LE OPINIONI

IL COMMENTO Nello scontrino c’è lo sconto “ scostumatezza”?

C’è una libertà che finisce quando inizia quella altrui. Ebbene, se vado in un locale pubblico, può capitare che non volendo, ascolto qualche pezzo di conversazione dal tavolo accanto e viceversa, ma il cliente (che ha sempre ragione), sa di trovarsi in un locale dove altri possono ascoltare e subire conversazioni assurde, squilli continui di cellulare che infastidiscono invece chi, in un esercizio pubblico ci va anche per rilassarsi un po’. Il colmo è quando a lamentarsi è il proprietario del locale, se non ti va bene, hai il sacrosanto diritto di scegliere come vuoi che vada il tuo bar, abbi il coraggio di fare delle scelte. Scelte peraltro che potrebbero fare la differenza, un locale dalla parvenza elegante, non deve ingannare, deve mantenere un certo tono. Ma perché io cliente devo sopportare la scostumatezza degli altri e non venitemi a dire di starmene a casa, esistono delle regole civili che vanno rispettate, non si potrebbe abbassare la suoneria e smorzare i toni della propria voce? Invitare le persone ad avere un minimo di buon senso, quando si entra in una chiesa, ci viene chiesto, perché in un locale non potrebbe essere altrimenti?

Mi è capitato di prendere un caffè in un posto molto carino, oserei dire chic, ma purtroppo ho subito espressioni come, “ma ch’duorm cu a zizza m’occ”, scusatemi, ma questa è la volgarità a cui siamo stati sottoposti. Questa espressione e non solo, a seguito di una conversazione solitaria di una Signora che discuteva ad alta voce con l’auricolare, il proprietario evidentemente imbarazzato, non ha proferito parola e ha permesso alla Signora di mostrarsi infastidita da tutto il disagio che ha causato all’intero locale, e così abbiamo sentito ancora, cosa le occorreva, dove alloggiava e nonostante provenisse dall’ entroterra napoletano, dire ancora, “queste sono cose che succedono solo in Italia”, che dire, sono espressioni che si commentano da sole. Ma perché dobbiamo subire questo? Alla fine nello scontrino non troviamo lo sconto per lo spettacolo indecoroso e allora perché permetterlo, abbiate il coraggio di cacciarli fuori certi individui e mettete delle regole, magari fate selezione, di quella che fa la differenza, lamentarvi alle spalle della Signora, e’ un segno di debolezza, perché se non piace a te, proprietario del locale, perché dovrebbe piacere a noi, che volevamo prenderci un caffè in santa pace. A prescindere che l’abito non fa il monaco, perché la Signora era vestita tutta griffata dalla testa ai piedi, la verità è un’altra, manca la professionalità ma soprattutto, manca la classe ed è quella cosa che non si vede, ma si sente, non si compra, ma si possiede, però si riconosce e fa la differenza. Peccato che di questi tempi è diventata una rarità.

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Brigida

Questo sacrosanto discorso vale anche sui mezzi pubblici dove troppe volte si deve sentire “vita, morte e miracoli” di tutti ad alta voce e a lungo. Non solo al telefono ma anche da due persone sedute accanto ma devono aver problemi di udito, se no, come si spiegano certi decibel.

E visto che ci sono, qualcuno mi spiega da quando è diventato normale poggiare i piedi/scarpe sui sedili dei bus? Ma vi rendete conto dello stato delle strade e che vi portate sotto le suole? Poi vi sedete con i vestiti su questa… roba lì.

Uno qualsiasi.

Mi sembra di ritornare molto dietro nel tempo quando le persone di colore che venivano chiamate Negri non potevano entrare nei locali dove stavano i bianchi per comprare qualsiasi cosa. Ora siamo nel 2024 è cambiato qualcosa? Non mi pare. Leggere poi entroterra nel napoletano. Ma veramente facciamo? La poesia di Totò ( ‘A Livella ) non ci ha insegnato niente? Poi il proprietario del locale che può fare? Sarà stato anche infastidito dall’atteggiamento di queste persone ma poteva mai buttarle fuori? Se avesse fatto una cosa simile poi dopo poteva stare tranquillo nel tornare a casa? Così va la vita. Sulla terra siamo tutti diversi ( fortunatamente). E poi la scostumatezza io la vedo tutti i giorni per strada no nei locali. Dovremmo stare sempre in guerra e ucciderci l’uno con l’altro.

Brigida

Ecco perchè poi aumenta. Ognuno tace e subisce e chi parla viene quasi condannato. Andiamo avanti così. Un gestore che guarda non solo il profitto ma anche la decenza del locale dovrebbe essere il primo a farsi rispettare. E non c’entra proprio niente la provenienza o “etnia” della clientela. Oramai davvero non ci sono più differenze. Anzi! Vedo proprio una “punta” in più nella popolazione residente, purtroppo.

Uno qualsiasi.

Volevo dire anche un’altra cosa. Non è compito mio giudicare o criticare la lamentela della Turco ma quante persone dovrebbero scrivere per far pubblicare tutte le ingiuste che si hanno e si vedono nel mondo? Ma poi servirebbe?

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