CULTURA & SOCIETA'

Delusione nel Borgo: salta la processione del lunedì, non i fuochi. Don Carlo rimedia: le statue di San Giovan Giuseppe e della Madonna in mini-corteo al Piazzale delle Alghe

LO STESSO CON IL SUONO FESTOSO DELLE CAMPANE DELLE TRE CHIESE DEL BORGO, COL FRAGORE DEI FUOCHI PIROTECNICI E COM LE NOTE DELLA BANDA MUSICALE DI ISCHIA SI CONCLUDONO QUESTA SERA I SOLENNI FESTEGGIAMENTI IN ONORE DEL SANTO CONCITTADINO / Anche quest’anno il percorso dell’ attesa grande processione per mare avrebbe previsto il dirottamento verso Cartaromana per salutare la gente collinare – avremmo ammirasto fuochi d’artificio a volontà lungo tutte le spiagge del Lido, dalla Mandra a San Pietro – l’ingresso trionfale nel Porto d’Ischia e il ritorno via terra ad Ischia Ponte tra due ali di folla delle grandi occasioni. Già dalla mattina il Santuario-Chiesa dello Spirito Santo a Ischia Ponte sarebbe stato aperto ai fedeli che numerosi si sarebbero accostati alla statua di San Giovan Giuseppe ed a quella altrettanto amata della Madonna di Costantinopoli per il devoto saluto nel giorno ufficiale della festa che si concludeva con la presenza anche un folto gruppi di ischitani di San Pedro di California e di Mar del Plata.d’Argentina. Invece quest’anno ancora per la pandemia non è accaduto nulla di tutto questo

Oggi conclusione dei festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce con scenario di questa festa anomala edizione 2021 tutto cambiato. Le belle ed antiche statue di San Giovan Giuseppe della Croce e della Madonna Incoronata di Costantinopoli della Congrega in piccola processione nel tardo pomeriggio intorno alle 19.30, prima che cali la sera, saranno portate al Piazzale delle Alghe percorrendo la vecchia strada interna delle cosiddette chiazze (la strada è denominata Via San Giovan Giuseppe della Croce in omaggio al Santo concittadino) per l’ultimo incontro all’aperto dove il Parroco Don Carlo Candido con altri ministrandi celebrerà la messa solenne con la benedizione del mare.

STORICO DOCUMENTO DELLE FESTA DEL 1937
STORICO DOCUMENTO DELLE FESTA DEL 1937

Al termine dell’intera funzione le statue della Madonna e di San Giovan Giuseppe rientreranno nelle rispettive chiese dove per l’Incoronata della Congrega si canterà “Buon Notte Maria” e per il Santo protettore del Santuario dello Spirito Santo si canteranno il Te Deum e l’inno storico “ ‘O Gran Santo”. Il lunedì della Festa si chiuderà questa sera con il concerto della Banda Musicale “Città di Ischia” diretta dal Maestro Nello Castaldi e con lo spettacolo di fuochi pirotecnici. Ieri mattina c’è stata la Messa Pontificale della domenica della festa celebrata da Sua Ecc.za Rev.ma Monsignore Gennaro Pascarella quale primo incontro del nuovo Vescovo di Ischia col nostro Santo Concittadino. La Grande Processione del Santo che suscitava emozioni ai devoti fino alla lacrima per ora è sparita. Già la Processione. Grande era l’attesa per lo spettacolare percorso via mare da Ischia Ponte al Porto d’Ischia, che aveva luogo quest’oggi, nel tardo pomeriggio, condizioni metereologiche permettendo, specie quando le previsioni annunciate non promettevano bene.. Ma San Giovan Giuseppe, come al solito, si sperava, farà il…miracolo, si dicevano speranzosi i devoti, permettendo così alle migliaia di ischitani residenti, ai nostri emigrati nelle Americhe ed ai tantissimi turisti che erano presenti sull’isola, di assistere all’emozionante evento, che col passare degli anni, andava assumendo importanza sempre maggiore. Ormai la grande processione del Santo ischitano per il mare di Ischia, lambendo mezza costa dell’isola, che in pratica, chiudeva l’agosto di fuoco ischitano a tutti i livelli e apriva un settembre fresco e foriero di buone cose, era considerato dagli estensori delle guide turistiche locali e regionali e degli almanacchi nazionali come itinerario di turismo religioso da seguire, per i suoi risvolti storici, culturali e di fede, di un popolo che si richiamava e si richiama oggi, nonostante tutto, a questo straordinario Santo dai particolari ed incredibili miracoli, quando le cose in famiglie e nel paese, non vanno come dovrebbero.

“San Giovan Giuseppe ci mette una pezza, ne sono sicura…” affermava la vecchia nonna con l’immaginetta di San Giovan Giuseppe stretta fra le mani, quando sentiva odore di bruciato, evidentemente, rifacendosi al significativo quanto veritiero appellativo di “frate cento pezze” che gli avevano appioppato i suoi confratelli e le tante persone che lo seguivano in vita, per il mantello completamente rattoppato che da sempre quotidianamente indossava, coprendosi per intero, dalla testa fino ai piedi , specie nelle fredde e piovose giornate di inverno. San Giovan Giuseppe, da dotto e saggio frate alcantarino, quando stazionava a Napoli presso il convento di Santa Lucia al Monte, sul Corso Vittorio Emanuele ed a Piedimonte d’Alife nel convento di Monte Muto con l’incarico di Padre Superiore, era richiesto da baronesse, contesse ed altre nobildonne dell’alta borghesia napoletana, quale loro confessore preferito. infatti, Frate “cento pezze”, ai primi del ‘700 con l’identico abbigliamento scendeva e saliva i grandi scaloni dei palazzi patrizi napoletani, portando dentro di sé “confessioni” a volte proibitive e pericolose, che se svelate, avrebbero provocato disastri sociali, sia pur nelle alte sfere della buona società napoletana e presso i Vicerè del Regno. Quindi un San Giovan Giuseppe stimato e temuto in vita, ed amato e venerato dopo la sua morte (5 marzo 1734) fino ai giorni d’oggi, dove l’isola tutta, ha imparato e sta imparando ad apprezzarlo di più, specie dopo il trasferimento definitivo della Sacra Urna contenete le sue spoglie mortali, da Napoli ad Ischia. Grazie all’ azione meritoria del defunto Vescovo F9ilippo Strofaldi che fra le altre cose, riuscì anche a trasformare la chiesa dello Spirito in Santuario dove in realtà si venera da sempre la tradizionale e preziosa statua settecentesca del Santo concittadino.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

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