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Che il diritto alla privacy dei malati oncologici venga garantito

di Isabella Puca

Ischia – «Sono malata oncologica e sto facendo la chemioterapia all’ ex clinica di San Giovangiuseppe, una realtà che a livello sanitario è un fiore all’occhiello per l’ intera isola. In quel centro però c’è bisogno di privacy, di una saletta appartata per chi, come me, va lì a fare le chemioterapie. Tutti quelli che entrano, ci guardano, puntano il dito;  prima d’ora ero entrata in quella struttura da accompagnatrice, adesso la vivo da ammalata». È ancora una volta Nunzia Mattera, presidentessa della Catena Alimentare Casamicciola a farsi portavoce di una nuova battaglia. Non solo quella che da due anni porta avanti per aiutare le famiglie in difficoltà, ma quella personale contro il cancro e quella per tutti quelli che, come lei, sono costretti a fare le chemioterapie senza che venga garantito loro il diritto alla privacy. L’appello, fatto ai giornalisti sabato scorso, durante l’incontro promosso dall’Ordine dei giornalisti della Campania dal titolo “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”. La mattinata, svoltasi nella sala conferenze del Palazzo Diocesano ha visto un saluto del Vescovo Mons. Pietro Lagnese e di Filomena Sogliuzzo presidentessa della sezione ischitana di Libera dalle mafie intitolata alla memoria di Gaetano Montanino. Prima del suo intervento, Nunzia, ha voluto rendere partecipi tutti del suo dramma facendosi promotrice di una nuova battaglia: dare più privacy ai malati oncologici dell’isola che svolgono le terapie all’ex clinica di San Giovangiuseppe. «Sono anni che attendiamo si realizzino le promesse fatte dai vertici dell’Asl, adesso chiedo aiuto a voi, – ha detto ai giornalisti presenti – fatevi portavoce di questo problema. Ischia ha un fiore all’occhiello, i dottori di quel reparto sono preparatissimi, persone che hanno fatto tanto e che hanno lottato per far sì che il centro oncologico diventasse una realtà dell’isola; ciò che serve però è la giusta privacy per chi soffre». Spazi angusti, una sala d’attesa minuscola, come pure la sala delle terapie, ma tanta professionalità e gentilezza da parte dei due medici e del personale. È questa una delle tante testimonianze di chi è costretto a vivere quella realtà.  Secondo i dati trasmessi dell’indagine conoscitiva su «Inquinamento ambientale ed effetti sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica», nella Terra dei fuochi ci si ammala di più di tumore rispetto al resto del Sud e si muore di più rispetto a tutta Italia. Al confronto con il Mezzogiorno, il tasso complessivo di incidenza di tutti i carcinomi maligni nell’Asl 3 Napoli Sud arriva a essere più alto del 46% per gli uomini e del 21% in più per le donne. Ischia, pur non avendo un registro di tumori, è un’isola purtroppo con molte casistiche. Un mese fa Il CUDAS – Comitato Unitario per la Difesa e il Diritto alla Salute dell’isola d’Ischia, insieme a una cinquantina di persone fu protagonista di un sit-in di protesta davanti al presidio medico, ed ex clinica, San Giovan Giuseppe per chiedere che anche l’oncologia di Ischia e Procida possa diventare una  ‘Unità Operativa Semplice Dipartimentale garantendo al servizio ischitano l’autonomia che l’ha fatto crescere per 18 anni e che venga affidata al fondatore dottor Roberto Mabilia per gli obiettivi che ha raggiunto e per il rapporto fiduciario con i pazienti.  Oggi non sono i medici al centro della cronaca, ma i pazienti e il diritto alla loro privacy. L’auspicio, infatti, è che si possa trovare una migliore allocazione all’UOC Oncologia che accolga tutti i malati, sia isolani che turisti, per le cure chemioterapiche nel rispetto della loro sofferenza.

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