ARCHIVIO 2ARCHIVIO 3ARCHIVIO 4ARCHIVIO 5

Dinosauri contro le zecche: una lotta (non) impari

Le zecche (superfamiglia Ixodoidea) sono considerate tra i più pericolosi vettori di malattie infettive: tra le “tick-borne diseases” (come vengono chiamate dagli anglofoni le infezioni dovute alla puntura di questi aracnidi) sono presenti la malattia di Lime, una grave forma di encefalite, la cosiddetta “febbre ricorrente” e il tifo, tutte causate da micro organismi che “usano” le zecche come vettori. Usualmente questi animali sono rinvenibili in luoghi dove passano animali selvatici e pascoli, come ad esempio praterie. Impiegano diverse ore prima di penetrare l’epitelio umano ma nel caso in cui si siano radicati è assolutamente necessario l’intervento medico per la rimozione.

Le zecche sono presenti sulla Terra da milioni di anni: si suppone si siano originate circa 146 milioni di anni fa. Nella loro storia evolutiva hanno parassitato diversi cladi di vertebrati: tra di essi sono compresi anche i dinosauri, come dimostrato da una ricerca pubblicata il 12 dicembre 2017 su “Nature Communications” (un giornale “open access”, ovvero ad accesso libero e senza restrizioni, edito e pubblicato dallo stesso editore della più nota “Nature”) e condotta da un’equipe composta da scienziati perlopiù spagnoli. Essi hanno studiato fossili intrappolati all’interno di ambra birmana risalenti a circa 99 milioni di anni fa: all’interno di questo insieme di organismi (erano perlopiù presenti insetti), sono stati rinvenuti corpi di diverse zecche e penne di dinosauro (si suppone sia un dinosauro a causa dell’antichità del reperto e alle caratteristiche primordiali delle penne, con caratteristiche che non corrisponderebbero alla “radiazione” degli uccelli secondo l’opinione degli autori). La scoperta è ritenuta importante data la mancanza di dati su possibili relazioni parassitiche presenti nel Mesozoico (il periodo di tempo che va da circa 251 milioni di anni fa a 66/65 milioni di anni fa): per quanto riguarda i dinosauri, si suppone che il tirannosauro (Tyrannosaurus rex) fosse attaccato da protisti del genere Trichomonas.

All’interno dell’ambra sono state trovate come zecche Cornupalpatum burmanicum, che era già stata descritta nel 2003 ed è stata rinvenuta in mezzo a due penne nell’ambra, ed una nuova specie denominata Deinocroton draculi (il nome del genere significa letteralmente “zecca terribile”, chiaro riferimento alle “lucertole terribili”: lascio a voi immaginare l’origine dell’aggettivo specifico). Sono stati rinvenuti esemplari di D. draculi rigonfi (probabilmente) di sangue, ma è altamente improbabile uno scenario “alla Jurassic Park”, dato che non è certo cosa sia presente dentro le zecche. Non è un azzardo ipotizzare che le zecche potessero portare malattie ai dinosauri, date le relazioni ecologiche attuali che suddetti parassiti hanno con i diretti discendenti delle “lucertole terribili”, ovvero gli uccelli.

Dai pochi dati che i paleontologi hanno, molte delle strategie ematofaghe (basate sul sangue come nutrimento) ed ectoparassitiche (ovvero dei parassiti presenti all’esterno del corpo dell’ospite e non interni) negli insetti si sono sviluppate proprio nel Mesozoico: secondo gli autori della ricerca, tali adattamenti si sono evoluti nelle zecche nello stesso periodo di tempo, se non addirittura prima. Tutto ciò può portare a considerare la possibilità di trovare altre ambre dello stesso periodo di tempo con la presenza di parassiti, che possono aiutare a capire se essi fossero altamente specializzati ad attaccare determinate specie di dinosauri o se fossero altamente generaliste a livello di ospiti. Gli autori hanno ipotizzato un modello con i diversi gruppi parassitati dalle zecche nel tempo che hanno successivamente portato alle relazioni attuali zecche-uccelli.

Ads

Questa scoperta ci aiuta dunque a comprendere meglio l’evoluzione del parassitismo (spesso poco compreso a causa della scarsità di resti lasciati dai parassiti, sebbene si notano tracce di attività dovute a parassitosi già nei trilobiti di circa 570 milioni di anni fa), ma ci affascina anche nel comprendere come i dinosauri non fossero “bestie inattaccabili” come forse la cultura popolare ci rappresenta, data la loro possibilità di contrarre malattie a causa di animali di taglia molto inferiore rispetto alla loro!

Ads

*Laureato in STeNA e studente della LM in Scienze della Natura de “La Sapienza”

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex