Diego Iacono e “La Stazione dell’Anima”
Viaggio dentro il nuovo singolo dell’emergente cantante isolano che racconta e incarna i sentimenti dell’attesa e del non ritorno
DI ARIANNA ORLANDO
Diego Iacono, classe 1991, è un cantante emergente isolano che recentemente ha pubblicato il suo ultimo singolo dal titolo “La stazione dell’anima”: brano che incarna i sentimenti dell’attesa e il dramma dei non-ritorni.
Mi racconti il suo percorso musicale dagli esordi fino al momento attuale.
“Ho iniziato nel 2016 a collaborare con Damiano Innocenti e abbiamo iniziato questo percorso di inediti perché avevo bisogno di comunicare qualcosa di mio e non di pre-impostato. Non volevo essere un interprete di canzoni degli altri ma volevo essere riconosciuto con una identità tutta mia. Da qui ho iniziato a raccontare a Damiano quello che poi si è trasformato negli inediti Davanti a me e senza nuvole. Si è inserita poi nel percorso anche Ginevra Carucci che è l’autrice di molti miei testi tra cui La soglia degli sbagli e Il seme del bene. Nel 2022 ho poi conosciuto Aldo Aldi con cui è nato il testo di Baùli. Nel 2023 ha esordito il singolo “Invisibile agli occhi” cui è seguita una pausa poiché musicalmente parlando mi sentivo saturo e incomunicabile. Ero felice del mio percorso musicale e avevo deciso di mettervi un punto ma quest’anno, dopo un momento piuttosto buio della mia vita, mi sono reso conto di avere raccontato-attraverso la musica-sempre degli altri e mai di me. Da qui è iniziato un percorso autobiografico. Con Ginevra Carucci è stato scritto un testo, che ha veramente tanto di mio, ed è nato così il brano “La stazione dell’anima”.
Da dove e come nasce questo inedito?
“Questo inedito nasce formalmente a settembre, quando ho capito che volevo continuare a comunicare con la musica. La sua avventura comincia però già nel 2016 quando ho iniziato a buttare giù dei versi che raccontavano di me e della mia esperienza personale ma non avrei mai pensato che da lì sarebbe partito un progetto cui tengo così tanto quale la stazione dell’anima è. Inizialmente io non avevo dato nessuna possibilità a questo sistema di versi perché non ero maturo per questo tipo di esperienza. Questo testo è un mosaico di momenti che comprende il 2016, il 2018, il 2022 e questo anno appena trascorso, fungendo come una sorta di diario o di zibaldone di pensieri e riflessioni. A settembre mi sono reso conto che il testo aveva un valore e l’ho affidato a Ginevra Carucci che se ne è presa cura trasformandolo e adattandolo alla musica”.
Quali sono le sue emozioni in questo momento? Come si sente dopo aver fatto pubblicare questo inedito tanto intimo?
“Stavolta credo di avere agito diversamente rispetto alle precedenti volte, credo di essermi posto davanti a uno specchio e di essermi posto l’obiettivo di raccontare quello che ci vedevo dentro: chi è Diego. Ho raccontato le tante attese di qualcosa che non è mai arrivato quindi io sento questo inedito come si trattasse di un figlio. Mi sento molto responsabile di questo testo, è come se avessi affidato un pezzo della mia anima al mondo e alla musica. In questi primi giorni ho potuto notare che il brano è piaciuto tantissimo. Quando lavoravo a questa canzone, io assolutamente non ero concentrato sulle aspettative del pubblico. Da emergente rischio spesso di piegarmi alle esigenze del mercato, questa volta non ci ho pensato ma il risultato che ho ottenuto è stato molto convincente. Il messaggio della mia canzone può essere condiviso e può essere di aiuto a qualcun altro”.
Pensa che questo testo gareggerà in qualche competizione?
“Questo sarebbe stato il mio inedito per Sanremo Giovani, se non avessi superato l’età per parteciparvi. Penso che nel contesto sanremese questo testo avrebbe giocato bene. Mi piace pensare che il secondo futuro inedito, che costituisce con questo e con un altro ancora una trilogia, possa gareggiare qualora venga aggiustata la fascia d’età per la partecipazione. Comunque vada, cercherò di presentare questo inedito ovunque perché merita di andare lontano”.
Mi racconti meglio la stazione dell’anima, qual è il messaggio che lei vuole comunicare? Quali sono state le scelte tecniche?
“La stazione dell’anima è il brano che parla di una fine inaccettata. È proprio l’elaborazione di qualcosa che non si accetta. Ci si rende conto che il vuoto è uno spazio che va riempito e a questo punto arriva quell’eco di vento che porta di nuovo alla luce. Arriva quindi l’accettazione che ciò che è morto è perduto e che dopo la pioggia torna il sole. Il titolo è nato perché ero alla stazione di Pistoia, dove ero stato per incidere il brano, e lì, mentre aspettavo, io ascoltavo la demo che avevo appena inciso e allora mi sono accorto che quello era il titolo giusto. La stazione è il momento passeggero dell’attesa, un’apnea. Il testo è molto importante e molto intimo, senza tempo, e abbiamo voluto adattarlo all’effetto dell’autotune”.
Quali sono i suoi sogni e le aspettative per il futuro?
“Sanremo, innanzitutto. Poi mi aspetto che questo brano viaggi molto in radio perché è molto radiofonico. Ho delle aspettative radiofoniche”.
Chi desidera ringraziare?
“GINEVRA CARUCCI (Autrice del testo), DAMIANO CHITI INNOCENTI (Produttore del brano), FILOMENA CENNAMO, VALERIA CONTE, PASQUALINO SCHIANO, MARIA NAPOLANO e naturalmente tutti quelli che ascolteranno il brano”.