ISCHIA. Le rivoluzioni non si fanno in un giorno. «Stiamo seguendo un progetto, ci sono risultati da ottenere a breve, altri nel medio e nel lungo periodo, serve pazienza» rimarca Antonio D’Amore, finito ancora una volta al centro della polemica politica dopo la denuncia di Maria Grazia Di Scala. Ieri il consigliere regionale ha pubblicamente denunciato i disservizi del Rizzoli, vissuti in prima persona a causa di un infortunio patito dalla sorella. «Ci siamo sentiti a telefono – spiega il direttore dell’Asl – e le ho detto che sono inconvenienti che non devono accadere né alla sorella della Di Scala né a nessun altro cittadino». Pace fatta, insomma. Con la promessa di remare nella stessa direzione per ottenere un servizio sanitario finalmente efficiente. «L’organizzazione dell’ospedale va rivista – taglia corto D’Amore – ma si deve tener conto anche delle contingenze. Il 31, giorno in cui si è verificato il disservizio, scadevano alcuni dei provvedimenti incentivanti. Alcuni infermieri erano in malattia. Ho spiegato alla Di Scala che l’intervento va fatto a monte, solo così si evitano disservizi ai pazienti, ma che le rivoluzioni non si fanno dalla sera alla mattina».
Dopo due mesi di calma apparente, sta per riproporsi l’annosa questione della penuria di infermieri ed anestesisti. D’Amore conferma che il problema effettivamente c’è, ma assicura che «a breve manderemo i rinforzi necessari sull’isola, eviteremo una nuova emergenza». Il problema però è sempre lo stesso: convincere il personale ad accettare l’isola. Senza il riconoscimento di località disagiata, infatti, continuano a non poter essere applicati quegli incentivi economici che consentirebbero al Rizzoli di uscire definitivamente dalla crisi. «La rivoluzione ha i passi pesanti – aggiunge D’Amore – se per prendere un infermiere bisogna quasi costringerlo. Ecco perché invito tutti ad avere pazienza: stiamo continuando a lavorare, il nostro obiettivo è rendere il Rizzoli una eccellenza ed il nostro impegno in tal senso è totale».
