possibile i pericolosi spostamenti verso le colassate strutture di terraferma.

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