De Luca frena, la scuola può attendere: la delusione dei dirigenti isolani
Tra dieci giorni la decisione, spiragli per Prima e Seconda Elementare. Maria Rosaria Mazzella «Spero che i plessi possano riaprire, ma con questi dati vedo lontana la didattica in presenza»
Per ora tutti ancora in didattica a distanza, ma le prime e seconde elementari potrebbero tornare in classe tra dieci giorni. È questo lo spiraglio aperto dall’Unità di Crisi della Regione che sta monitorando con attenzione il nodo scuola, sulla base dei dati pervenuti sulla diffusione del coronavirus in Campania. Un discorso che è stato affrontato nel corso di una riunione convocata dal presidente Vincenzo De Luca con i rappresentanti del mondo della scuola, i sindacati e la Direzione scolastica, con i dirigenti delle Asl, dell’ospedale Santobono e i componenti del team regionale di monitoraggio Covid.
Durante il vertice «è stata affrontata e discussa l’ipotesi della ripresa di didattica in presenza, almeno per i primi due anni della scuola primaria, ed è stato illustrato il dato epidemiologico che riguarda questa e le altre fasce di età scolastica – si legge in una nota della Regione – Sulla base dei dati sull’andamento epidemiologico dell’Unità di Crisi, delle Asl e del Santobono, si è concordato sulla necessità di verificare la situazione nei prossimi 10 giorni. Va monitorato se si registrerà un raffreddamento del contagio relativo alla scuola primaria tale da consentire un allentamento delle misure già prese, in condizioni di piena sicurezza per gli alunni, il personale e le famiglie». Una ripresa che non può prescindere anche dalla risoluzione di altre criticità, a partire dal trasporto pubblico. «Il Presidente De Luca ha informato i partecipanti che altri 250 bus di società private saranno destinate al trasporto con uno stanziamento di 4 milioni di euro, e si lavorerà insieme anche per ulteriori iniziative di sostegno al mondo della scuola», si legge ancora nella nota. Nel frattempo proseguono i progetti scolastici per le fasce più deboli, per la didattica di sostegno, per garantire un ampliamento dei congedi parentali per i genitori come già richiesto al Governo, e bonus destinati all’acquisto di tecnologie utili alla didattica a distanza. «È stato importante – ha dichiarato De Luca – registrare un clima di grande collaborazione e grande senso di responsabilità fra tutti i partecipanti a questo importante confronto». A partecipare all’incontro anche il presidente regionale dell’Anci – associazione nazionale Comuni d’Italia – Carlo Marino. «L’incontro si è svolto in un clima di grande collaborazione tra i soggetti istituzionali e sindacali e quelli preposti alle Asl regionali e alla sanità pubblica. Il momento, infatti, richiede, per la sua gravità, una forte attenzione e capacità di ascolto perché le nostre comunità si attendono in questi frangenti punti di riferimento seri, certi e unitari e non atteggiamenti irresponsabili», commenta il Presidente Marino.
L’incontro, durato quasi due ore, ha accolto la richiesta, condivisa dal Governatore, da Anci e dai sindacati della scuola, di valutare la riapertura delle scuole del primo ciclo con l’ottica territoriale, tenendo ben presente la diversa diffusione dei contagi nelle aree della Regione e anche tra grandi centri e piccoli paesi. Su questo punto si è registrato un impegno del Presidente De Luca a valutare entro i prossimi dieci giorni, di concerto con le Asl territoriali, la possibilità di riapertura delle prime classi delle scuole elementari, come chiesto dalla Dirigente dell’Ufficio Regionale Scolastico Luisa Franzese.
Confermato il ricorso alla Dad -didattica a distanza- per le scuole superiori di primo e secondo grado, resta quindi forte l’attenzione sul ciclo dell’istruzione elementare dove, tuttavia, si registra – come riportato dai direttori sanitari delle Asl – un significato livello di contagio connesso a quella fascia di età. Il che induce a una forte prudenza nella riapertura in Campania. «Spero che tra dieci giorni ci sia una decisione diversa rispetto a quella di oggi (ieri per chi legge ndr), ma ne dubito». A dirlo Maria Rosaria Mazzella dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Barano d’Ischia. «In qualità di educatrice sono triste. Come scuola abbiamo avviato con successo la didattica a distanza introducendo anche azioni di supporto emotivo. Malgrado ciò l’attività in presenza è un’altra cosa ed è fondamentale». La dirigente della scuola di Barano spiega che cosa stanno trascorrendo questi giorni tra didattica a distanza ed ordinanze varie. «Ci stiamo preparando per la progettualità nell’eventualità che tra dieci giorni dovesse riaprire la scuola. Nel contempo stimo anche organizzando le attività che potremmo porre in essere per i bambini diversamente abili. Anche in questo caso con buonsenso e con senso di responsabilità abbiamo pensato che il diretto alla salute debba essere prioritario».
La preside Mazzella è amareggiata. «Da educatrice mi auguro che la scuola tra dieci possa riaprire, ma dall’analisi dei dati penso che sia difficile. Certamente la scuola è un luogo sicuro. Abbiamo lavorato intensamente affinchè fosse garantito per tutti l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza». Mazzella ha ancora una speranza. «Spero di poter riaprire anche se alternando delle lezioni a distanza con quelle in presenza. Ma confesso: ho qualche dubbio che questo possa verificarsi a breve termine perché non penso che 10 giorni possano bastare per far calare in modo significativo i contagi». In questi giorni i bambini delle elementari ed i ragazzini della scuola media sono alle prese con le lezioni a distanza e non solo. «Vogliamo replicare un modello vincente rispetto allo scorso anno scolastico con percorsi psicologici, laboratori sulla relazione e comunicazione affinché tutti gli alunni possano esternare i propri sentimenti in questo particolare momento di pandemia».
Oltre le lezioni, quindi, c’è un supporto per tutti senza dimenticare i laboratori on line «Dobbiamo continuare a fare delle attività che possano motivare gli alunni ed impiegare il loro tempo libero». «Bruner diceva che l’educazione l’arte di ciò che sembra impossibile e non dobbiamo piangerci addosso. Dobbiamo essere resilienti e dare un’offerta formativa adeguata con buonsenso e rispettando le norme», chiosa la preside Mazzella. Ottimista la dirigente dell’Ibsen Marilisa Mancino. «Spero che tra dieci giorni possa cambiare qualcosa e che almeno i bambini delle prime e delle seconde possano tornare in classe. Si tratta di bambini che hanno risentito maggiormente della didattica a distanza». Effettivamente bambini di appena sei anni, quelli di prima elementare, si stanno ritrovando ad imparare a leggere e scrivere al computer.
«Anche i bambini delle seconde devono tornare in classe», aggiunge la preside che spiega: «Non dobbiamo dimenticare che lo scorso anno, ovvero i bambini che oggi stanno frequentando la seconda, sono stati in classe lo scorso anno fino al mese di febbraio. Anche loro hanno bisogno di tornare in classe». «Spero che alla luce dei tanti provvedimenti, delle chiusure delle scuole e di tante attività, i casi di Covid possano diminuire e che i bambini delle elementari, in particolare quelli di prima e seconda, possano tornare in classe». «I bambini stanno rispondendo bene alla didattica a distanza anche grazie al necessario supporto delle famiglie e per questo rimoduleremo anche gli orari incrementando gli stessi». «Ciò non toglie – conclude la dirigente Mancino – che sia necessario che i bambini possano tornare in classe»