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Disavventura alla Chiaia, turista tedesca punta da una tracina

 

di Francesco Castaldi

FORIO – Un soggiorno ischitano che senza alcun dubbio verrà ricordato per molto tempo dalla protagonista della storia che stiamo per raccontarvi. Ma che tuttavia, non fosse altro per il suo lieto epilogo, non potrà far altro che strappare un ameno sorriso al lettore che la leggerà. La sfortunata protagonista della vicenda di cui oggi vi diamo conto sulle colonne del nostro quotidiano è una turista di nazionalità tedesca che, insieme al proprio compagno, aveva deciso di trascorrere qualche giorno di meritato riposo circondata dalle impareggiabili bellezze naturali dell’isola verde e quindi lontana dal caos che caratterizza sempre di più le principali metropoli italiane (Napoli e Milano ne sono l’esempio più lampante) e straniere.

Senza ulteriori indugi, passiamo ora alla vera e propria narrazione del fatto. La donna, che giovedì si trovava nelle acque antistanti la spiaggia della Chiaia a Forio, è stata improvvisamente punta da una tracina drago, un pesce molto comune nei mari italiani e in tutto il bacino del mar Mediterraneo. L’animale, che di primo acchito potrebbe apparire ai più un innocuo pesciolino, in realtà è un autentico e feroce predatore: è noto infatti che la tracina è provvista di spine velenose sulla prima pinna dorsale e di una particolarmente lunga che è situata sull’opercolo branchiale.

Caratteristiche fisiche che la rendono assai temibile non soltanto per gli abitanti dei fondali marini dell’intero Mediterraneo, ma anche per gli esseri umani. Lasciando a Piero Angela e a “Superquark” il gravoso compito di descrivervi nei dettagli la vita e l’habitat di quella che scientificamente viene definita “Trachinus draco”, proseguiamo con il nostro racconto. L’ignara turista, mentre si stava rilassando facendo un bagno nella acque cristalline vicine all’arenile foriano, è stata punta da alcune spine velenifere della tracina. Una circostanza che non solo ha provocato un lancinante dolore alla donna, ma anche il conseguente e inevitabile gonfiore del piede interessato dalla puntura del pesce.

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Il compagno della turista, decisamente spaventato da quanto accaduto alla sua fidanzata, l’ha prontamente soccorsa e l’ha subito portata sul bagnasciuga nel tentativo di comprendere esattamente che cosa le fosse accaduto in acqua. In seguito a una prima superficiale osservazione da parte dell’uomo, la pianta del piede della donna – che era notevolmente ingrossato a causa del veleno – presentava una serie di tagli (segno evidente della puntura della tracina), dai quali fuoriusciva inevitabilmente del sangue.

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Dopo alcuni istanti di comprensibile smarrimento misto a paura (il veleno entrato in circolo avrebbe potuto infatti compromettere seriamente la salute della turista), il fidanzato della donna punta dalla tracina ha chiesto aiuto alle persone presenti sull’arenile della Chiaia, che poco prima avevano assistito all’intera scena, e che si sono dimostrati reattivi nel prestare soccorso alla sventurata cittadina tedesca in vacanza sulla nostra isola, che come molte altre località italiane e mediterranee è caratterizzata dalla presenza, nelle proprie acque, di vari esemplari di tracine, che spesso e volentieri giocano brutti scherzi ai bagnanti che decidono di rilassarsi nei nostri mari.

La richiesta di soccorso da parte dell’impaurito turista tedesco è stata recepita da diverse persone, che non hanno fatto mancare il proprio indispensabile supporto alla coppia, che sotto questo profilo potrà certamente confermare ai propri parenti e amici che noi italiani, pur avendo molteplici difetti, abbiamo tuttavia un senso di spiccata fratellanza e solidarietà. Intorno ai due tedeschi si è repentinamente creato anche l’immancabile capannello di curiosi che volevano comprendere cosa fosse successo. Un siparietto decisamente simpatico, che ricorda molto da vicino la famosa scena del cavalluccio rosso del film “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo, che ha per protagonista l’indimenticabile Riccardo Pazzaglia.

Tra i metodi più o meno casalinghi proposti da qualche bagnante, alla fine è prevalso il buonsenso di un turista napoletano che, dopo aver rassicurato i due connazionali della cancelliera Angela Merkel adoperando un tedesco alquanto maccheronico ma tuttavia efficace, ha preso in braccio la signora e con l’ausilio dell’automobile di un amico ha trasportato la ferita presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, dove la donna è stata prontamente medicata dal personale sanitario del nosocomio del Comune del Fungo e rispedita subito dopo nell’albergo che la ospita.

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