ARCHIVIOARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Discarica, covo dei rom, monumento che cade a pezzi: benvenuti nel Pio Monte

GUARDA LE FOTO, LEGGI IL SERVIZIO IN BASSO

Se si pensa a quello che ha rappresentato per Casamicciola Terme, a vederlo così fa quasi venire un groppo in gola. Ma non è tutto perché a vederlo come ve lo mostriamo noi oggi è qualcosa di ancora peggiore. Il Pio Monte della Misericordia a Casamicciola Terme, infatti, non è soltanto quello che si vede e cioè una imponente struttura che fa bella mostra di sé praticamente nel cuore della cittadina termale ma forse è soprattutto quello che non si vede. Una struttura completamente diroccata e che una volta di più offre una scoperta interessante: un campo rom, e crediamo di non esagerare, esiste anche sulla nostra isola ed è di stanza proprio in questo diroccato documento. Le foto che vedete, peraltro, documentano in maniera eloquente come… c’è vita all’interno del Pio Monte, che certo non rappresenta un pianeta abbandonato, tutt’altro. C’è vita perché in questi alloggi diroccati, e che alle volte trasmettono l’inquietante senso di angoscia di poterti crollare addosso da un momento all’altro, trovi davvero di tutto. Le buste dei supermercati trasmettono chiaro l’idea che qualcuno lo utilizza come ricovero per i propri bivacchi ma c’è anche chi lo ha eletto a propria dimora. Sistemare un materasso e le proprie cose in un piccolo angolo vuole essere un senso, un segnale di occupazione degli spazi. Qualcuno, incredibile ma vero, ha deciso di piantarci addirittura le tende: lì dentro ci vive, ci abita, magari ci passa parte della giornata e sicuramente la notte. Lava i panni ed ha anche trovato il sistema di stenderli e farli asciugare. Insomma, ha fatto tornare il Pio Monte una sorta di Grand Hotel e forse meriterebbe una statua solo per questo. Scherziamo ovviamente, anche se qui da scherzare ci sarebbe ben poco.

Alcuni angoli di questa cattedrale nel deserto (non certo deserta, come vi abbiamo mostrato) sono suggestivi e documentano di come anche la comunità isolana ci abbia messo il proprio. Avendo capito che l’immobile casamicciolese è terra di nessuno o zona franca, ha ben pensato di utilizzarlo come discarica. E così ci si trovi dallo scaldabagno alle suppellettili di ogni genere, passando addirittura per qualche ciclomotore che abbandonato lì dentro ha evitato al proprietario di passare per lo scasso e sobbarcarsi anche una trafila burocratica. Ma quello sarebbe il minimo. Un’area della zona è destinata allo sversamento degli pneumatici, e se ne trovano in una quantità industriale. Un’altra stanza, invece, decisamente più ampia, lascia onestamente allibiti: sedie, stufe, tavoli, frigoriferi, oggetti e materiali ferrosi, un quantitativo di roba a dir poco impressionante. E poi c’è la foto più eloquente, una sorta di metafora riassuntiva di tutto quanto succede da quelle parti: una donna che si aggira furtivamente all’ingresso del Pio Monte, dove sono sistemati i cassonetti nei quali possono essere consegnati gli abiti dismessi. E’ lì ed ha scavato per una buona mezz’ora, come presumibilmente fa tutti i giorni, alla ricerca di qualche capo che possa tornare utile a lei o ai suoi familiari.

Dietro queste rovine, dietro questa incuria, dietro questo degrado, dietro quella che tutto sembra ma mai una cartolina di Ischia, c’è un passato prestigioso. Perché guardando queste foro, magari i più giovani non penserebbero mai che il Pio Monte della Misericordia ha rappresentato un’eccellenza e se vogliamo il primo vero polo dell’accoglienza made in Ischia, costruito dall’Opera Pia per curare gli infermi e permettere a malati ed indigenti di poter effettuare le cure termali. Il terremoto del 1883 lo rase al suolo come fece di fatto con l’intera Casamicciola, ma dopo dodici anni la struttura era nuovamente lì, imponente e maestosa. Quella rinascita fu anche il primo mattoncino verso lo sviluppo a vocazione turistica di un’intera isola che fino ad ieri aveva una vocazione che era invece contadina. All’alba degli anni ’70, precisamente nel 1973, arriva il definitivo “corto circuito” con l’Ente Morale che entra in uno stato di profonda crisi e decide di alzare bandiera bianca. Il resto è storia di ieri ma soprattutto di oggi, come documentano le foto. Pian  piano, il castello è diventato di sabbia sgretolandosi un pezzo alla volta. Con quei tentativi falliti di affidamento della struttura ai privati, che hanno rappresentato l’ultima segnale di vita prima del coma irreversibile.

Il Pio Monte ha continuato ad essere oggetto di attenzioni di varia natura, non fosse altro per le dimensioni della struttura, che sulla carta potrebbe fare gola a molti e soprattutto cambiare il volto di Casamicciola e – perché no – dell’intera isola. In fondo lì dentro spazio ce n’è per poter partorire qualsiasi idea, il problema è che servono i soldi. Tanti soldi, di questi tempi probabilmente troppi: cinquanta milioni di euro, e pure a voler essere ottimisti. Di recente si era parlato di un ammiccamento tra l’ente morale e una cordata di imprenditori tedeschi. In altre epoche sono sbarcati sulla nostra isola, i teutonici, ed hanno fatto bene. Stavolta ci vorrebbe un miracolo, ma quando non sai a chi votarti va bene anche un santo.

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex