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Trova la sua immagine sui pacchetti di sigarette e fa causa alla multinazionale

Quella che vi raccontiamo è una storia che rasenta l’incredibile, a tratti rischiando di sfociare nel surreale. Una storia che potremmo definire romanzesca e che pure non è tratta dalla fantasia di uno scrittore ma è realmente accaduta. Una vicenda che, un po’ come in un libro, deve scrivere e raccontare ancora molti capitoli e che anche noi de Il Golfo, vista la sua complessità e le mille sfaccettature che presenta, vi racconteremo a tappe. Perché riassumere tutto scendendo anche nei dettagli in un colpo solo sarebbe un qualcosa di assolutamente impossibile, a meno che non si intenda “monopolizzare” l’intero numero di un giornale. Il protagonista di questa storia è Maurizio Plescia, commerciante, che gestisce un negozio di pelletteria in quel di Forio, sul corso principale. Il suo incubo inizia un giorno, quando si accorge che sui pacchetti di sigarette distribuiti da una nota multinazionale compare la sua effige. Sì, una di quelle foto che tendenzialmente servono a invogliare gli utenti ad evitare il vizio del tabacco. Maurizio si riconosce subito, è sdraiato su un letto d’ospedale ed è intubato.  Non nutre alcun dubbio sul fatto che si tratti della sua persona, anche perché ha direttamente vissuto un’esperienza del genere.

Era successo, per intenderci, mentre l’uomo si trovava in Colombia, dove viveva e risiedeva l’allora fidanzata che nel frattempo è poi diventata la sua consorte. Maurizio comincia ad accusare dei malesseri, dei problemi di salute. Di natura respiratoria, per intenderci. A un certo punto comincia ad assumere un farmaco che gli viene prescritto dal medico, ma che contiene un principio al quale il paziente è allergico: la cosa gli sfugge, però, perché quel medicinale in Sudamerica ha un altro nome. Ad un principio di polmonite si aggiunge quest’altro “contrattempo” e così Maurizio Plescia è costretto a correre in ospedale dove viene immediatamente ricoverato. Ed intubato, per giunta.  E’ in quei momenti che accade qualcosa di particolare: qualcuno deve averlo fotografato mentre si trovava sul letto in condizioni tutt’altro che “allegre” e in un modo o nell’altro deve aver passato la fotografia alla Philip Morris, una multinazionale nel campo del tabacco. L’immagine che lo ritrae in quelle condizioni deve essere stata evidentemente ritenuta una sorta di “icona” o simbolo, al punto tale che si è ritrovata su diversi pacchetti di sigarette accompagnata da scritte come “il fumo nuoce gravemente alla salute”, “il fumo provoca ictus e disabilità” ed altri slogan analoghi.

Passa del tempo, evidentemente, e il buon Maurizio non si rende conto di quello che è successo. Fin quando non se ne accorge e resta francamente allibito. Non riesce a capacitarsi di come qualcuno possa aver scattato quella foto, averla ceduta a una multinazionale e come quest’ultima si sia presa la briga di sbatterla sui pacchetti di sigarette senza chiedere la preventiva autorizzazione e la necessaria liberatoria al diretto interessato. Che ovviamente, ma questo è fin troppo scontato dirlo, non ha mai rilasciato nessun nulla osta a riguardo. Il Plescia non ha dubbi sull’identità di quel volto e non a caso si rivolge subito a un legale di fiducia per ricostruire l’accaduto ed anche per ottenere un risarcimento per il danno subito. Giacché, con quella pubblicazione, si ipotizzano diversi reati: violazione della privacy, sfruttamento del diritto d’immagine e diffamazione, giusto per rimanere in superficie. Nel frattempo, però, apprende anche un’altra serie di fatti e circostanze: quelle sigarette con la foto intubato in un letto d’ospedale non sono state diffuse soltanto sul territorio europeo ma addirittura su scala planetaria, anche negli Stati Uniti ed in paesi come Cina e Giappone, tanto per intenderci. E poi altri soggetti, evidentemente pensando di poter racimolare una bella somma di denaro, provano il “colpaccio” con la Philip Morris riferendo di essere il volto ritratto in quella foto obiettivamente tutt’altro che rassicurante. Così succede che per far valere i suoi diritti Maurizio Plescia è costretto anche a sottoporsi ad una perizia comparativa effettuata da uno dei massimi esperti del settore che conferma – per tutta una serie di particolari, su tutti una leggera deviazione del setto nasale – che nell’immagine incriminata è ritratto proprio lui, senza alcun dubbio. Da qui l’avvio di un contenzioso che potrebbe essere giunto quasi alla conclusione, anche perché la multinazionale ha risposto alle note ricevute. Nel frattempo la vicenda è giunta anche all’Unione Europea e promette ancora ulteriori sviluppi. Noi ve li racconteremo, così come altri dettagli di questa assurda vicenda. Credeteci, siamo appena all’inizio.

Gaetano Ferrandino

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