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Debiti Asse, oggi il responso della Corte d’Appello

Dalla Redazione

ISCHIA. È attesa per oggi la decisione della Corte d’Appello di Napoli sul ricorso riguardante la definizione di gran parte della massa debitoria dell’Asse, l’azienda partecipata dai Comuni di Lacco, Casamicciola e Serrara, in liquidazione dal 2002. La società gestiva unitariamente il servizio di nettezza urbana per i tre comuni, i cui rispettivi attuali sindaci si erano riuniti lo scorso 29 dicembre presso Palazzo Bellavista, sede del Municipio di Casamicciola, insieme al liquidatore Sandro Iannotta e al revisore dei conti per un meeting informale in attesa della decisione della magistratura contabile. È chiara la volontà delle tre amministrazioni di mettere fine a questa lunghissima fase liquidatoria, e il verdetto di oggi influenzerà la strategia che i primi cittadini dovranno adottare già a partire dal 12 gennaio, data a cui è stato riaggiornato il vertice tra i sindaci. La Corte dovrà decidere su un’opposizione a cartelle esattoriali, in fase d’appello, che potrà definire gran parte della massa passiva. Nel caso di una decisione favorevole per i Comuni, con relativo annullamento della cartella, gli enti vedrebbero riconosciuta l’insussistenza di tali pretese creditizie, con l’ovvia conseguenza di un grande risparmio per le casse comunali (per la verità non troppo floride, specialmente nel caso di Lacco e Casamicciola). Se invece la Corte dovesse riconoscere l’esistenza di tale massa debitoria, i Comuni potrebbero ricorrere al mezzo della cosiddetta “rottamazione delle cartelle esattoriali”, che permette di pagare soltanto la sorta capitale e gli interessi, mentre le sanzioni non sono più dovute. Tramite un piano di dilazione, che comunque non può superare la fine del 2018. In tal caso, anche se in misura minore, bisognerebbe comunque mettere mano alle casse. Il decreto legge 22 ottobre 2016, n. 193 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 249, prevede che i benefici economici previsti per la rottamazione dei ruoli possano arrivare al 35% circa. Possono essere rottamati tutti i ruoli relativi a imposte, compresa l’Iva, ai tributi, nonché a contributi previdenziali e assistenziali affidati rispettivamente dall’agenzia delle Entrate e dall’Inps o Inail all’agente della riscossione dal 2000 al 2015. Previsioni che ben si attagliano al caso dell’Asse, alla quale sono contestate cartelle esattoriali riguardanti somme dovute all’Inps, all’Inail e all’Agenzia delle Entrate: quindi di natura previdenziale oltre che erariale. I debiti  sarebbero comunque a carico degli enti che fanno parte dell’Asse, e quindi dei cittadini.  La domanda per usufruire della “rottamazione” può essere inoltrata non oltre il 31 marzo. La riunione tra i sindaci è stata quindi aggiornata come detto a giovedì prossimo, subito dopo l’udienza dinanzi alla Corte d’Appello, per accordarsi sulle mosse successive. In ogni caso, si sta cercando di capire la migliore “exit strategy”, col minor danno possibile. Come molti ricorderanno, appena fu creata l’Asse, ormai circa vent’anni fa, il piano economico-finanziario fu quasi subito bocciato dalla magistratura contabile, perché ritenuto assolutamente non idoneo a far fronte alle  spese. La Corte  in pratica  ha contestato ai consiglieri comunali dell’epoca di aver costituito una società che in prospettiva sin dall’inizio era destinata inesorabilmente a rimanere schiacciata dai debiti, vista la mancanza di un’adeguata previsione delle spese necessarie. Un’insufficienza d’informazioni, secondo la Corte, di cui sarebbero responsabili molti dei consiglieri comunali in carica tre lustri fa.

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