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Dissesto: la Corte dei Conti prende tempo, decisione rinviata

Di Guglielmo Taliercio

PROCIDA – Ieri doveva essere, e probabilmente lo è stata, una giornata importante per l’isola di Graziella in quanto era convocata la riunione della Corte dei Conti per verificare lo stato di attuazione del Piano di riequilibrio finanziario 2013-2019 del Comune, che, ricordiamo, già si trova in una condizione di pre-dissesto.

Nei giorni scorsi, dopo vari tentativi infruttuosi, così come testimoniato in più di una occasione dal Consigliere delegato al bilancio Giovanni Villani, evidentemente dopo aver imboccato il “canale” giusto, i magistrati dell’organo dello Stato che ha funzioni di controllo (art. 100 Costituzione) e funzioni giurisdizionali nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge (art. 103 Costituzione), hanno concesso l’udienza ai rappresentanti dell’amministrazione guidati dal Sindaco Dino Ambrosino. A termine del confronto, avvenuto presso la sede di via Acton e durato all’incirca un’ora, i magistrati della Corte dei Conti si sono riservati di prendere una decisione entro i prossimi trenta giorni. Sull’argomento, come oramai suo costume, il Sindaco Dino Ambrosino scrive in un post su fb: “Oggi la Corte dei Conti ci ha concesso di relazionare in merito al nuovo corso della gestione del Comune di Procida. Non sappiamo se basterà ad evitare il dissesto, ma abbiamo rappresentato una comunità opulenta che ha accettato di fare sacrifici per salvare il suo Comune. La Corte aveva già un’idea, abbiamo senz’altro insinuato un forte dubbio”.

L’auspico, ovviamente, è che il Sindaco Ambrosino sia stato più che convincente tanto da aver fatto breccia tra i membri della Corte e che quindi il dissesto dell’Ente possa essere evitato in quanto la procedura se è vero che crea, di fatto, una frattura tra la precedente amministrazione e l’amministrazione controllata, permettendo al Comune in dissesto di ripartire libero dai debiti, egualmente sarà libero anche dai crediti e dal suo patrimonio, che verranno ceduti per consentire la liquidazione. Le conseguenze sui creditori riguardano i rapporti obbligatori rientranti nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione e consistono nella cristallizzazione dei debiti, che non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria, nonché nell’estinzione delle procedure esecutive in corso, con conseguente inefficacia dei pignoramenti eventualmente eseguiti, e nell’impossibilità di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell’ente. Anche per i “semplici” cittadini non c’è da stare allegri in quanto per l’Ente saranno in vigore gli obblighi relativi all’applicazione delle aliquote, tariffe e canoni nella misura massima. Inoltre, per tutta la durata del periodo di risanamento, l’ente è soggetto al controllo centrale in materia di dotazione organica e di assunzione di personale ed è tenuto a presentare le certificazioni relative alla copertura dei servizi a domanda individuale, del servizio acquedotto e del servizio di smaltimento rifiuti soldi urbani.

 

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