CULTURA & SOCIETA'GALLERIA

Disagio giovanile: come riconoscerlo e come combatterlo

A Forio, presso “Zi Carmela” (ex discoteca Dolce Vita), si è tenuto il convegno “Disagio Giovanile: le categorie sociali si interrogano per combatterlo”, organizzato dall’Associazione Culturale INCONTRARTE, con il patrocinio del Comune di Forio

Tra le piaghe sociali più urgenti da affrontare c’è senz’altro il disagio giovanile, una vera e propria epidemia tra le nuove generazioni. Ma cosa si intende concretamente con disagio giovanile e come attecchisce nella nostra società? È un fenomeno molto complesso e si manifesta attraverso una varietà di segnali, che possono includere insicurezza, isolamento sociale, difficoltà scolastiche, comportamenti a rischio, uso di sostanze stupefacenti e, in casi più gravi, disturbi psicologici.Le cause sono molteplici e spesso intrecciate: pressioni sociali, aspettative familiari, mancanza di punti di riferimento, crisi identitaria, disagio economico o l’influenza negativa dei social media.Su cause, conseguenze e possibili rimedi si è discusso nel convegno “Disagio Giovanile: le categorie sociali si interrogano per combatterlo”, tenutosi a Forio presso “Zi Carmela” (ex discoteca Dolce Vita)che ha coinvolto una delegazione di studenti tra il pubblico e innumerevoli relatori di varia estrazione: istituzioni, terzo settore, scuola e associazionismo. Ognuno ha cercato di dare il proprio contributo, offrendo spunti di riflessione e aspetti su cui riflettere. Umberto Lucio Amore, Presidente dell’Associazione INCONTRARTE, ha aperto il convegno puntando l’attenzione sull’urgenza di fare qualcosa di concreto: «Non possiamo più fare finta di niente. Il disagio giovanile è un problema molto serio che riguarda migliaia e migliaia di ragazzi. Per fronteggiarlo è necessario unire le forze e lo scopo di questo convegno è quello di creare una sensibilità verso questi temi e procedere con azioni concrete». Dopo i saluti di Andrea Esposito dell’associazione INCONTRARTE e di Davide Laezza, consigliere con delega alla cultura del comune di Forio, la parola è passata alla dirigente dell’Istituto “Cristofaro Mennella”, Giuseppina Di Guida che ha sottolineato l’importanza di non lasciare mai da soli i ragazzi durante il periodo dell’adolescenza poiché è questa la fase della vita in cui insorgono i primi problemi. Inoltre, ha chiesto apertamente alle istituzioni e alle famiglie di affiancare la scuola nella battaglia contro i disagi giovanili perché solo uniti è possibile aiutare i ragazzi. Successivamente Francesco Calise del Comando Vigili di Forio ha raccontato di aver avuto a che fare per motivi di lavoro con giovanissimi affetti da gravi disturbi, invitando gli studenti in sala ad aiutare i propri amici se li vedono in difficoltà. Dalle sue parole è emerso quanto sia grave e diffuso il disagio tra i giovani, una piaga che non riguarda solo le fasce più povere della società, ma spesso anche quelle benestanti. È seguito l’intervento di don Marco Trani il quale si è focalizzato sul tema della solitudine. Molti giovani, infatti, sono spaesati e non trovano risposte in un società sempre più cinica e competitiva. Il nostro compito, come adulti, deve essere quello di tendere una mano verso di loro. Come cristiani – ha proseguito – abbiamo l’obbligo di non lasciare indietro nessuno, soprattutto le nuove generazioni che devono guardare con speranza al futuro. Tra i relatori anche esponenti dello sport locale, ovvero Massimo Bottiglieri (Presidente Ischiafishing), Roberto Barbato (Presidente Forio United) e il campione paraolimpico Gianni Sasso. Quest’ultimo, in particolare, ha portato la propria testimonianza su come affrontare il disagio, le problematiche e le avversità trasformandole in opportunità: «Spesso la vita picchia duro e quando siamo di fronte ai problemi abbiamo paura. Non c’è nulla di male a sentirsi in difficoltà, ma dobbiamo avere il coraggio di chiedere aiuto. Cadere non significa fallire, ma avere l’opportunità di crescere e migliorarsi. Per questo se siete in difficoltà non esitate ad aprirvi con amici, familiari ed esperti perché sono lì per aiutarvi». Il docente Francesco Matteraha portato all’attenzione dei presenti l’importanza di prendersi del tempo per se stessi, cercando di eliminare lo stress e la tensione. Molti dei disagi tra i giovani e i meno giovani, a detta sua, derivano da una mancanza di connessione e ascolto. La causa di questo stato dell’arte è da rintracciare nella società che va sempre più veloce e non consente più di fermarsi a riflettere. La Prof.ssa Anna Buonocore, invece, ha posto l’attenzione sul rapporto dei giovanissimi con la musica e di come il genere trap può in qualche modo influenzare negativamente i ragazzi. Spesso nei testi di queste canzoni vengono idolatrati il denaro, la droga, le armi e la violenza. Ci si è interrogati se questi modelli sbagliati possono essere alla base di un disagio giovanile. Si è giunti, poi, alla parte finale dei lavori con la parola agli esperti. In particolare, la Dott.ssa Antonietta Verde,counselor professionale ed educatore esperta in psicoeducazione, interventi educativi e familiari, insieme al grafico Gioavanni Di Meglio, ha presentato il progetto “La Voce dei Ragazzi”, un portale web con il quale si intende prevenire il disagio delle giovani generazioni, impedirne il rischio psicopatologico e dare loro voce. Questo sito online – come spiega la Dott.ssa Verde – vuole essere un luogo in cui favorire la sensibilizzazione e la cultura psicosociale. Il portale, suddiviso in quattro sezioni, ambisce ad essere uno spazio di confronto per esperti, docenti e ragazzi. L’ultimo intervento è stato quello della Dott.ssa Cristina Rontino, che ha messo in luce il fenomeno del cyberbullismo e delle violenze digitali: «Viviamo in una società frenetica, che esige risposte istantanee e risultati immediati. I ragazzi crescono immersi in questo ritmo caotico e, quando si espongono alla società, con le loro insicurezze, spesso si trovano di fronte adulti distratti e indifferenti o, peggio, pronti a giudicare. Per questo motivo molti giovani si chiudono in se stessi e il mondo digitale spesso diventa il rifugio da un mondo reale che fa paura. La tecnologia corre veloce e non possiamo certo demonizzarla perché è un mezzo molto valido che ci aiuta in tantissime attività. Tuttavia è necessario che in nostri giovani facciano un uso consapevole dei social e delle piattaforme virtuali onde evitare fenomeni come il cyberbullismo, oggi diffusissimo sul web. Dovremmo essere noi adulti a conoscere per primi i nuovi strumenti tecnologici e mettere in campo azioni di prevenzione come il dialogo, la comprensione e l’ascolto».

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Un commento

  1. Responsabili e ignavi della morte dell’ultimo Istituto Superiore a Forio e se la suonano e se la cantano…. Resterà il deserto e i colpevoli hanno un nome ed un cognome che sarà impresso nella storia e che peserà sul destino dei giovani foriani!

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