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«Dimmi chi sei e ti darò la borsa che fa per te», arriva da Ischia la borsa che piace ai vip

di Isabella Puca

Ischia – «Sono un ex ufficiale di marina e nel 2011, per gioco, ho registrato questo marchio alla camera di commercio di Roma però il desiderio di essere libero e di fare qualcosa che mi piacesse sul serio nasce prima. Le navi mi piacevano, sì, ma avevo bisogno di una sorta di libertà diversa. Non sapevo di essere in grado di disegnare o di assemblare una borsa da donna, ma ho provato e ci sono riuscito». È così che si presenta Simone Iodice, ischitano, proprietario del marchio Severe Gusts Italy, le borse tra le più amate da star nostrane e internazionali. Le blogger di tutta Italia impazziscono per le sue creazioni in pelle o in tela, un made in Italy rigorosamente fatto a mano. «Nel 2011 – ci racconta – ho conosciuto un ragazzo di Avellino, lui farmacista mentre suo il padre proprietario di una fabbrica.  Gli dissi della mia idea e un giorno andai lì in fabbrica;  iniziammo a tagliare il primo pezzo di pelle e a cercare di capire come attaccarli. Nacque una mezza borsa da donna che perfezionammo il giorno dopo. Quando postammo su Facebook la foto notammo un forte interesse da parte dei negozianti; è con lui che è iniziata quest’avventura. All’ inizio continuavo a lavorare per una compagnia di navigazione, alle borse mi ci dedicavo nel tempo libero, ora lo faccio a tempo pieno». Per chi vive con il mare il rapporto con esso non si esaurisce mai e, di fatti, il nome del marchio  richiama letteralmente le forti raffiche di vento dei bollettini meteo della marina. «Quando ero cadetto, – ci racconta ancora Simone – allievo ufficiale, ero sulla tratta Francia – Inghilterra e il mio compito era quello di selezionare i bollettini meteo  che arrivavano da meteo France per evidenziare situazioni metereologiche particolari. Sulla Manica persistono queste forti raffiche divento, sul bollettino c’era scritto sempre “severe gusts”. Per uno che ha sempre sofferto il mare la sola visione di queste due parole era tutto. È un’espressione che poi ho fatto mia, me la sono tatuato sulla gamba, l’ abbiamo messo su un pezzo di pelle che è diventata una borsa da donna». Una delle caratteristiche  delle borse di Simone è proprio l’utilizzo di pelle pura al naturale o di  agnello o di vitello non trattata in maniera artificiale né plastificata, il tutto cucito rigorosamente a mano. «Perché proprio le borse? Non lo so, non l’ho mai capito. Ricordo che alle scuole medie il mio professore di tecnica mi diceva “se tu non disegni, zappi!”. Ogni volta che metto la penna sul foglio penso a questa sua frase e se da una zappata ci esce una borsa da donna, beh devo dire che mi piace zappare». La  prima borsa realizzata da Simone era un bauletto che è stato esposto per diverso tempo da Lambitelli boutique sul corso, «non mi sarei mai aspettato che fossero interessati ai miei prodotti. Ho iniziato con gli amici e con gli amici di amici, era un perfezionamento continuo il mio. Ora incontro una donna che mi chiede di una borsa e vado convinto». Con Simone funziona un po’ così: “dimmi chi sei e disegnerò la tua borsa”, è una sintonia pura quella che si realizza con il cliente, sia uomo che donna che, una volta con la borsa tra le mani, non può che essere pienamente soddisfatto. «Dipende molto dalla donna che sei, solo così posso capire il modello che sceglierai. Di base chiedo sempre se hanno un’idea e quando mi dicono di no non mi faccio prendere dal panico. Inizio a immaginare, a fantasticare su quando la indosserà. Se una borsa non mi piace cerco di distogliere l’interesse da quel modello, di solito cerco di far prendere borse che mi piacciono». A lanciare Simone nel mondo dei vip fu Selvaggia Lucarelli alla quale chiese di indossare una delle sue borse, dopo di lei anche la cantante Annalisa Minetti, «io e mia moglie Barbara siamo stati a Roma da lei al suo compleanno, è una persona fantastica. Quando ha toccato la borsa ha capito subito che era di pelle». Sono 70 i negozi in tutta Italia in cui sono esposte le borse mentre all’estero si trovano in Svizzera, Zurigo, Gerusalemme e Montecarlo. Tra i tanti personaggi dello spettacolo che indossano una Severe Gusts troviamo anche uomini come Marco Bocci e Yuri Gulliacci, ma le borse piacciono proprio a tutti anche a Teresa Iorio campionessa mondiale nel 2015 della vera pizza napoletana che sta per stringere tra le sue braccia una borsa comoda e bella da portare a lavoro realizzata appositamente per lei da Simone che era a cena con la sua famiglia nella nuova pizzeria costruita in una serra sul corso principale del comune di Ischia.

Il designer dei vip è al 6°posto in Italia tra i migliori emergenti sta avendo davvero belle soddisfazioni, tra queste vedere Sharon Stone o Eva Mendez portare a spasso una sua borsa. «Colpisce perché c’è scritto “made in Italy”  e poi piacciono i modelli, a partire da me. I miei preferiti sono il modello Kelly e la borsa borsello, il mimetico poi mi fa impazzire e anche le donne ci vanno molto dietro. A volte penso che cambierei sesso per indossare una mia borsa e quando mia moglie mi chiede di portare la sua lo faccio con piacere». Le prime volte che Simone vedeva qualcuno indossare le sue borse gli veniva il batticuore, sinonimo di umiltà e continua voglia di fare che non lo abbandona mai. «L’ Italia vive un periodo particolare dal punto di vista commerciale, io sono nato con la crisi non ho mai notato una profonda differenza e forse è meglio perché mi sarei abbattuto, ma capisco l’imprenditore degli anni ‘80». Sono diverse le richieste da parte di altre aziende che vorrebbero Simone nel loro gruppo, non solo italiane, ma per ora il suo posto è qui Ischia, «amo stare qui, a Ischia e lo sanno che ho bisogno di essere libero. Non voglio guadagnare tanto, ma quel giusto che mi dia la libertà di fare le cose mie. Essere isolano non mi è stato affatto da ostacolo, anzi ho avuto tutto il tempo di poter fare. Mi guardo intorno per prendere ispirazione, assemblo idee, ma lo spunto maggiore me lo dà la donna a essere vincente non sono i soldi ma l’idea». La storia del giovane designer italiano è da esempio per tutti i giovani isolani convinti che l’isola sia loro da ostacolo piuttosto che un trampolino di lancio verso la realizzazione di un’idea di successo, «può un ufficiale di marina disegnare borse? Pensavo di no e invece sì e tra una rotta e un’altra ci sono riuscito».

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