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DE SIANO E ‘A PURPETT AVVELENATA

DI FRANCO BORGOGNA

 

Teoricamente, noi cittadini ischitani, dovremmo essere fieri di avere due “punte di diamante” in politica: Giosi Ferrandino, proiettato ormai verso il Parlamento Europeo e Domenico De Siano, ricandidato senatore in collegio blindato, nonché vertice campano (e non solo) di Forza Italia. Allora, perché l’opinionista che scrive non è affatto contento di come stanno andando le cose? E cercherà di dimostrare ai lettori che siamo su una strada sbagliata? Affronto prima la questione “Giosi”. L’ex Sindaco d’Ischia deve ringraziare il fanatismo pasticcione del P.M. Henry John Woodcock, se ha superato indenne lo scoglio dell’affare CPL. Una cosa è certa, la questione delle modalità con cui CPL e la galassia della grande cooperazione emiliana  sono penetrati in molti territori italiani sta subendo condanne ed esclusioni dalle withe list in tutt’Italia (vedi Manutencoop e Consorzio Nazionale Servizi, di cui CPL è socia, stoppati in varie occasioni dall’Autorità di vigilanza di Raffaele Cantone, da ultimo il CNS,  per lo scandalo “casette” del post terremoto. Casari, vertice della CPL (a cui conserviamo la cittadinanza onoraria della Città d’Ischia)  in qualche caso assolto, in altri è sospettato di contatti e accordi con la camorra. In tutto questo, Luigi Di Maio, leader dei 5 S è andato in Emilia Romagna a rivalutare e difendere le grandi Coop. O Di Maio è disinformato o il moralismo pentastellato funziona a corrente alternata. Di Giosi Ferrandino, vogliamo dire, come hanno fatto molti, che si è comportato in maniera inopportuna, eticamente censurabile (anche se non penalmente perseguibile), soprattutto quando ha scaricato su fratello, sorella, famiglia le inopportunità?

Ma non è quello che ci interessa. Ci interessa di più, come ha sottolineato, su questo giornale, anche Mizar (si badi bene, iscritto al PD), che Giosi sta sacrificando, sull’altare del suo egoismo carrieristico, il Sindaco Enzo Ferrandino, la giunta comunale, il consiglio comunale ed infine il circolo PD locale. Auguro, naturalmente all’amico Lello Pilato, di trovare la quadra, anche se in agguato c’è sempre il Deus ex machina che tutto sconvolge e stravolge. Giosi andrà, dunque, in Europa. Importante è che Giosi ci dica con quali idee, con quali programmi, con quali obiettivi va in Europa. Non gli ho mai sentito pubblicamente esprimere opinioni politiche, sociali, culturali, economiche sull’Europa. Che l’uomo sia intelligente è fuori di dubbio, che sia preparato amministrativamente è altrettanto assodato, ma questo non basta. Come ha giustamente scritto (su Repubblica del 31 gennaio) la professoressa Nadia Urbinati (Dipartimento di Scienze Politiche alla Columbia University) oggi i cittadini ritengono l’incompetenza meno importante e negativa dei comportamenti tattico-politici spregiudicati e amorali. Ciò spiega, per la professoressa, il successo di movimenti gentisti come i 5S. In altre parole, la competenza si può acquisire con l’esperienza, l’etica politica difficilmente cambia percorso. E qui chiudiamo con Giosi ferrandino, in attesa di essere smentito e di ascoltare un nutrito e ricco programma di Giosi l’europeo.

