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D’Ambrosio non ha dubbi: «I contagi sull’isola?

Secondo il medico è necessaria la creazione di Covid hotel: «Bisogna isolare gli asintomatici o i paucisintomatici».

Dottore qual è la situazione Covid sull’isola di Ischia?

«Siamo sulla media della Regione Campania. Sono tanti i positivi e nel 90% circa si tratta di asintomatici o paucisintomatici»

Cioè?

«I paucisintomatici hanno uno o due giorni di febbre solitamente non alta (la febbre alta è quella che contraddistingue una infezione che si sviluppa in polmonite), tosse, dolori muscolari di tipo simil-influenzale. La differenza principale tra coloro che sono propriamente sintomatici ed i paucisintomatici è che in questi ultimi non ci sono problemi alle vie respiratorie, non c’è polmonite. Il paucisintomatico è una persona con sintomi lievi di tipo influenzale che non richiede la ospedalizzazione, può essere isolato in casa. Per questo motivo la raccomandazione è di non correre in pronto soccorso, dal momento che non c’è necessità di un ricovero. I paucisintomatici vengono curati in casa e possono convivere con questa infezione finché guariscono».

E l’età media sull’isola delle persone contagiate qual è?

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E sul bando che non è andato a buon fine è lapidario: «E questo è un peccato. Creare degli spazi ‘protetti’ per le persone positive asintomatiche o paucisintomatiche è necessario per evitare il diffondersi del virus»

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«L’età media si è notevolmente abbassata. Ci sono tanti ragazzi dai 30 ai 40 anni che hanno il Covid. Cosa che in passato avevamo visto molto meno»

In base alla sua esperienza quanto ‘l’isola è positiva’?

«Tra il 20% ed il 30% dei tamponi effettuati risalutano essere positivi»

Nell’occhio del ciclone sono finiti i bar ed i locali di ristorazione. Sull’isola, invece, si assembramenti sarebbero familiari. Giusto?

«Verissimo. Spesso ci sono persone che convivono in case non abbastanza grandi tali da consentire una divisione degli spazi e la non condivisione degli stessi. Proprio ieri ho sentito una donna che convive con il marito, la figlia ed i nipoti. Abitano tutti nella stessa casa che è piccola. Insomma questo è uno dei casi dove è impossibile dividere gli spazi e dove è probabile che possa avvenire un contagio familiare».

Il bando per l’ospedale Covid, però, è naufragato così come l’idea del sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna che aveva proposto di creare degli alloggi per le persone positive all’interno di Palazzo Reale.

«E questo è un peccato. Creare degli spazi ‘protetti’ per le persone positive asintomatiche o paucisintomatiche è necessario per evitare il diffondersi del virus».

Qual è il consiglio che somministra ai suoi pazienti?

«Spesso mi trovo a far notare a tante persone che le mascherine devono essere indossate correttamente. Il naso deve andare sotto la mascherina e non bisogna toccarsi con le mani gli occhi. Spesso, però, questi sono gli errori più comuni».

Ci sono anche casi di persone che hanno sviluppato gli anticorpi pur non avendo il Covid?

«Facciamo un po’ di chiarezza. Ci sono i test seriologici che cerano nel serio o nel sangue intero gli anticorpi IgM e IgG contro il Covid 19. Gli anticorpi si sviluppano dopo l’incontro del soggetto con il virus. Le IgM anti2019-nCov, sono gli anticorpi che compaiono per primi nel siero dei pazienti dopo una primaria esposizione all’antigene, e quindi la loro presenza indica un’infezione recente. Le IgG anti 2019-nCov, cominciano a formarsi dopo circa 15 giorni dall’esposizione primaria all’antigene. Quindi i test seriologici indicano che la persona ha contratto il virus. Ciò però non significa che lo stesso sia ancora positivo al Covid»

Ed i tamponi, invece?

«Spesso ci sono persone che convivono in case non abbastanza grandi tali da consentire una divisione degli spazi. Proprio ieri ho sentito una donna che convive con il marito, la figlia ed i nipoti. Abitano tutti nella stessa casa che è piccola e così si favorisce il contagio»

«Il tampone per rilevare la presenza del coronavirus è un comune tampone faringeo. È un esame rapido (eseguito in pochi secondi) che viene effettuato inserendo un bastoncino con una sorta di cotton-fioc, ma in materiale sintetico, all’estremità: può essere inserito nella bocca (tampone oro-faringeo) o nel naso (tampone naso-faringeo). Il test è semplice, ma non può essere fatto da chiunque, deve essere eseguito da personale addestrato e protetto da mascherina, guanti, occhiali e camice monouso. Il tampone viene strofinato leggermente sulla mucosa del faringe posteriore, infilando il tampone in bocca fino ad arrivare nei pressi delle tonsille per il tampone faringeo; del naso, infilando il tampone in una narice e procedendo fino a raggiungere la parete posteriore del rinofaringe (parte superiore del faringe). Il prelievo è comunque rapido e appena fastidioso. Successivamente il materiale prelevato viene sigillato ermeticamente e sottoposto ad un’analisi biochimica volta ad identificare la presenza di SARS-CoV-2 nel campione. Poi ci sono anche quelli antigenici, cosiddetti rapidi: in sintesi servono a identificare nelle secrezioni naso-faringee le proteine che compongono la struttura del SARS CoV-2. Hanno due vantaggi: la rapidità e il costo minore a carico del sistema sanitario. Questi tamponi servono per sapere se il soggetto ha il Covid al momento del test. Il test molecolare è il migliore ed è il test per eccellenza, ma in Italia se ne fanno al massimo 200mila al giorno, malgrado tutti gli sforzi. E poi c’è il test rapido antigenico che sicuramente è più veloce (dura circa 10minuti) ed è comunque molto attendibile».

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