Veniamo a Domenico De Siano, a cui riconosciamo altrettante doti di intelligenza e realismo politico. Ma, che necessità ha, un imprenditore come lui, di famiglia che ha creato da sé un lusinghiero patrimonio aziendale, andarsi a “sporcare” con la candidatura forzata di Luigi Cesaro? Non è vero che la candidatura è stata decisa a livello nazionale, dove peraltro conta solo Berlusconi. Lo hanno deciso, a livello regionale, De Siano, Russo e Carfagna. Mi si risponderà che il soggetto in questione è stato scagionato in diversi processi. Sì, però ne ha qualcun altro importante. Il fatto è che le accuse non riguardano reati comuni bensì di collusione camorristica. Perché abbinare una persona per bene come Maria Grazia Di Scala, ad Armando Cesaro? Per il bacino di voti preferenziali? Ma conosciamo la provenienza di quei voti. Tutto questo ha fatto assurgere il nostro concittadino politico al (dis) onore della cronaca nazionale, prima con l’accusa feroce di Nunzia De Girolamo, spodestata da capolista in Campania e dirottata in Emilia, per la qual cosa De Girolamo ha definito De Siano “indegno” di fare il coordinatore regionale di Forza Italia. Poi, è intervenuto il vice Presidente del CSM Legnini a bacchettare il giudice Giuseppe Cioffi che, nel contempo che giudica i fratelli di Luigi, e cioè Raffaele e Aniello Cesaro, (tuttora in carcere) partecipa alla Convention di ottobre ad Ischia di Forza Italia ed era da pensare che non fosse nelle condizioni di giudicare con serenità ed  obiettività i Cesaro. Fortunatamente, dopo le polemiche scoppiate, il giudice Cioffi si è dimesso da presidente del collegio giudicante.. Solo en passant ricordiamo che Giggino ‘a purpett sarebbe stato, a detta di Raffaeele Cutolo, il suo autista personale e che gli deve molto. Che Giggino fu arrestato e condannato, in primo grado, perché ritenuto il postino che recapitava i messaggi di Rosetta Cutolo al fratello Raffaele in carcere. Certo, in secondo grado, fu assolto dal giudice Carnevale (personaggio più volte contestato per la stranezza di alcune sentenze) sulla base del presunto vittimismo della famiglia Cesaro, soggiogata dal clan Polverino. E vogliamo ricordare l’asse che formava con l’onorevole Cosentino? Povero Stefano Caldoro che fu vittima del “fango” gettato da Cosentino & company.

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Perché  dunque, caro De Siano, rischiare di macchiare così una carriera politica brillante? Non ti senti più a tuo agio con persone per bene come Stefano Caldoro o Mara Carfagna? Senza questi compromessi è difficile conseguire migliaia di voti?  E non viene valutato che, una volta entrato in meccanismi ai confini del lecito, si diventa schiavi di essi e vi si rimane irrimediabilmente avviluppati? E’ quanto, in decenni passati, ho fortemente contestato al PSI campano, che si illudeva di “crescere” viaggiando border line con settori inquinati dell’elettorato. Tra gli aspetti, per me incomprensibili, c’è poi questa strana complicità Giosi-Domenico, questo tira e molla nei rapporti tra due leader di partiti teoricamente contrapposti, che inducono sospetti, insinuano dubbi, prefigurano un non detto e accordi taciti sottobanco. Possibile che non si trovino sani motivi di contestazione reciproca? Certo che tra due politici isolani ci deve essere un rapporto corretto e collaborativo, ma alla luce del sole. Tutti noi vogliamo sapere ciò che effettivamente differenzia l’uno dall’altro; quali idee di futuro (per l’isola, per la Campania, per l’Italia, per l’Europa) ha ciascuno di essi. Siamo stanchi di sentire parlare solo di “gruppi”, “correnti”, “sgambetti”, “ricorsi”, occupazione di sedie. Parlateci di problemi e di soluzioni proposte. Ah, dimenticavo, e qui mi rivolgo sia a Ferrandino che a De Siano, noi opinionisti siamo stati spesso derisi e definiti “filosofi”, opposti a loro che sono “fattivi”. Sarà un caso, ma è di questi giorni la notizia che il Ministero della Pubblica Istruzione, ha diramato una direttiva su “Orientamento per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza”, con la quale si stabilisce di impartire anche negli Istituti Tecnici e Professionali, lezioni di filosofia. Ci si è resi conto che tale materia aiuterà i giovani ad avviarsi alla professione e al lavoro, grazie ad accresciute capacità nel “problem solving”, soft skills, metacognizione. Avete capito? Filosofia ed operatività non possono, oggi, fare a meno l’una dell’altra. Il discorso vale ancora di più per chi vuole progettualità politica. Spero, alla fine, che non se ne abbiano a male i nostri due leader; quel che ho scritto è fatto anche nel  loro interesse, ma principalmente nell’interesse di quest’isola, che è stanca di assurgere alla cronaca nazionale ( in questo caso,politica) solo per aspetti deteriori e censurabili. Elevate il tono, e le frequentazioni.

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